«Uno scudo di duecento donne salvò Bin Laden»

«Uno scudo di duecento donne salvò Bin Laden» INCONTRI E PRANZO CON I VIP, L'EX PRESIDENTE USA CONFIDAA MARCELLO PERA COME FECE IL RE DE «Uno scudo di duecento donne salvò Bin Laden» Antonella Ramnino ROMA Una telefonata con Rutelli. Una chiacchie¬ rata con Cossiga. Cinquanta minuti risulta¬ ti alla fine «interessanti e simpatici» per un caffé con D'Alema, interprete compreso. Anche una visita al golfista senatore Padri¬ ni della Margherita, per dire. Ma nella giornata romana dell'inarrestabile Bill Clinton spiccava, al pranzo confindustria¬ le in cui ìlpostpresidentUsa reduce da un attentato (con virus della salmonella) era Stato forse inopportunamente messo a sedere con le spalle alla vetrata della foresteria di Viale deh'Astronomia, un fitto conversare con il presidente del Senato Marcello Pera. Non solo perché l'epistemo¬ logo epigono di Popper e Feyerabend parla un'inglese davvero fluently. Ma perché alla seconda carica dello Stato BUI Clinton ha raccontato un passaggio finora inedito della famosa operazione con la quale la Casa Bianca tentò di combattere «il formi¬ dabile e pericolosissimo nemico» Osama Bin Laden. Si sapeva che il Pentagono ai tempi di Clinton diede il via ad un'operazio¬ ne nella quale il terrorista «ci è sfuggito per un soffio». Non si sapeva il come e il perché. «Avevamo finalmente individuato il luogo in cui era nascosto. Sapevamo che dovevamo eliminarlo. Non abbiamo potuto farlo perché Bin Laden si è fatto scudo di duecento donne afghane». Ma se lei fosse stato nei panni di Bush, dopo gli attentati di New York e Washington, avrebbe invece agito?, gli ha chiesto Pera. «Sì, probabil¬ mente dopo l'attentato alle due Torri l'avrei fatto. Ma solo se avessi avuto la certezza assoluta di riuscire a colpire Bin Laden. Noi, all'epoca, non l'avevamo». Prendendo l'aperitivo, champagne e ca¬ napé per gh altri, Diet Coke per Bili, che tuttavia poi ha spazzolato di gusto il menù griffato Antonello Colonna (aragostìna alle erbe, trofiette carciófi e pachino, carré di agnello pre-sale con spinaci e pigoli, gate- au di zucchine, verdure gratinate, parfait di marron glacé in salsa di cioccolato amaro no per via di un'allergia), Clinton ha raccontato di aver chiesto alla Cnn copertu¬ ra televisiva mondiale per la manifestazio¬ ne di solidarietà agli Stati Uniti lanciata da Giuliano Ferrara, e fatta propria da Silvio Berlusconi, di cui ha elogiato il viaggio a Washington. Poi, di nuovo su Bin Laden. E per tutto il pranzo, seduto di fronte ad Antonio D'Amato, Perà alla sua destra, e poi Tronchetti Provera, Tato, Caltagirone, Gonfalonieri, Malgara, Veltroni, Profumo, Corrado Passera, per chiudere, alla sinistra di Bill Clinton, Gianni Letta in rappresen¬ tanza di Silvio Berlusconi in viaggio per Mosca. Tavolo ovale per venti, hanno dato forfait solo Chelsea Clinton e Cesare Romi¬ ti. Scavalcando il presidente del Senato, a un certo punto Tronchetti è riuscito ad interrompere la conversazione di Bill Clin¬ ton: che accadrà in Medio Oriente? «Diffici¬ le che la situazione si raddrizzi, non sono Rer niente ottimista soprattutto per come si comportano i palestinesi». Clinton si sfinì, a Wye Plantation, con Arafat e Barak, «e fu Arafat a non avere il coraggio di chiudere quell'accordo». Poi, di nuovo via con la memoria: «Ero in Australia, l'il settembre. Ho avutola notizia dell'attacco alla prima torre al telefono, da un collabo¬ ratore. Non scherzare, gh ho risposto, mentre quello mi diceva dell'altro aereo sulla seconda torre. Allora ho capito, e ho urlato nella cornetta: è Osama Bin Laden».

Luoghi citati: Australia, Caltagirone, Medio Oriente, Mosca, New York, Roma, Stati Uniti, Washington