Commando palestinese nel cuore d'Israele Ucdse quattro donne di Aldo Baquis

Commando palestinese nel cuore d'Israele Ucdse quattro donne Commando palestinese nel cuore d'Israele Ucdse quattro donne I due estremisti islamici facevano parte della polizia. Condanna di Arafat Ma ieri sera è cominciato lo stesso il ritiro da Betlemme e Beit Jalla Aldo Baquis TEtAVIV Sferrando cruenti attacchi nel¬ le retrovie, due commando pale¬ stinesi hanno ieri dimostrato ad Israele che nemmeno l'occu¬ pazione di ampie zone autono¬ me cisgiordane basta a mettere al riparo lo Stato ebraico da nuovi attentati. A Hadera, a Nord di Tel Aviv, un commando palestine¬ se ha estratto all'improvviso i propri fucili MI6 nella centrale Piazza Rabin. Al termine della furiosa battaglia conclusasi in un minuto per il provvidenzia¬ le intervento di tre agenti iti borghese della polizia sono ri¬ masti sul terreno sei cadaveri: quattro donne ebree e due pale¬ stinesi, inquadrati nelle forze di polizia e militanti della Jihad islamica. In serata Yas- ser Arafat ha condannato l'epi¬ sodio, ha assicurato che farà luce sull'accaduto e arresterà i mandanti. I due attentatori sono giunti da Jenin (Cisgiordania) a bordo di una jeep israeliana rubata, con una quantità di caricatori - una ventina circa - sufficiente a compiere un vero bagno di sangue. Hanno imboccato la centrale via Hanassì, poi sono confluiti nella rotatoria di Piaz¬ za Rabin avanzando a passo d'uomo per via di lavori in corso. Giunti di fronte alla Biblioteca municipale hanno in¬ dividuato un obiettivo adegua¬ to: un gruppo di persone in attesa dell'autobus. «Mia figlia se li è visti davan¬ ti a un metro di distanza», ha raccontato poi Avner Ozeri. «Accanto a lei due donne sono state colpite alla testa e sono stramazzate a terra. Da allora mia figlia Elinor è sotto choc, non parla più». Sima Mena- chem, una donna di 30 anni, stava parlando con il marito con il telefono cellulare quando è iniziata la sparatoria. Questi ha sentito distintamente la esplosione dei colpi che hanno provocato la morte della mo¬ glie. Terrorizzato dall'esperienza anche il tassista Imad Mahaj- ma, un arabo israeliano, che per l'ingorgo stradale si è trova¬ to bloccato a fianco della jeep degli attentatori. «Uno di loro ha raccontato Mahajma mi ha puntato addosso il suo fucile. Mentre stava per premere il grilletto, è stato fulminato dal fuoco di uno degli agenti in borghese». In precedenza a nord di Ha¬ dera un commando di al-Fatah ha ucciso a bruciapelo un solda¬ to israeliano fermo nella sua automobile ai bordi di una strada. Poco dopo, in un ulterio¬ re agguato palestinese, un sol¬ dato israeliano è stato ferito al petto da un proiettile. In questo clima infuocato, il premier Ariel Sharon ha convo¬ cato a Tel Aviv una consultazio¬ ne urgente con i ministri Ben- yamin Ben Eliezer (difesa) e Shimon Peres (esteri). Malgra¬ do la collera provocata dai duri attentati palestinesi, Sharon ha infine accettato il consiglio di Peres di abbandonare almeno la zona autonoma di Betlemme per non creare ulteriori frizioni con gli Stati Uniti e per non generare un clima di ostilità nei confronti della comunità cristiana. E ieri sera i carri armati israeliani hanno inizia¬ to a ritirarsi da Betlemme e Beit Jalla. Ma, a quanto pare, Israele è deciso a rispondere agli attentati di ieri con nuove operazioni all'interno della au¬ torità palestinese. Israele aveva occupato vaste aree autonome palestinesi in ■Cisgiordania dieci giomi fa in seguito all'uccisione del mini¬ stro di estrema destra Reha- vam Zeevi in un attentato del Fronte popolare. Ieri il vicemi¬ nistro per la sicurezza interna Gideon Ezra ha così sintetizza¬ to la politica israeliana: «Ab¬ bandoneremo quelle aree dove la nostra permanenza rischia di diventare controproducente, mentre proseguiremo altrove le nostre attività». Le minacce israeliane non sembrano intimidire Arafat che sabato, davanti a dirigenti sin¬ dacali di Gaza, ha pronunciato un discorso militante in cui ha ribadito che «la montagna non si piega al vento», ossia che il popolo palestinese non si arren¬ de alla preponderanza militare israeliana. «Presto libereremo le moschee e le chiese di al-Qu- ds, Gerusalemme», ha annun¬ ciato, elettrizzando la platea. Ieri in Israele sono iniziate le celebrazioni del sesto anniver¬ sario della uccisione di Yitzhak Rabin, il premier laburista ucci¬ so da uno zelota ebreo per impedirgli di raggiungere la pace con i palestinesi. Celebra¬ zioni rese particolarmente ama¬ re dall'attentato nella piazza Rabin di Hadera compiuto dal¬ la Jihad islamica che ha cele¬ brato a suo volta un altro anniversario: quello della ucci¬ sione del suo leader Fathi Shkaki, abbattuto sei anni fa a Malta da un commando del Mossad. In un comizio a Tel Aviv, Peres ha assicurato che «il mes¬ saggio di Yitzhak resta ancora oggi fulgido e luminoso». Ma a la luce dei quotidiani bagni di sangue, la speranza della pace appare oggi irraggiungibile sia agli israeliani sia ai palestinesi. E lo stesso Peres, in una riunio¬ ne di partito, ha convenuto amaramente sabato che «l'ideo¬ logia laburista è ormai morta». Nel furioso scontro a fuoco morti anche gli attentatori arrivati su una jeep rubata Iniziate ieri le celebrazioni del sesto anniversario dell'assassinio di Rabin Peres: «L'ideologia laburista è ormai morta» Dopo l'agguato terroristico nella città Israliana di Hadera