In taxi sulla tomba di Evita e degli immortali del tango

In taxi sulla tomba di Evita e degli immortali del tango A BUENOS AIRES: DALL'ANTICO CEMENTERIO DEL NORIE ALLA CHACARITA DOVE RIPOSANO PERON E GARDEL In taxi sulla tomba di Evita e degli immortali del tango Fatevi affascinare anche voi dal rituale della sigaretta accesa tra le dita di bronzo del Gardel, il poeta dell'accordeon; lasciatevi sedurre dalla lettura delle centinaia di targhe ex-voto che si affastellano sui muri lì intorno, veri inni a Carlitos e alla vita REPORTAGE Laura Pariani L mattino domenicale è il mo- | mento più adatto per cammi¬ nare per Buenos Aires: la città dorme dopo la lunga veglia che la notte del sabato qui è d'obbligo, e la luce deambula lenta con voi lungo le strade incredibil¬ mente vuote. Nella straordinaria molteplicità di volti che Buenos Aires può offrire, non c'è che da scegliere: riempirvi gli occhi dei colori squillanti del mercato dei robivecchi a San Telmo o del Caminito a La Boca, seguire l'ele¬ ganza tutta inglese di un itinerario borgesiano tra Maipù e Palermo, perdervi negli antri delle centina¬ ia di rivendite di libri usati a Corrientes. 0, se l'indolenza por¬ teria vi ha conquistato, semplice¬ mente mettervi seduti a un caffè - inconcepibile in Argentina bere qualcosa al banco - per guardare il mondo che vi sfiora e gustarvi empanadas con una cerveza rigo¬ rosamente ghiacciata; intorno a voi il tempo immobilizzato in un presente che abbraccia tutto. E' festa di colori e profumi adesso a Buenos Aires, perché da questa parte del mondo è primave¬ ra avanzata, con jajarandàs e albe¬ ri del paradiso che sono nuvole di fiori. Allora la tradizionale visita novembrina ai cimiteri acquista il sapore di una passeggiata al par¬ co. Questo è doppiamente vero per l'antico Cementerio del Norte, alla Recoleta, l'elegante barrio cresciu¬ to intorno alla settecentesca chie¬ sa di Nuestra Senora del Filar. Qui le mura del cimitero si affacciano usuila grande spianata di Plaza Francia dove, tra il concerto di verdi diversi degli straordinari palos borrachos e degli enormi gomeros, si sviluppano mercatini eterogenei, spettacoli di teatranti di strada, sedute pubbliche di lettura della mano. Oltrepassato l'ingresso del cimitero, però, vi ritrovate magicamente in un altro tempo: che si tratta di una vera città dei morti, con strette stradi¬ ne su cui si affacciano vecchie cappelle dai tetti di coppi o di maioliche, alternandosi a statue a grandezza naturale. Man mano che vi inoltrate, vi scorre sotto gli occhi la "grande Storia" argentina: i generali, i politici, gli eredi delle più importanti famiglie di proprie- tari terrieri, fino alla massiccia e severa tomba di Evita Duarte, illuminata da decine di mazzi di fiori sempre freschi. Un'idea di aldilà dignitoso e riservato nasce in queste piazzette con la frescura sapiente del patio, a cui si affaccia¬ no le cappelle degli intellettuali, come Adolfo Eioy Casares e Silvi- na Ocampo; o si nasconde il cuore spezzato del poeta Leopoldo Lugo- nes, senza targa per sua volontà - "Voglio essere sepolto senza alcun segno o nome che mi ricordi" - a sinistra dell'entrata. Ma gli incon¬ tri più intensi sono sicuramente quelli sotto il segno della "piccola storia": il vecchio custode del cimi¬ tero, l'italiano David Alleno, che si fece rappresentare in marmo con jli attrezzi di lavoro, scopa e badile; la schiava Catalina nella cripta dei suoi padroni; Rufina Cambaceres, la giovanissima se¬ polta viva che all'inizio del 1900 alimentò paurose leggende. Tanti e tanti, in una variegata comme¬ dia umana con il sapore di Poe. Al riaffacciarvi al portone del cimitero, forse capiterà anche a voi un attimo di spaesamento, in una metafisica congiunzione di spirito e carnalità: alle vostre spalle la tranquillità dei sepolcri, intorno a voi l'assedio aggressivo della vita col chiasso dei ristoranti più famosi di Buenos Aires, i colori delle mostre di pittori estempora- nei, il sapore di dulce de leche delle feste di compleanno. Altra straordinaria atmosfera alla Chacarita. Qui l'antico terreno fuori città, "chacra", dove i Gesuiti mandavano in vacanza i propri alunni, fu destinato nel 1871 ai morti di un'epidemia di febbre gialla. E' Borges che racconta - "i conventillos profondi del sud/ ali¬ tarono morte sul volto di Buenos Aires,/ e poiché Buenos Aires non potè guardare quella morte,/ a palate ti aprirono/ nell'estremità sperduta dell'ovest" - rievocando il treno carico di cadaveri, diretto al Cementerio del Oeste. Nei viali dell'enorme parco in cui si entra con l'autobus o col taxi, riposano Perón e Jorge Newbery, il primo aviatore che compì la trasvolata andina; ma anche numerosi arti¬ sti: la poetessa Alfonsina Storni, il pittore della Boca Martin Quinque- la che disegnò la sua tomba di allegri colori marinai; gli immorta¬ li del tango: Trailo, Pugliese, De Caro e Carlos Gardel. Andateci di domenica pomeriggio, quando sot¬ to la statua di bronzo del grande cantante l'ultimo fedelissimo, un vecchietto calabrese, mette una cassetta nel mangianastri e una voce - la Voce - canta: "Quién sabe una nuche me encane la muer- te...". Un taxi si ferma, ne scende una ragazza, getta ai piedi della statua un garofano bianco e ripar¬ te. Sentirete come la pienezza di quell'unico fiore valga più di tutti i marmi. Fatevi affascinare anche voi dal rituale della sigaretta acce¬ sa tra le dita di bronzo di Gardel, dalla lettura delle centinaia di targhe ex-voto che si affastellano sui muri lì intomo, veri inni a Carlitos e alla vita. Poi, magari, su una panchina ombreggiata poco più in là, leggetevi "Le porte del cielo" di Cortàzar, gustandone l'in¬ cantamento di storia tutta argenti¬ na sugli enigmi del tempo e del tango. Infine, per completare il gusto di questo settimo giorno, vi suggerisco un itinerario insolito, alle Barrancas di Belgrano, in periferia. Andateci verso sera, quando i muri hanno il colore del tramonto aranciato. Nel quartiere sorge la chiesa della Inmaculada Conce- pción, epicentro della cospirazio¬ ne planetaria dei ciechi nel più famoso romanzo di Emesto Sàba¬ to. Mentre scende la dolce notte portena, discendete la via sotto l'ombra doppia del fogliame che si congiunge in alto, verso las Bar¬ rancas. Lontano, l'eco del boato della folla quando il River Piate fa goal nel suo stadio, vi riporterà il sapore delle storie di Osvaldo So¬ riano o del fumetto di Oesterheld, L'Etemauta, che proprio in quello stadio rappresentò l'ultima epica battaglia del mondo contro il Ma¬ le. Vi sto portando nella piazza su cui fiammeggia il tango, quello vero, non per turisti. E, se non sapete ballare, sedetevi almeno sui gradini del grande gazebo all' aperto dove dalle sei del pomerig¬ gio in poi, sotto la guida di un maestro di danze, si balla a entra¬ ta libera. Oppure, mentre la notte si apre come un sogno, passeggia¬ te intomo alla statua di Diana cacciatrice: "Per le Barrancas de Belgrano/ i due amanti mano nella mano..." scriveva Rafael Alberti, che questo quartiere è fatto per gli innamorati; e "per il riposo del guerriero", aggiungeva Roberto Ar¬ ti, che qui visse i suoi ultimi anni, in una pensioncina per fracasados sempre a bolletta, anche se in Olazàbal 2031 nessuna targa ricor¬ da il geniale autore de El juguete rabioso, tantomeno garofani bian¬ chi. IL GIORNO DEI MORTI NELLA CAPITALE ARGENTINA: VISITA Al CIMITERI NEL LANGUORE DELLA PRIMAVERA PORTENA CON JAJARANDÀS E ALBERI DEL PARADISO CHE SONO NUVOLE Di FIORI La severa tomba di Evita Duarte, illuminata da decine di mazzi di fiori sempre freschi, nell'antico Cementerio del Norte alla Recoleta. A destra: il «tango» di José Neglia e Norma Fontenla davanti al teatro di Colon

Luoghi citati: Buenos Aires, Palermo, Plaza Francia