I volontari della Jihad

I volontari della Jihad I volontari della Jihad Migliaia di pakistani in coda al confine Giovanni Cerniti inviato al KHYBER GATE «L'ordine è quello di fermare tutti, non può passare nessuno», aveva detto al telefono Famk Shah, il responsabUe delle frontie¬ re. E' vero. Alla Porta del Khyber Pass arrivano camion colorati, cor¬ riere sgangherate, furgoni ansi¬ manti, moto senza marmitta, fuori¬ strada vecchi e nuovissimi. Tutti carichi di pasthun eccitati che gridano «Jihad!», la Guerra Santa deiTaleban. Vogliono passare, sali¬ re al Khyber Pass, scendere al confine di Torkam e andare a combattere. Dai finestrini svento¬ lano drappi neri, il loro portafortu¬ na. Il capitano Batthi Abid, l'uffi¬ ciale con i baffetti dritti e la divisa caki, dà l'ordine e li fermano sullo spiazzo a sinistra, proprio accanto alla baracca che vende spremute di melograno e ai cessi all'aperto dei «Khyber Rifies», le guardie di frontiera. Per i viaggiatori dell'Ot¬ tocento questa era la Porta dell'In¬ dia, ma adesso porta alla Jihad. Il controllo è veloce, c'è già la coda. Non doveva passare nessuno. Pas¬ seranno tutti. «Sono tutti residenti nella "Tri- bai Area", nella zona tribale - spiega il capitano - Tornano a casa. non posso fermarli». Anche questo è vero. Sono pasthun che hanno la giustificazione, tutto è in regola: abitano in Pakistan, ma la residen¬ za l'hanno qui. Avanti, possono continuare il viaggio e nella zona tribale trovare un'arma è semplice come un respiro. Avanti fino a Temergarah dove li aspetta Soofi Mohammad, il capo del partito fondamentalista che si chiama «Per la stretta applicazione del Codice Islamico». Venerdì notte, racconta il portavoce Qazi Ihsanul- lah, altri tremila pasthun hanno passato la frontiera e sono già in Afghanistan, nella provincia di Ku- nar, a disposizione dei comandanti taleban. Il portavoce conta come un ragioniere: «Cento camion, due¬ cento autobus, non so quanti fuori- strada, quasi diecimila combatten¬ ti e non è ancora finita». «Armi? Non si va alla Jihad a mani nude». Al telefono Ihsanullah risponde con una risata. Di tutto. «E chi non aveva niente porta l'ascia, un col¬ tello, la scimitarra». Lanciarazzi, granate, kalashnikov, mitragliatri¬ ci leggere, casse di munizioni. Le portano da Darra, il penultimo villaggio prima del Khyber Pass, dove ogni capanna di fango è una fabbrica d'armi, perfette copie an¬ che dei fucili a pompe Peretta. Il portavoce dice che ieri mattina sono passati altri cinquemila guer¬ riglieri. «In pochi giorni, come ha chiesto Soofi Mohammad, saranno centomila». E non ci sono solo loro, aggiunge soddisfatto, quelli del partito del Codice Islamico. Gli appelli delle moschee e del partito dei mullah portano altri guerriglie¬ ri lungo tutto il confine afghano, da Peshawar a Quetta. Mille e quattrocento chilometri che né il signor Faruk Shah e nemmeno tutte le guardie di frontiera paki¬ stane potranno mai controllare. Non passa nessuno, tranne i pa¬ sthun. Che in Pakistan sono milio¬ ni. I volontari della GueTa santa parlano solo con i reporter pa¬ sthun: anche loro possono tornare a casa, e dal campo di Temergarah raccontano orgoglio e fede in Al¬ lah. «Io sono un vecchio e per me andare ella Jihad è una fortuna», dichiara Shah Wazir, 70 anni. «Mia madre mi ha detto di andare a combattere per la nostra fede», spiega lo studente Farooq Shah, 21 anni. «Io non posso tollerare le bombe e le crudeltà degli america¬ ni. Io devo andare. I musulmani non possono rimanere zitti e fer¬ mi», aggiunge Mamoor Shah, il fratello, 18 anni, commesso in una farmacia. «Anch'io mi considero fortunato, sto andando a combatte¬ re al servizio dell'Islam. Che tomi vivo o morto non m'importa», dice Hussain Khan, 19 anni, muratore. E tutti dicono che questa è la risposta a chi, come U Pir Sayed Giuliani o il comandante Abdul Haq, hanno sostenuto che i pa¬ sthun sono contro i taleban e a favore di re Zahir. «I taleban sono nostri frateUi». Mohammad Khaled, il coman¬ dante militare del campo di Temer¬ garah, ha passato la porta del Khyber ieri mattina alle sei: su un pick-up Nissan come quelli della Brigata 55 di Osama bin Laden. Era partito dalla scuola coranica di Madyan, dove insegna il mullah Soofi Mohammad. «E il mmnento più difficile per l'Islam e i musul¬ mani - dice - Siamo alla prova e ognuno di noi deve esser pronto ad affrontarla e sacrificare la propria vita». Cita le parole del suo mul¬ lah: «Non avremo paura di morire. Morire combattendo per la Guerra Santa è qualcosa di molto più grande della vita. E' entrare nel paradiso di Allah»; Prima di-partì- re per il villaggio di Bajur, Afghani¬ stan, il confine clandestino più battuto dai pasthun, i guerrigUeri pregano. «Per la prima volta tutte le forze dei paesi infedeli si sono unite contro l'Islam. Non cedere¬ mo le nostre armi fino a quando sarà finita questa aggressione ame¬ ricana». Per ogni soldato Usa ucci¬ so, 50 dollari. Le manifestazioni sono servite a poco e il Pakistan dei 140 mihoni di musulmani non l'hanno smos¬ so. Si muovono solo in India, 7 morti ieri. Ai partiti dell'integrali¬ smo islamico, dopo l'esercito l'uni¬ ca organizzazione pakistana in gra¬ do di funzionare, non resta che bloccare la Karakorum Highway, i 500 chilometri di strada che porta¬ no al confine con la Cina. Oppure arruolare volontari per la loro Jihad, vi armiamo a Darra e parti¬ te. Forse sta accadendo quel che il presidente Musharraf ha sempre temuto, la reazione islamica ai morti e alle bombe. «C'è stato un po' di eccesso nei danni collaterali e questo va messo sotto controllo - ha lamentato - La visione di donne e bambini feriti e sofferenti suscita grave preoccupazione in tutto il mondo, compreso il Pakistan». So¬ prattutto in Pakistan. «Occorre una stfàtegia-jtoMtói-pferTAfghahi- stan», ripete il generale. E se non prendono in fretta Bin Laden, an¬ che per il suo Pakistan. I pasthun vanncaalla guerra. L'altra notte soltanto dal Khyber Pass sono transitati cento camion e duecento autobus carichi di neo-arruolati Estremisti islamici hanno bloccato la Karakorum Highway la strada di 500 chilometri per la Cina Un mezzo carico di volontari armati diretto in Afghanistan per contribuirealla Guerra santa dichiarata dal Mullah Omar