Salvare i mangia-zanzare

Salvare i mangia-zanzare | LA COMPLESSA FISIOLOGIA DEI PIPISTRELLI Salvare i mangia-zanzare POTREBBERO RAPPRESENTARE IL MIGLIORE INSETTICIDA NATURALE Caterina Gromis di Trana OGNI atlante di zoolo¬ gia tra i mammiferi illustra le 31 specie di pipistrelli che volano nei crepuscoli d'Europa. Per ave¬ re un commento sincero alle immagini bisogna mostrarle a un bambino digiuno di sapere scientifico, libero di dare sfogo al pensiero istintivo. "C'è di meglio" dice il ragazzino guardando le figure di chirotteri a testa in giù ordinate sulla pagina, ad ah chiu¬ se, con in primo piano il profilo del muso. Ha ragione: l'occhio spontaneo tralascia l'accultura¬ to perbenismo scientifico, e allo¬ ra i pipistrelli appaiono proprio brutti. Bisogna tener conto della loro bruttezza nella lotta per la conservazione di questi animali, perché c'è poco da fare: è facile convincere chiunque a protegge¬ re le rondini, ma non è facile far voler bene ai pipistrelli: devono farsi perdonare i musi rincagna¬ ti, l'aspetto di topi volanti, le orecchie a sventola, gli sguardi porcini e quelle ali membranose che sembrano scialletti funebri. Ma per conquistare la giusta benevolenza verso i mostriciatto- li che spiccano il volo all'ora dei vespri qualcosa in effetti c'è: sono le zanzare, tortura dell'esta¬ te. Altro che candele alla citronel- la, zampironi e bombolette: ba¬ sterebbero i pipistrelli, se fosse¬ ro tanti, frotte silenziose a fende¬ re le tenebre e a fare giustizia di insetti notturni, dannosi e invisi¬ bili agli occhi dei più. Qualcuno che non bada all'estetica esiste ed è pronto ad accogliere e a proteggere i paladini della notte: addirittura c'è chi tanto li deside¬ ra attorno che vorrebbe comprar¬ ne qualche coppia in un impossi¬ bile mercato. Non c'è commercio di questi mammiferi volanti, molto legati al loro territorio. Si sono fatti esperimenti su pipi¬ strelli presi, inanellati e rilascia¬ ti. Tomavano, dotati di straordi¬ narie capacità di orientamento, da dove erano venuti, percorren¬ do distanze anche di un centina¬ io di chilometri. Meglio allora trovare altre maniere: nei luoghi di pasto abbondante, dove l'agri- co tura non richiede massiccio uso di insetticidi nefasti, i pipi- strelli ci sono. Si vedono solo quelli che cacciano alla luce dei lampioni e gli altri si nascondo¬ no così bene che sembrano po¬ chi. Tanti di certo non sono, ma per dirlo di sicuro bisognerebbe andare in giro con un bat de¬ tector, strumento efficace nel rilevare i suoni ad alta frequen¬ za e nel fornire indicazioni sulla presenza di singoli individui. Tutti i pipistrelli sono dotati di un apparato che permette loro di diffondere ultrasuoni, che pro¬ ducono attraverso le narici o le corde vocali, secondo la famiglia a cui appartengono. Così si spie¬ ga il naso mostruoso dei Rinolofi- di, che non è stato affibbiato loro dalla natura per .dispetto: una membrana cartilaginea situata attorno alle narici serve sia ad emettere gli ultrasuoni sia a ricevere le onde sonore di ritor¬ no. E hanno un significato anche le orecchie, che certe volte sem¬ brano grottesche e spropositate ma che, grazie a ima membrana detta "trago", specializzata nella recezione di onde sonore ad alta frequenza, permettono di schiva¬ re gli ostacoli e i predatori, e di costruirsi nel cervello una memo¬ ria acustica e quindi una mappa sonora dell'ambiente: così viene individuato e zittito con un rapi¬ do guizzo anche il ronzio quasi impercettibile di uno zanzarino. Vale la pena di aiutare questi malfamati innocenti: è univer¬ salmente accettato che i pipi¬ strelli sono tra le specie che meglio indicano qualsiasi decli¬ no ecologico dell'ambiente, gra¬ zie alla loro rapida reazione de¬ mografica ai cambiamenti degli ecosistemi. Bisogna conoscerne abitudini e preferenze e rendere i loro luoghi accoglienti: se non ci sono vecchi solai, tronchi cavi, case abbandonate, grotte e caver¬ ne, si può provare con le cassette Pipistrelli, animali utilissimi, ma vittime del loro aspetto, ripugnante ai più, e di sciocche dicerie nido. Sono fatte in cemento e segatura, e se riescono a sostitui¬ re i rifugi perduti per colpa dei tempi moderni di finestre sbarra¬ te, abbaini impenetrabili e sotto¬ tetti inviolabili, possono segnare un successo e collaborare a ren¬ dere abbondante l'insetticida na¬ turale mighore che c'è: da un piccolo gruppo potrebbe forse formarsi una ricca colonia. Esistono, tra gli appassionati di animali, i cultori della fauna ipogea: sono persone che studia¬ no e proteggono il mondo delle tenebre, aggirandosi come spet¬ tri per grotte e caverne, e che insegnano anche agli altri, comu¬ ni uomini diurni, ad apprezzar¬ ne i misteri. Per amore dei pipi¬ strelli si sono riuniti per la prima volta nel 1998 a Castell'Azzara, piccolo paese inerpicato sulle montagne a sud dell'Amiata, al margine di una zona d'Italia piena di storia, arte e turismo. U luogo è famoso per una grotta, e lì si è dato appuntamento un folto gruppo di gente di cultura, speleologi e zoologi arrivati da diversi paesi dell'Europa, per ren¬ dersi conto l'un l'altro delle loro personali ricerche, scambiarsi notizie e formulare programmi futuri. In Italia ci sono 31 specie di pipistrelli, e 9 di queste vivo¬ no insieme nella grotta di Castali' Azzara, usando in modo diversi¬ ficato i suoi microambienti: Il convegno del 1998 è stato il primo e per ora l'unico in Italia: 24 sono risultate le specie di pipistrelli per il Piemonte, due delle quali, Myotis myotis e Myo- tis blythi, formano la più grande colonia nota nell'Italia nord-occi¬ dentale, tra le mura dell'Abbazia di Staffarda. E' tempo che gli specialisti si riuniscano di nuovo e che portino alla luce i risultati delle più recenti ricerche: forse sono incoraggianti, e nuove colo¬ nie protette di uccelli dalle ali di pelle, come li chiamava Aristote¬ le; stanno crescendo discrete e prosperose: la loro compagnia numerosa al crepuscolo allonta¬ nerebbe l'idea del nostro pianeta invaso dai pesticidi e da altri peggiori veleni. SONO I MAMMIFERI CHE MEGLIO INDICANO IL DEGRADO DEGLI ECOSISTEMI. IN EUROPA NE ESISTONO 31 SPECIE. DIFFICILE LA LORO EVENTUALE REINTRODUZIONE IN LUOGHI DOVE SONO SCOMPARSI PERCHE', ESSENDO ANIMALI STANZIALI, TORNANO ALLA BASE ANCHE SE LONTANA CENTINAIA DI CHILOMETRI

Persone citate: Caterina Gromis

Luoghi citati: Europa, Italia, Piemonte, Staffarda, Trana