Omar all'Alleanza del Nord: insieme contro l'America

Omar all'Alleanza del Nord: insieme contro l'America DISPERATO APPELLO ALLE BRIGATE TALEBAN: «MAZAR-I-SHARJF NON DEVE CADERE O IL NEMICO ARRIVERÀ' A KABUL» Omar all'Alleanza del Nord: insieme contro l'America L'incredibile proposta del mullah respinta dal comando della guerriglia r.;:^rV; ^iMBr Vlreportage Giovanni Cerniti Inviato a ISLAMABAD MAZAR-I-SHARIF non deve cadere!». Il mullah Omar manda un messaggio alle sue Bri¬ gate. Se cade quella linea del fron¬ te, l'Alleanza del Nord e il mercera- rio Abdhul Rashid Dostum plane¬ rebbero su Kabul come falchi. L'agenzia di stampa «Aip», la voce dei taleban, da Peshawar scrive che Omar ha chiamato alla «resi¬ stenza». Resistere. Stare imiti «con¬ tro gli infedeli e gh invasori ameri¬ cani». Sembrerebbe ima prima am¬ missione: commandos Usa, o ingle¬ si, o neozelandesi, hanno dunque già cominciato a invadere, paraca¬ dutati attorno a Kandahar nehe notti senza luna o infiltrati dal confine pakistano. E invece no. Anche se da Islamabad non manca¬ no conferme, i taleban negano «la presenza di soldati stranieri nella Terra Sacra deh'Emirato». I giornali pakistani da almeno una settimana pubblicano indi¬ screzioni sui commandos a Kan- dahar, e le voci di Islamabad sus¬ surrano di scontri, feriti, morti. Da ieri una terza base militare, a Dalbandin, è a disposizione degh aerei Usa. Al telefono, il direttore deh'agenzia «Aip» dice di non ave¬ re «informazioni in proposito». E per due volte rilancia la dichiara¬ zionediAbdulHananHimat,por- zione di Abdul Hanan Himat, por tavoce del ministero dell'Informa zione di Kabul: «Ho contattato tutti i nostri responsabili operativi mihtari e mi hanno riferito che non esistono segnah o prove di una presenza di soldati stranieri nel nostro territorio controllato». L'«Aip» dall' 11 settembre si è sem¬ pre limitata ai comunicati ufficia- li, e negh ultimi giorni a bollettini su bombe, morti e feriti. Ieri ha precisato che Abu Baseer al-Ma- sri, un comandante di Al Qaeda, non è morto durante un bombarda¬ mento: gli è scoppiata una granata in mano. Si nota una certa sorpresa nelle corrispondenze dell'agenzia di stampa taleban. Era venerdì, ieri, giorno di preghiera e di manifesta¬ zioni sempre meno affollate. Non s'aspettavano aerei, o almeno così tanti. Una caserma centrata appe¬ na dietro l'hotel Intercontinental di Kabul, quattro bombe, cinque morti. Tre basi della brigata 81 a Jalalabad. La sede del «Ministero per la promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio», la polizia religiosa, e il bazaar di Kandahar: due morti. Secondo gh addetti mihtari delle ambasciate occiden¬ tali, i bollettini di guerra deh'agen¬ zia ((Aip» non hanno mai ceduto alla propaganda. Per quella ci sono le dichiarazioni dei mullah. L'am¬ basciatore, tornato a Islamabad dopo una settimana, nega anche lui: non ci sono infedeh in Afghani¬ stan, il mullah Omar se la passa bene e Osama bin Laden megho. Dal suo rifugio, ma questo l'agenzia ((Aip» non lo racconta, Omar sta tentando di contattare i capi dell'Alleanza del Nord. Una missione simile era stata affidata anche al ministro degh Esteri Wakil Ahmed Muttawakil, dato per disperso per sei giorni tra Islamabad e Dubai. Missione faUi- ta e comunque disperata. Ora si muove il «Capo dei Credenti» ed è l'Alleanza del Nord a rivelare un obiettivo che ha dell'incredibile. Mettere d'accordo il mullah di Kabul e l'Alleanza «per combatte¬ re l'invasione americana». A Farkhar, nella provincia di Takhar, dal comandante Daud si sono presentati sei anziani capi tribù di Taloqan con il messaggio di Omar: l'Afghanistan agli afgha¬ ni, non agli americani. Il coman¬ dante Daud li ha ascoltati solo per rispetto, e la risposta è stata un ovvio e sdegnato no. Dall'Afghanistan arrivano se¬ gnah di difficoltà. E' Omar, dopo una settimana di silenzio, a pren¬ dere l'iniziativa. L'appello per la resistenza a Mazar-i-Sharif che potrebbe cadere: e se i taleban perdono il controllo di quell'aero¬ porto, da Nord sono davvero sco¬ perti. I suoi messaggeri costretti a soUecitare alleanze impossibili. Co¬ me se, al tredicesimo giorno d me se, al tredicesimo giorno di bombe sull'Afghanistan, il mullah Omar si fosse reso conto di dover fare qualcosa per trovare una via d'uscita. Perché pressato dai tale¬ ban «moderati», gh stessi per i quah Musharraf ha prenotato un posto nel governo dell'Afghani¬ stan che verrà. O dai capi tribù, che già cominciano a scommettere sulla fine dell'Emirato Islamico. O dai mullah che mal sopportano gli «arabi» delle milizie di Bin Laden. L'agenzia ((Aip» aveva annun¬ ciato, per il Pakistan, un venerdì di grande mobilitazione islamica. In un mese il venerdì più calmo, piazze vuote, comizi veloci e tutti in Moschea. L'unica grande mobili¬ tazione come sempre è ai confini, per i profughi. Fatoumata Kaba, deh'Alto Commissariato dell'Onu, da Quetta parla di «panico». Alla frontiera afghana negli ultimi tre giorni sono arrivati in 3 mila 500. Disperati. Via da Kandahar senza più niente, il rischio di bombe durante la fuga. A Chaman c'è chi riesce a passare la frontiera e sparisce, nascosto da parenti che aspettano in territorio pakistano. Chi non ce la fa, quasi tutti, resta in attesa di una tenda, cibo, acqua, vestiti. Chi non ha soldi vende il racconto della fuga. AU'ambascia¬ ta taleban di Islamabad negano anche i profughi. «Gli afghani sono tutti pronti a combattere - dice il portavoce Swahil Abdel Shahin - e gh americani dovranno mandare 100 mila uomini...». QaziHussain QaziHussain Ahmed, leader del partito religioso islamico «Jamat», arringa la folla a Peshawar in Pakistan durante una manifestazione contro i bombardamenti americani sull'Afghanistan

Persone citate: Abdul Hanan Himat, Bin Laden, Daud, Musharraf, Osama Bin Laden, Rashid Dostum, Swahil Abdel Shahin, Wakil Ahmed Muttawakil