Francia nel caos er colpa delle 35 ore

Francia nel caos er colpa delle 35 ore Ol4^P| DILAGA LA PROTESTA SOCIALE CONTRO LA RIFORMA SUL TAVOLO DEL GOVERNO Francia nel caos er colpa delle 35 ore Entro l'anno dovrebbe scattare la «fase 2» con l'estensione della riforma alle piccole imprese e ai dipendenti dello Stato ma Gli imprenditori spuntano deroghe, negli ospedali è tutto in alto mare partono gli scioperi reportage sare Martinetti ì corispondente da PARIGI PRIMA assurdità. Dice Frédéric Ethuin, 32 anni, ane¬ stesista al pronto soccorso, 14 mia franchi di stipendio al mese (4 milioni e 200 mila) : «Ho comin¬ ciato a lavorare stamattina, sta- norte sono di guardia, domani il mio turno finisce dopo le 18 e 30 e avrò fatto, in due giorni, circa 35 ore. Che faccio gli altri cincjue? Sto a casa? Scusate, io ho vogba di lavorare e di gua¬ dagnare». Seconda assur¬ dità. Dice Fabien- neFieux,33aiini, medico rianimato¬ re: «Lavoro circa dieci ore al gior¬ no, cinque giorni alla settimana e mezzo sabato ogni due settima¬ ne. In tutto 66 ore, circa. Dobbia¬ mo ridurre l'ora¬ rio di lavoro? Ci devono dare altri medici, ma non ce n'è. Si parla di "importare" laureati da Grecia, Spagna, Afri¬ ca. Ma secondo ima circolare del ministro ci deve sempre essere un medico francese responsabile di ognijservizio. Se c'è di guardia uno straniero, ci deve essere un francese reperibile. Ma le ore della reperibilità vanno nel conto delle ore da ridurre o no? E chi le paga'Quanto?» Per le altre assurdità è consi-gliaM venire qui all'ospedale San Luig, quartiere Belleville, oltre la Bastiglia. Il grande atrio soleggia¬ to i accogliente è colorato di taz«bao. Tante storie come quelle di B-édéric e Fabienne e ima sola certezza: dopodomani, venerdì, Ieri le aghanno paParigiautobusHa viasoltantoogn itazioni ralizzato Fermi e metro ggiato un Tgv tre come tutti,! venerdì, sarà sciope¬ ro, qui e in tutti gli ospedali di Parigi. Slogan: «Di fronte alla Guigou, saremo inflessibili!». La signora Elisabeth Guigou, sociali¬ sta, è il ministro del Lavoro che ha ereditato da Martine Aubry la legge sulle 35 ore, una patata bollente che sta facendo ballare la Francia perché se finora è stata applicala solo nelle grandi imprese, per l'inizio del 2002 la saracinesca «dovrebbe» scattare per il resto del paese, piccole imprese e pubblica amministra¬ zione. Dovrebbe, ma non acca¬ drà. Come appheare le trentacin¬ que ore nell'amministrazione pubblica senza aumentare gli or¬ ganici e mettere a repentaglio il bu¬ dget superottimi- sta del ministro dell'Economia Fa- bius? Come far la¬ vorare trentacin¬ que ore i medici negli ospedali già in crisi per man¬ canza di laurea¬ ti? E intanto gli ultimi dati parla¬ no di occupazio¬ ne in calo. L'autunno-inverao caldo francese è cominciato. Ieri, martedì, Parigi era paraliz¬ zata: pochi bus e pochi metro; il paese rallentato: treni a singhioz¬ zo, fermi un Tgv su tre. Non tutti gh scioperi erano per le 35 ore, ma la riduzione d'orario è sempre sullo sfondo. E ogni giorno ce n'è una. Giovedì era chiuso il Louvre, venerdì il Beaubomg e lo stilista Karl Lagerfeld che aveva organiz¬ zato al «Centra» il suo défilé ha dovuto traslocare. Anche i mae¬ stri di nuoto hanno messo in crisi Parigi. Giorni fa momenti di vera tensione al ministero della Cultu¬ ra quando i manifestanti hanno assediato il ministro Catherine Tasca e sono stati sgomberati alle 10 di sera da poliziotti che mostra¬ vano i manganelli. I francesi amano le 35 ore, anche se le opinioni vanno sem¬ pre lette al dritto e al rovescio. Tra quelli che già ne godono, il 69 per cento dei «quadri» s'è dichia¬ rato entusiasta, però la metà del¬ le donne ha detto che lo stress è aumentato. Ma da quando l'oriz-, zonte della riduzione del tempo di lavoro s'è dispiegato, tutti ci hanno preso gusto. In vista delle elezioni di primavera, la destra attacca, ma con moderazione. In un'intervista a Les Echos, l'ulti¬ mo premier chiracchiano, Alain Juppé confessa: «Nessun partito può pensare di prendere voti se mette nel suo manifesto elettora¬ le l'abrogazione pura e semplice delle 35 pre». La Rtt (riduzione tempo lavoro) è uno stato d'ani¬ mo condiviso. In primavera circo- lavano indagini entusiaste sulla riconquista ài se stessi attraverso il tempo libero: bricolage, hobby, fitness. La «via francese» al nuo¬ vo edonismo della società post- conflittuale. Uno stile di vita, la rivincita dell'individuo, il boom delle agenzie di viaggio: più 25 percento. E adesso? A leggere il bolletti¬ no degli scioperi si capisce che le 35 ore sono un meccanismo infer¬ nale che si dispiega in una seg¬ mentazione grottesca delle esi¬ stenze (mezz'ora qua e là, giorni di recupero alla fine del mese, crediti di ore e giorni da recupera¬ re a fine anno, cassa del tempo risparmiato...) di cui neppure i mi¬ nistri sanno veni¬ re a capo. Tutto si risolverà in una dissolvenza di rin¬ vìi e moratorie in un orizzonte lon¬ tano quando i gior¬ ni da recuperare - forse-saranno re¬ cuperati. Tanto per co¬ minciare il gover¬ no ha rinviato (al 2004) l'entrata in vigore della legge per le piccole e piccoUssime imprese. Non solo. Ha aumentato da 130 a 180 (con un décalage progressivo e una giungla di incentivi e disincenti¬ vi fiscali) le ore di straordinario possibili. I sindacati se la sono presa («Un regalo alle imprese») ma imprenditori come il garagi¬ sta Philippe Debouzy, il carroz¬ ziere intervistato da Le Monde come prototipo di un pezzo di società (due dipendenti, orario medio 42 ore la settimana) si saranno sentiti sollevati. Già si stavano studiando contro misu¬ re, con fantasia. Nella Val-du-Ga- ronne, Monique Julliot ha rivela¬ to a Liberation che si preparava¬ no accordi tra imprese per spar- Diff icile pper il mdel LavorCome al'orarioassualtro pe roblema inistro o Guigou corciare senza mere sonale? tirsi il «tempo» (le spese e le teste) dei lavoratori: mezza giornata da me, mezza da te. Gli ottomila cancellieri dei tri¬ bunali sono preoccupati. In città come Marsiglia giurano di lavora¬ re fino a quando fa buio e talvolta nel weekend senza riuscire mai a recuperare. Altro che 35 ore. Ad Evry non fanno nemmeno in tem¬ po a registrare le richieste di libertà, che già i detenuti sono fuori di galera. Al ministero della Cultura dopo mille calcoli, si è airivati a un compromesso, ma i sindacati hanno scoperto che un terzo dei lavoratori avrebbe avu¬ to un aumento del tempo di lavo¬ ro. Tra i 106 mila alti funzionari di Stato, il «caos-ha raccontato uno di loro a Liberation- è totale». Lavora¬ no mediamente 42 ore a settima¬ na e il 90 per cen¬ to si augura di pas¬ sare presto alle 35 ore. Ma come? La soluzione sarebbe un «conto del tem¬ po risparmiato» che ognuno si por¬ ta dietro mantenendo lo stesso orario, ma confidando per il futu¬ ro in congedi sabbatici. E in quei giorni chi dirigerà i loro uffici? Il vero caos, per ora, è negli ospedali dove, ha scritto Bernard Debré, ex ministro e primario, non si potrà avere alcuna riduzio¬ ne d'orario per i medici finché non ci sarà «riduzione del tempo di malattia» da parte dei malati. Un rompicapo. Nemmeno a Mati- gnon, sede del primo ministro Jospin, gh esperti hanno saputo disegnare un progetto realistico di Rtt per i due mila funzionari. E hanno incaricato due società di consulenza: Pricewaterhouse e Eurogroupe. Chi darà per prima la risposta giusta? Ieri le agitazioni hanno paralizzato Parigi. Fermi autobus e metro Ha viaggiato soltanto un Tgv ogni tre Diff icile problema per il ministro del Lavoro Guigou Come accorciare l'orario senza assumere altro personale? La Gare du Nord di Parigi deserta per lo sciopero nazionale dei ferrovieri che ieri ha bloccato i treni francesi

Luoghi citati: Francia, Grecia, Marsiglia, Parigi, Spagna