«Schiave dell'immagine che l'uomo ha di noi»

«Schiave dell'immagine che l'uomo ha di noi» —^ .... - -.—~.—-r—^—: : ——- L'EX MODELLA BENEDETTA BARZ8NI SFILA PER UNA SERA «Schiave dell'immagine che l'uomo ha di noi» «Il nostro denudarci è identico alla copertura estrema del burqa» intervista Maria Coiti TORINO NON esiste nulla di più snob di Hermes e nessuno più snob della modella che la mai¬ son francese ha scelto come simbolo del suo stile. Benedet¬ ta Barzini a 58 anni ancora calca le passerelle. E' come si dice una nata bene - padre grande inviato e una madre miliardaria, vedova di Feltrinel¬ li - una di quelle donne che hanno lo chic nel dna e se ne fregano delle apparenze. Capel¬ li grigi portati con disinvoltura, scarpe basse, zainetto e niente trucco. Un look oltre il minimali¬ smo, oltre le regole. Un po' provocatorio. Come è lei. Sfila e si fa fotografare ma solo per imparare come cambiano le regole del mondo della moda, per insegnare le nuove tenden¬ ze dell'immagine ai suoi stu¬ denti dell'Università di Urbi¬ no. Delle nuove modelle dice: «Sono tutti polli in batteria». Delle donne: «Non c'è differen¬ za tra le occidentali e le afgha¬ ne. Siamo comunque schiave dell'immagine che l'uomo ha di noi». Che cosa vuole dire? «Noi donne siamo totalmente schiave dell'uomo. O meglio dell'immagine che l'uomo vuo¬ le avere di noi. Il nostro denu¬ darci, l'esposizione delle forme è cosa identica all'ipercopertu- ra delle donne afghane. Noi siamo prive di un punto di vista autonomo». E' strano sentire dire que¬ ste cose da lei che è della generazione del '68. «Il '68 ha messo la sua pietruz- za su una grande spiaggia. Ba¬ sti pensare che non è mai esistito un movimento giovani¬ le con un imprinting femmini¬ le. Le donne si sono adattate alle forme maschili». La sua è una visione pessi¬ mista. Non vede segnali di maggiore autonomia nelle giovani di adesso? «Qualcuno. Le ragazzine di oggi non aspettano che sia il ma¬ schio ai invitarle al cinema. Alzano il telefono e vanno drit¬ te allo scopo. Ma poi le vede quando escono come si vesto¬ no? Lo scopo è sempre quello di piacere». Non è sbagliato voler piace¬ re, è umano... «E' sbagliato non sapere fare altro. Il discorso è sempre lo stesso: noi ci adeguiamo a quello che piace e decide lui. Per piacergli ci sessualizzia- mo, per essere credibili dobbia¬ mo mascolinizzarci con tail¬ leur e giacche copiate dal suo guardaroba». Tornando alle donne afgha¬ ne, a quella parte dell'uni¬ verso femminile sottomes¬ sa se non schiava. Cosa pensa in questi giorni? «Non posso sentenziare su cul¬ ture diverse dalla mia. Penso comunque che l'Occidente non abbia nulla di cui essere glorio¬ so. Noi siamo fondamentalisti del profitto e dovremmo fare una grossa riflessione sui danni che abbiamo fatto in tutto il mondo». Parliamo di moda. Lei ieri ha sfilato per Hermes, con¬ tinua a fare la modella nonostante questo ambien¬ te non le piaccia. «Quando me lo chiedono spiego cosa penso delle indossatrici. Mentre ieri potevamo essere anche basse e formose oggi sono tutte delle giraffe, con una bellezza standard. Oggi i corpi sono delle fabbriche e quando non funzionano più occorre riconvertirli. Ci sono casi dram¬ matici come quello Linda Evan¬ gelista che si è trasformata completamente per poter conti¬ nuare a essere ima novità ri¬ chiesta dal mercato...». Lei invece ha sempre rifiu¬ tato cambiamenti. Anche i suoi capelli preferisce la¬ sciarli grigi. Snobismo? «Non mi tingo perché se comin¬ ci non sai quando finisci. Dei capelli nerissimi su un volto segnato dalle rughe non vanno bene e allora sei tentata di farti il lifting. E poi magari passi alle braccia...». E lei che tipo di modella è? «Io sono una mannequin per finta, una che racconta quello che ha addosso». L'Occidente non ha nulla di cui andare orgoglioso siamo fondamentalisti del profitto e dovremmo riflettere sui danni provocati al mondo Perché sfilo ancora? Per far vedere che non esiste una bellezza standard

Persone citate: Barzini, Benedet, Capel, Delle

Luoghi citati: Torino