«L'Afghanistan paese invincibile? Un mito che vedremo crollare»

«L'Afghanistan paese invincibile? Un mito che vedremo crollare» IL POUTOLOqO PAKISTANO MIRJAMILURRAHMAN:^ i hn 11 uM onBiigls isbi. «L'Afghanistan paese invincibile? Un mito che vedremo crollare» «Dimentichiamo la disfatta sovietica, oggi i taleban sono drammaticamente isolati. Chi dice che gli americani si batteranno sul terreno? Hanno già chi lo farà per loro» intervista Mimmo Candito Inviato a ISLAMABAD ANCHE ora che i comman¬ dos americani si son fatti vedere in azione nei filmini verdi del Pentago¬ no, molti continuano a pen¬ sare che però la guerra è un'altra cosa. La vera guer¬ ra. E ricuperano la memo¬ ria del ritiro umiliante del¬ l'Armata Rossa dalle monta¬ gne dell'Afghanistan, per confermarsi nel convinci¬ mento che poi, quando 1 marines e i Sas inglesi tente¬ ranno di stanare i taleban dai loro rifugi nella roccia, allora sì che gli Stati Uniti capirano che cosa sia una guerra. E il Vietnam - il nuovo Vietnam - toma a essere un fantasma nei cor¬ ridoi della Casa Bianca. «Tutte storie. Tutte storie di gente che guarda con la testa all'inmetro e non sa misurarsi con la realtà», dice Mir Jamilur Rahman, scienziato pachistano della politica e convìnto sosteni¬ tore della tesi che l'Afghani¬ stan di oggi non abbia nien¬ te a che fare con quello che sconfisse i soldati di Brez¬ nev. Che credere il contra¬ rio sia soltanto un mito perdente. «Anche con voi italiani il fascismo aveva creato il mito della invincibilità, e sapete bene com'è poi fini¬ ta. E c'era il mito del Terzo Reich che pretendeva di du¬ rare mille anni, o quello del Comunismo che diceva di voler costruire un mondo senza classi, o anche quello dell'America che credeva di avere frontiere insuperabili e poi, l'I! settembre, s'è visto bene com'è finita. Tut¬ ti i miti, prima o poi debbo¬ no sbattere il muso sulla realtà». E l'Afghanistan? «A noi pachistani, 1.Afghani¬ stan ci ha fatti prigionieri del mito che i taleban alla fine vinceranno perchè so¬ no nel giusto, nel loro desi¬ derio di avere le prove della responsabilità di Osama. Ma il mondo sarebbe un paradiso, se la giustizia trionfasse e chi ha torto venisse sconfitto. Purtrop¬ po, il mondo non è un paradiso». E però, se gli americani finiranno come finirono i sovietici dieci anni fa? «Ah, altro mito. Ricordiamo allora che cos'era la guerra dell'Afghanistan a quel tem¬ po: anzitutto c'era la Guer¬ ra Fredda; tutti i Paesi non comunisti stavano dietro l'America; con gli afghani s'era schierata perfino la Cina; e il Pakistan era un canale inesauribile di risor¬ se e di armi per i mujahed¬ din. E gli afghani stavano tutti, ma tutti, con i mujaheddin che combatte¬ vano l'invasore». E oggi? «Oggi la musica è ben altra. Anzitutto, i taleban sono drammaticamente isolati, perfino in molta parte della società afghana. Tutti i Pae¬ si del mondo, o sono alleati con Washington, o lo seguo¬ no comunque, oppure tengo¬ no un atteggiamento di ap¬ parente neutralità, che si¬ gnifica soltanto conferma di quell'isolamento. Lo si è visto anche al vertice dei Paesi islamici». E poi? «Poi, tutti i Paesi confinanti - l'ultimo è stato la Cina, l'altro ieri - sono in un modo o nell'altro con la coalizione antiterrorismo. E questo significa che i taleban, non soltanto non li aiuta nessuno, ma presto o tardi saranno a corto di munizioni, di armamento, soprattutto di petrolio. In più, mentre i mujahidin fa¬ cevano un corpo unico, i taleban stanno combatten¬ do una guerra civile: e la combattono contro un nemi¬ co che ha l'appoggio milita¬ re di Stati Uniti e Russia e, prima o poi, avanzerà a prendersi Kabul». Si, ma ancora non si è arrivati al confronto di¬ retto sul terreno. «Altro mito. Ma chi lo dice che gli americani dovranno battersi in forza sul terre¬ no? Che loro, gli americani, le montagne e il freddo non ce la faranno a sopportarli perchè sono signorini che amano la vita comoda, men¬ tre i taleban conoscono le montagne come loro ta¬ sche? Gli americani non an¬ dranno affatto sul terreno, perchè hanno già chi può farlo per loro, e sono gli uomini che combattono nel- l'Allenza del Nord». Però, ieri i filmini del Pentagono li facevano vedere in azione, i com¬ mandos americani. «Propaganda. I soldati ame¬ ricani faranno certamente altre operazioni come quel¬ le del filmato, ma saranno sempre attacchi molto limi¬ tati, protetti dal cielo da un inferno di fuoco, e sostenuti da una dotazione d'armi modernissima e assoluta¬ mente letale». Comunque, rischiano sempre d'impantanarsi. «E perchè? Questo è proprio l'altro mito. A differenza dei sovietici, gli americani non hanno alcuna intenzió¬ ne di occupare il territorio, né di tenerlo: la guerriglia nelle montagne è una ipote¬ si remota, molto remota. Gli americani contano di far fuori Bin Laden, di farlo loro o comunque di farlo fare da altri. E niente più». Si, ma dovranno misu¬ rarsi con un esercito di taleban che conserva in¬ tatta la sua capacità di fuoco. «No, altro mito. I taleban avranno pur nascosto e con¬ servato parte delle loro arti¬ gliere e dei loro depositi d'armi; però, intanto/non si possono muovere, non han¬ no aeroporti né aerei, non hanno più sistema di comu¬ nicazioni, sono ridotti a combattere, quasi, ognuno per conto proprio. Le bombe non distruggono soltanto le batterie della contraerea». Ma c'è l'Islam in fermen¬ to. Una sua ribellione unitaria potrebbe rove¬ sciare il corso della sto¬ ria. «Mito, ancora un mito. La Conferenza islamica - che dovrebbe rappresentare l'unità del mondo musulma¬ no - in realtà è un organo puramente istituzionale, che non ha muscoli né auda¬ cia politica. Non ha saputo esercitare la giusta pressio¬ ne sui taleban, per impedir¬ gli di prendere un percorso senza uscita, come già non , aveva saputo impedire una guerra tra due stati musul¬ mani - l'Iran e l'Iraq - né l'occupazione del Kuwairda parte dedll'Iraq. E nemmeno trova la forza e la forma per bloccare l'umiliazione e la violenza che tengono schiacciati i palestinesi». STRIKE AGAINST TERROR U.S. TROOPS ATTACK SITES .'4 IN SOUTHERN AFGHANISTAN F THE POPULAR FRONT FOR THE UBERA HON ÓF In una delle immagini fornite dal Pentagono il landò dei rangers con il paracadute nella notte

Persone citate: Bin Laden, Mimmo Candito, Mir Jamilur Rahman