Fu L'Ora dell'intelligenza che non volle rassegnarsi

Fu L'Ora dell'intelligenza che non volle rassegnarsi Fu L'Ora dell'intelligenza che non volle rassegnarsi VITTORIO Nisticò, uno dei più estrosi giornalisti ita¬ liani del dopoguerra, si è lasciato finalmente con¬ vincere a raccontare il suo capola¬ voro. Il suo capolavoro è un picco¬ lo giornale di Palermo - L'Ora - che, nell'arco temporale della sua direzione (dagli Anni 50 agli Anni 70) costituì un fenomeno del tutto originale nel panorama dell'infor¬ mazione italiana. Grazie alla edi¬ trice Sellerie - che lo pubblica in due eleganti volumi - il racconto di quella straordinaria esperienza mette radici nella memoria stori¬ ca di questo Paese e assume quella che si può considerare la più nobile qualità di un libro: l'essere testimonianza di una non comune esperienza interiore. Anche senza aver mai letto L'Ora di quegli anni, la parabola che ne descrive Nisticò lascia di fatto intendere che quel giornale non fu solo un'inten¬ sa esperienza profes¬ sionale; né fu soltanto l'espressione di una grande passione civi¬ le di almeno tre gene¬ razioni. Fu un'esem¬ plare resistenza verso l'ottusità delle ideolo¬ gie dominanti; fu una rivolta ver¬ so il torpore e la corruzione della Sicilia e dell'Italia di quegli anni; ma fu soprattutto una delle splen¬ dide occasioni in cui un lavoro senza tregua, un vero entusiasmo conoscitivo e un grande trasporto ideale trascendono lo specifico (nel nostro caso il giornalismo) e si RECENMicPer interrogano sul senso da dare all'intera esistenza. Certo, il lettore che non cono¬ sca Nisticò e non sappia quale energia ne emani, può anche non avvertire tutta la magica vibrazio¬ ne che quel piccolo giornale stimo¬ lava in chi lo faceva e in chi lo leggeva. Ma la naturale ritrosia dell'autore - la sua tendenza a valutare soprattutto il lavoro de¬ gli altri - non può celare del tutto la verità più profonda: il fenome¬ no L'Ora si deve soprattutto alla luccicante intelligenza di chi, do¬ po averlo inventato e caratterizza¬ to, ce lo racconta ora senza nessu¬ na enfasi personale. Ancora una SIONE ele era volta egli non pensa tanto a sé e al suo prodotto. Pensa piut¬ tosto a quel meravi¬ glioso concerto di in¬ telligenze generose che egli amò dirigere. Ecco perché Accade¬ va in Sicilia rivela un'incantevole attualità. Nelle de¬ lusioni che ci danno i nostri giorni, questo libro ci viene a ricordare di quale grande entusiasmo spiritua¬ le abbiamo bisogno per resistere alla miseria morale, al dolore pro¬ fondissimo, alle stesse paure che si profilano all'orizzonte. Il racconto di Vittorio Nisticò va dunque letto e amato in questa prospettiva, che fa di un giornale l'allegoria di una vita vissuta in¬ tensamente e generosamente. Le «battaglie» contro la mafia, la denuncia del malcostume, il di¬ sprezzo dell'avarizia intellettua¬ le, il rispetto del pensiero e degli affetti più profondi si fondarono infatti prima sul fare bene il mestiere di vivere e poi sul fare bene il mestiere del giornalista. Si leggano attentamente, nel secon¬ do volume, i «fondi» di prima pagina che l'autore scriveva negli anni in cui diresse L'Ora. Di qua¬ lunque argomento si tratti, vi si delinea, quasi vi si mette in scena, lo stesso duello. I duellanti sono: da una parte un'intelligenza ario¬ sa e pungente (di evidente ispira¬ zione illuministica), che sa esalta¬ re, perfi¬ no nell'av¬ versario poli¬ tico, la capaci¬ tà di vincere la viltà; dall'altra una volgare e vio¬ lenta irragionevolezza, intenta ad accumulare potere, a tradire la dignità, ad imbrattare il bel cielo della vita. Un duello a viso aperto, animato da un ottimismo del cuo¬ re e della ragione. E in questo senso L'Ora di Nisticò - che per altri versi si poneva in continuità con la più profonda cultura siciliana - si schierò contro il tradizionale scet¬ ticismo di quella cultura, sempre piuttosto propensa, anche nei casi più valorosi, a rassegnarsi al Ma¬ le. Sicché L'Ora coltivò ad ogni costo, a costo di ogni rischio, un'erba rarissima nell'isola: la speranza. E in nome di questa elementare rarità raccolse intor¬ no a sé la commozione e perfino il sacrificio della Sicilia più vitale. Ma, a ben pensarci, questa febbrile aspirazione a vincere la rassegnazione, stava dando una lezione di giornalismo all'intero Paese. Quel piccolo giornale di Palermo prende¬ va infatti le di¬ stanze dal pro¬ gressivo cinismo che, in nome della «professionalità», si stava diffonden¬ do in gran parte dell'informazione italiana. E non de¬ v'essere stato a ca¬ so che, ad un certo punto, pressato dal¬ la necessità di ade¬ guarsi al nuovo grigiore '' diplomatico della pohtica e della stampa italiana, Nisticò volle lasciare L'Ora. Né deve essere un caso che, dopo di lui, malgrado le nobilissime intenzio¬ ni di Alfonso Madeo e di altri direttori, quel giornale non trovò più il sostegno economico e le motivazioni interiori per sopravvi¬ vere alla lenta disgregazione mora¬ le della società italiana, in tutte le sue parti. Vittorio Nisticò ci consegna dun¬ que soprattutto una grande testimo¬ nianza di umanità, lucida e affet- tuosissima. E questa speciale uma¬ nità il libro rivela non solo nei momenti di euforia e di orgoglio, ma anche e forse soprattutto nel lampeggiare improvviso del dubbio e perfino della colpa. Nisticò non ha smesso, non smetterà mai di pensa¬ re e ripensare che è la qualità della coscienza che fa grandi le piccole cose. A me pare che Marcello Sorgi, introducendo il libro, traduca effi¬ cacemente questa fondamentale ve¬ rità. Raccontando i suoi primi in¬ contri con Nisticò, egli, con sorri¬ dente lievità, descrive un'atmosfe¬ ra tanto «intima» quanto affasci¬ nante e spaesante: è l'atmosfera, io credo, in cui avverti l'eco di un'ani¬ ma vera, che vive la sua laicità insieme con inquietudine e con saggezza. VITTORIO NISTICÒ' RACCONTA IL SUO GIORNALE NELLA SICILIA TRA GLI ANNI 50 E 70: LA RIVOLTA CONTRO IL TORPORE, L'ALLEGORIA DI UNA VITA, UNA LEZIONE PIÙ' CHE MAI ATTUALE RECENSIONE Michele Perriera re, perfi¬ no nell'av¬ versario poli¬ tico, la capaci¬ à di i lspula guars'' diplomadella stampvolle lasciaessere un casmalgrado le noni di Alfonso direttori, quel più il sostegn Vittorio Nisticò, direttore de "L'Ora", in un ritratto di Bruno Caruso Vittorio Nisticò Accadeva in Sicilia Sellerlo, due volumi, pp. 278 e 484, L 48.000 SAGGIO E DOCUMEN T I

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