Appello dei saggi per rilanciare l'Ue di Enrico Singer
Appello dei saggi per rilanciare l'Ue UNA CONVENZIONE PER RIFORMARE LE ISTITUZIÓNI Appello dei saggi per rilanciare l'Ue Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Il titolo dell'appello non poteva essere più chiaro: «Sveghamo l'Eu¬ ropa». E le tredici firme che chiudo¬ no il testo sono quelle di personali¬ tà di primo piano nel processo della costruzione europea: da Jacques Delors a Helmut Kohl, da Giuliano Amato a Felipe Gonzàlez, da Hel¬ mut Schmidt a Jean Lue Dehaene, da Roy Jehkins a Etienne Davi- gnon, da Jacques Santer a Mario Soares. Tutti con un progetto: la nuova Unione deve essere uri «atto¬ re intemazionale influente, con istituzioni forti e con una econo¬ mia coordinata». Tra qualche anno la Uè sarà più grande, con l'apertu¬ ra ai Paesi dell'Est. Ma non basta: dovrà essere più coesa, una vera «Federazione di Stati-nazione». Era un impegno già prima dell' 11 settembre: adesso è una necessità. Romano Prodi, ha ricevuto l'appel¬ lo ieri da una dele¬ gazione guidata da Delors. E ne condi¬ vide l'analisi. I ri¬ tardi, le incertez¬ ze, gh egoismi dei governi, sono i ri¬ schi maggiori per il futuro dell'Europa che il presidente della Commissione ha denunciato più di ima volta. Sono anche i pericoli che individuano i «saggi» nel loro appello e in un libro bianco di 60 pagine che è una specie di manife¬ sto per aprire il dibattito sull'Unio¬ ne di domani. Un dibattito che deve uscire dal chiuso dei palazzi della politica e coinvolgere quanto più possibile i cittadini della Uè che oggi sono 350 milioni, che presto saranno quasi mezzo miliardo e che in questi giorni di crisi vorreb¬ bero più risposte dall'Europa. L'attacco del terrorismo e la guerra per combatterlo, nelle sue varie forme, hanno riproposto i problemi che non sono ancora risol¬ ti. L'appello «Sveghamo l'Europa» li elenca e ai primi posti ci sono la politica estera e di difesa comuni. La soluzione indicata è una: «Spin¬ gere sull'acceleratore dell'integra¬ zione europea». Il pericolo peggiore è «quello di fermarsi», dicono i Il documenpresentatoporta la firmdi tredici peda Delors ada Amato to a Prodi ma rsonalità Kohl a Gonzàlez tredici «saggi». Proprio in apertura del libro bianco c'è ima frase di Giuhano Amato: «Per decenni l'Eu¬ ropa è stata la promessa di qualche cosa, di più. Adesso è avvertita come il rischio di qualche cosa di meno». E il documento insiste mol¬ to sulla ((perdita di ispirazione co¬ munitaria, sulla crisi d'identità eu¬ ropea e sul crescente disinteresse dei cittadini». Sono elementi negati¬ vi che devono essere «ribaltati». Pena il fallimento. «La nostra iniziativa non vuole essere una critica, ma un contribu¬ to costruttivo alla riflessione», ha detto Delors consegnando l'appello a Prodi e al presidente di turno della Uè, il premier belga Guy Verhofstadt. Dal prossimo 16 di¬ cembre, dopo il vertice europeo di Laeken, la «riflessione» di cui parla Delors diventerà un processo pohti¬ co con un itinerario preciso. Sarà costituita ima «Convenzione» - con rappresentan¬ ti di Commissione, Europarlamento, governi e Parla¬ menti nazionali - che nel 2002 dovrà preparare le propo¬ ste di riforma delle istituzioni euro¬ pee. A Laeken se ne dovrà sceghere anche il presidente e trai nomi che più cucciano ci sono quelli dell'ex presidente francese Giscard d'Estaing, e dell'ex pre¬ mier italiano Amato. Le proposte della «Convenzio¬ ne» saranno poi la base delle deci¬ sioni della Conferenza intergover¬ nativa dell'Unione a cui spetterà la parola definitiva sulla riforma che dovrà essere completata entro il 2004, quando è previsto l'ingresso dei primi nuovi Paesi membri del¬ l'Est. Prodi ha ringraziato Delors e gh autori dell'appeUo «non soltanto perché aiutano a svegliare l'Euro¬ pa, ma perché presentano linee d'azione molto chiare per il futu¬ ro». Tanto più necessarie dopo 1' 11 settembre che ha già avuto V effetto di accelerare l'integrazione - per esempio in materia di cooperazio¬ ne giudiziaria - ma che, soprattut¬ to, ha fatto cambiare «lo spirito dei cittadini che chiedono un'Europa sempre più forte». Il documento presentato a Prodi porta la firma di tredici personalità da Delors a Kohl da Amato a Gonzàlez
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