cantando sotto la pioggia

cantando sotto la pioggia cantando sotto la pioggia Giovanna Favro TORINO I colori sono il grigio, il nero, il freddo del ferro e della ruggine dipinta su grandi strutture metalli¬ che: sei torri, tre delle quali mobili, che appaiono come scheletri di archi¬ tetture astratte, attraversate da gro¬ vigli di scale. Il palcoscenico comuni¬ ca vertigine: sono 400 metri quadri in cui la prospettiva è sghemba, falsata da una doppia pendenza del piano - del 20 per cento verso la sala, e del 10 diagonalmente - con un intreccio di punti di fuga che rendo¬ no un senso d'angoscia fin da quan¬ do s'apre il sipario. La prima italiana del «Re Lear» di Aribert Reimann fumata da Luca Ronconi inaugura stasera la stagione del Teatro Regio con un allestimento «di ferro, di metallo e. di pietra - ha spiegato il regista -: materiali che evocano la durezza e la ferocia della vicenda». Sensazioni che arriveranno al pub- bhco anche mediante l'uso «estre¬ mo» del concetto stesso di macchina teatrale, con soluzioni e sfide tecni¬ che tali da rèndere il «Lear» una delle più ardite realizzazioni mai curate da Ronconi. Durante lo Spettacolo, creato nei laboratori del Regio, dietro le quinte ci sarà un incessante lavorio di argani, contrappesi e motori giudati da una trentina di macchinisti ed elettricisti. Manovreranno le archi¬ tetture mobili delle tre torri che ricomporranno gli spazi correndo su rotaie, apriranno le botole da cui spunteranno i personaggi, e muove¬ ranno le travi reticolari che, nel primo atto, sollevano in verticale 120 metri quadri di palcoscenico: quando Lear è tradito dalle fighe, prima viene stretto - quasi schiaccia¬ to - tra due torri; poi si scatena una tempesta, con una pioggia a dirotto che scenderà sul re da due tubi collocati a mia ventina di metri d'altezza, e finirà, con mi sistema di canaletti, in una sorta di grande vasca, profonda sei centimetri, crea¬ ta appunto dal sollevarsi del lato destro del pavimento. Se, sotto il palco, sorregge il piano inclinato una selva di assicelle, così tante da pesare ben 12 tonnellate, si può avere un indizio su quanto sia ardito l'allestimento sapendo che l'ingegner Silvano Cova, il direttore tecnico dell'ente lirico, ha dovuto creare un riparo - una paratia rico¬ perta di tulle, alta mezzo metro e lunga quanto il boccascena - per evitare che qualche oggetto ruzzoli sull'orchestra, visto che la pendenza termina al limite del golfo mistico. Cova ha anche chiesto a Vera Mar- zot, che ha curato i costumi, di evitare le scarpe con il tacco, affin¬ ché a ruzzolare non siano le cantan¬ ti, e ha fatto spalmare sul palco una speciale malta anti-sdrucciolo com¬ posta da gomma liquida, sabbia e segatura. Precauzioni che potrebbe¬ ro non essere sufficienti, visto che lo stesso Ronconi, nei giorni scorsi, ha perso l'equilibrio e s'è procurato una distorsione ad una caviglia. Per sottolineare quanto sia stato complesso realizzare lo spettacolo, il sovrintendente Walter Vergnano sta¬ sera inaugurerà nel foyer una mo¬ stra fotografica di Alberto Ramella, che ne racconterà la messa in scena. In sala ci sarà il compositore, e la fiima di Ronconi richiamerà un pub- blico d'eccezione ; è attesa una pattu¬ glia di artisti, come Michelangelo Pistoletto e Marco Gastini, di scritto¬ ri come Alessandro Baricco e Gianni Farinetti, e di volti noti del cinema, dai registi Gabriele Muccino e Giu¬ seppe Piccioni a Enrico Ghezzi e al direttore della mostra di Venezia Alberto Barbera. Previsto anche l'ar¬ rivo di Piero Fassino, Andrea Pininfa- rina e Gianni Vattimo. A sinistra una scena di «Re Lear» al Teatro Regio di Torino a destra Il protagonista Monte Jaffe sostituisce Wilcus Slabbert che si è ammalato all'ultimo momento

Luoghi citati: Torino, Venezia