In Iraq la strada del sospetto di Eugenia Tognotti

In Iraq la strada del sospetto In Iraq la strada del sospetto Fra i maggiori produttori di armi batteriologiche Eugenia Tognotti Poco più di un anno fa l'infetti- vologo Thomas Inglesby, della prestigiosa Johns Hopkins School of Medicine, immaginò e descrìsse su un numero di «Emerging Infectious Disea- ses» un attacco bioterrorìstico agh Stati Uniti d'America. Que¬ sta la scena: un furgone dall'ap¬ parenza innocua percorre l'au¬ tostrada nei pressi di Baltimo¬ ra la sera del primo novembre di un anno qualsiasi. Settanta¬ mila tifosi sono riuniti in un vicino stadio per assistere a un'appassionante partita di fo¬ otball americano. Giunta a un miglio di distanza l'auto rila¬ scia per trenta secondi un aerosol di bacilli di carbon¬ chio: nessuno degh spettatori sospetta che la brezza della sera sospinga verso dì loro l'invisibile nuvola di morte. Trascorsi alcuni giorni una sin¬ drome simile all'influenza col¬ pisce centinaia di persone. Due settimane più tardi i morti sono quattromila, venticinque milioni di dollari sono stati spesi per antibiotici e l'Ameri¬ ca è sotto shock, mentre all'Fbì perviene la minaccia dì ulterio¬ ri attacchi ad altre cinque città. Scrìtta a scopo didattico - Eer spiegare che impatto avreb- e potuto avere in America una catastrofe bioterrorìstìca - quella nera fiction batteriologi¬ ca toma alla mente in queste ore in cui la guerra dei microbi - impensabile fino all'11 set¬ tembre - è arrivata in alto, alla sede del Senato americano e della Camera dei rappresentan¬ ti. Anche a voler risolutamente sfuggire alle tentazioni allarmi- stiche, non c'è dubbio che le due novità di oggi - la presenza per ora incerta del malefico bacillo nel sistema di ventila¬ zione del Senato e la particola¬ re virulenza dei ceppi del batte- rio - evochino uno scenario tra i più inquietanti, come un intervento più diretto per la disseminazione delle spore e una possibile manipolazione genetica. Peraltro questa inedi¬ ta aggressione a colpi di bacilli, che non ha precedenti nella storia, presenta un certo grado di imprevedibilità circa gli ef¬ fetti e la capacità offensiva. E questo nonostante le informa¬ zioni di cui si dispone sulle armi biologiche, nella cui speri¬ mentazione l'Urss era all'avan¬ guardia. Al momento del suo crollo nel 1992, l'Urss disponeva di ben nove principali linee di produzione, capaci di sfornare centinaia di tonnellate di agen¬ ti infettivi, tra cui vaiolo e carbonchio. Su di essi si era concentrata la ricerca per la selezione dei microrganismi re¬ sistenti agh antibiotici, per la messa a punto, di aerosol adatti a diverse condizione climati- che e topografiche. La probabi¬ lità cbe dietro quello che ormai ha tutta l'aria di un attacco bioterroristico ci sia l'ombra del nemico numero uno dell' America, Saddam Hussein, non può che condurre la strada del sospetto verso l'Iraq, che insie¬ me a Iran, Giappone e Israele possiede un armamentario ric¬ co e vario. Come è ben noto i suoi programmi di guerra biolo¬ gica accelerarono il ritmo dopo il 1974. Secondo l'Unscom - l'agenzia Gnu che eseguiva i controlli nel Paese arabo - l'arsenale biologico di Saddam Hussein comprenderebbe tossi¬ na botulinica, spore di carbon¬ chio e spore di Clostridium perfringens per il riempimento di munizioni non convenziona¬ li. . Durante la guerra nel Golfo Persico il signore del male possedeva 25 testate di missili contenenti oltre 5000 chilo¬ grammi di agenti biologici, in¬ clusa la mortale tossina botuli¬ nica è i germi del carbonchio. Inoltre erano pronti altri 15 mila chilogrammi di agenti bat¬ terici'collocati in bombe pron¬ te da lanciare da aerei militari: se questo disegno di morte fosse andato avanti le micidiali bombe batteriologiche avrebbe¬ ro eguagliato forse, nei loro devastanti effetti, quelle di Nagasaki e Hiroshima.

Persone citate: Ameri, Johns Hopkins, Saddam Hussein, Thomas Inglesby