Bocelli: torno a cantare a New York perché sento che devo combattere di Armando Caruso

Bocelli: torno a cantare a New York perché sento che devo combattere ILTENORE E AZIO CORCHI QUESTA SERA A CATANIA CELEBRANO BELLINI Bocelli: torno a cantare a New York perché sento che devo combattere Armando Caruso CATANIA Andrea Bocelli-Azio Gorghi, inedi¬ ta coppia del teatro musicale italiano. Insieme celebrano, oggi e domani, alla loro maniera, Vin¬ cenzo Bellini, nel bicentenario della nascita, compositore «sacri¬ ficato» dai più grandi teatri italia¬ ni sull'altare delle celebrazioni verdiane. Andrea Bocelli è tenore giramondo: spara acuti sotto i cieli dei cinque continenti, vende milioni di dischi, molti di più di - quanti ne abbia venduti Luciano Pavarotti; suscita affetto perché è musicista autentico e cantante che non s'è mai montato la testa. Azio Gorghi, uomo di estesa cultu¬ ra e musicista fra i più insigni d'Europa, autore del famoso «Gar- gantua», di «Blimunda», di «Diva¬ ra» su testi del Premio Nobel per la letteratura, José Saramago, è nato a Giriè (Torino) nel 1937, ma è lombardo d'adozione, essendo da anni docente di composizione al Conservatorio di Milano. Com¬ positore che ha rivisitato «L'Ita¬ liana in Algeri» per la Fondazione Rossini di Pesaro, ha scritto su commissione del «Bellini» di Cata¬ nia, «Malinconia, ninfa gentile»; sei Ariette da Camera di Bellini, per voce, due pianoforti e orche¬ stra d'archi, quella di Catania, appunto, che sarà diretta da un musicista di grande istinto; Dona¬ to Renzetti. Andrea Bocelli cante¬ rà anche il famoso «Finalino» del Pirata. Bocelli, finalmente un «Belli¬ ni» nuovo. «Meno male che ci hanno pensato Azio Gorghi e il direttore del "Bellini" che gli ha commissiona¬ to la scrittura delle sei Ariette. Bellini è compositore che ha sem¬ pre amato le voci di tenori e soprani. E' il rappresentante di spicco del belcanto. L'importante è che non si vada avanti per forza d'inerzia, ma che i compositori scrivano, rinnovino la musica. Ce n'è un gran bisogno» Si è deciso a tornare a New York per un nuovo tour? «Sì, tornerò due volte in poco tempo negli Stati Uniti, nella West Goast, ma anche a New York, nonostante la fortissima emozione che ha suscitato l'attac¬ co alle Torri gemelle. Una bomba emotiva che è entrata nelle no¬ stre case e ha cambiato la nostra vita. Per questa ragione ognuno di noi deve fare il proprio dovere, ma senza essere presenzialista a tutti i costi. In occasioni tragiche come queste, si dovrebbe lavora¬ re in silenzio, con dignità, consa- pevoli che bisogna battersi con¬ tro la malvagità umana, che non ha limiti». Molti avvertono un senso di paura... «Non di paura. Siamo tutti consa¬ pevoli della fine che tocca ad ognuno di noi. La vita terrena non è etema, lo sappiamo bene. Credo si sia preda della costerna¬ zione, di un senso di impotenza, che ci voglia più giustizia». Nei giorni scorsi è uscito il suo disco di canzoni... «Sì, ma penso ai prossimi impe¬ gni openstici che però non le dico ancora perché non sono sicuri. Ci si rifugia in teatro e si incidono dischi. Ne ho fatti molti, "Bohème", "Werther", "Tosca", "Messa da requiem", "Verdi", ma credo sempre di più, e le dramma¬ tiche vicende me lo confermano, che ognuno di noi deve affronta¬ re il proprio lavoro con amore ed equilibrio. Vorrei dire che la cap¬ pa plumbea che grava sulla vita di tutti fa male anche al teatro. Per questo non dobbiamo aver paura, ma pensare che la speran¬ za è l'ultima a morire. Non è una frase retorica, ma ima necessità oggettiva. Sono sicuro che andan¬ do a teatro con gioia si può contribuire a vivere ed a spera¬ re». Interpreterà sei ariette del compositore catenese rivisitate dal musicista e il «Finalino» del «Pirata» «La tragedia americana va superata con dignità e senso di giustizia» Andrea Bocelli dopo il concerto di Catania in cui celebrerà Bellini, si recherà due volte negli Stati Uniti: «Credo che ognuno di noi ora debba affrontare il proprio lavoro con grande amore ed equilibrio»