Pantani affronta la salita più dura di Gianni Romeo
Pantani affronta la salita più dura A BOLOGNA OGGI L'APPELLO PER FRODE SPORTIVA: SE FOSSE CONDANNATO, SAREBBE LA PRIMA VOLTA IN ITALIA Pantani affronta la salita più dura Gianni Romeo PANTANI affronta a Bologna una dura salita. Alla Corte d'Appello si celebra stamane il processo di secondo grado che vede il corridore come imputato per l'ematocrito ben oltre i limiti consentiti (60,1 invece di 50) ri¬ scontrato dopo la Milano-Torino dell'ottobre '95. Come si ricorderà. Pantani subì in corsa un terribile incidente, uno dei tanti che hanno segnato la sua tribolata ma a tratti esaltante carriera. Nella discesa del Pino una vettura investì tre corridori: Dall'Olio, Secchiari e appunto Marco, che ne uscì con i danni peggiori. Soltanto gli dèi del ciclismo e la volontà di ferro del Pelato riportarono poi alle corse un campione che nemmeno tre anni dopo (estate '98) avrebbe infiammato le folle vìncendo Giro e Tour. Ma durante la degenza in ospedale gli esami del sangue evi¬ denziarono valori del tutto fuori della norma. Da qui partì l'indagi¬ ne del pretore Guariniello sfociata nella clamorosa sentenza di Forlì, dove il processo era stato spostato su richiesta dei difensori: tre mesi di reclusione, 1 milione e 200mila di multa, eccetera. Sentenza clamorosa, abbiamo detto, perchè per la prima volta in un tribunale italiano emergeva il concetto della frode sportiva: chi fa uso di doping è punibile dalla legge perchè falsa i risultati. Per¬ ciò Pantani stamane si trova ad affrontare una dura salita. Perchè pedala non solo per sé, ma per tanto sport che negli anni è andato a esplorare orizzonti oscuri e a cercare nella farmacologia aiuti sovente illeciti. Se Pantani venisse condanna¬ to, il campanello d'allarme sareb¬ be molto forte. Anche l'ormai fa¬ moso nandrolone dilagato nel cal¬ cio non sarebbe più sanzionato soltanto dai giudici sportivi, ma manderebbe sotto processo i gioca¬ tori, rei di aver ingannato i tifosi (danni morali) e falsato la classifi¬ ca (danni materiali per le squadre avversarie). La sentenza pilota, forse già oggi stesso, è attesa come un fatto epocale. H doping viene combattuto per due ragioni. Una di carattere pratico, la tutela della salute dell'individuo anche se l'in¬ teressato non è d'accordo, e una di ordine etico, l'inganno a scapito di avversari che usano soltanto le armi fornite da madre natura. Il ciclismo fa da cavia ormai da tempo, vuoi perchè le fatiche be¬ stiali dei corridori hanno portato la ricerca scientifica e purtroppo anche la stregoneria molto in là, vuoi perchè il mondo della bici si può mettere facilmente nel miri¬ no. Ma è noto che il fenomeno ha messo ormai radici ovunque, sotto varie forme. Francesco Moser, un monu¬ mento del ciclismo italiano, com¬ menta così: «Proprio l'onestà dei corridori ha portato il ciclismo a fissare il livello d'ematocrito con¬ sentito; ha portato l'Uci a spende¬ re miliardi per i controlli; poi assistiamo ai blitz tipo Sanremo che mandano all'aria il Giro, ciò che non avviene in nessun altro sport; blitz che dicono dettati dal¬ l'urgenza, ma a mesi di distanza non sappiamo ancora cosa è stato trovato di illecito; se ora arrivasse anche una condanna per un fatto accaduto quando ancora non era Il ciclista romagnolo Marco Pantani in vigore la legge Melandri, come minimo si dovrebbe parlare di forzatura a spese del ciclismo, tutelato da nessuno». Lo sport aspetta la sentenza. Pantani anche. Ormai il suo desti¬ no è quello di fare da parafulmine per tutto il mondo dello sport. Ha fatto molto per cercarsi i suoi guai, ma nel mirino c'è sempre e soltan¬ to lui. La conferma della condan¬ na sarebbe un macigno in più sulle spalle in vista della stagione che dirà se è ancora un corridore.
Persone citate: Francesco Moser, Guariniello, Italia Pantani, Marco Pantani, Melandri, Pantani, Secchiari
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