«Anche l'Islam vive nella cultura italiana»
«Anche l'Islam vive nella cultura italiana» «Anche l'Islam vive nella cultura italiana» dall'inviatoa PERUGIA Ciampi ha lasciato trascorrere i tempi della polemica, ma non ha atteso la prossima visita in Tuni¬ sia per esprimere la sua visione della cultura italiana, della tolle¬ ranza, dell'apertura al dialogo con altre culture, in particolare con quella islamica; e per indicare l'essenza dell'umanesimo nel «dia¬ logo» e non nello «scontro tra civiltà». Il presidente ha scelto un luogo simbolico, l'università per stranieri di Perugia, per un discor¬ so che sarebbe vano legare alle polemiche contingenti, ma che rap¬ presenta un vero e proprio manife¬ sto politico-culturale (e non a caso sarà trasmesso in teleconferenza in tutti gli oltre novanta istituti italiani di cultura nel mondo). «Il dialogò tra ciyiltà» come motivo guida della storia. L'Italia come sintesi delle culture del Me¬ diterraneo, Mare Nostrum non in quanto «impossibile titolo di pro¬ prietà», ma in quanto luogo «della parentela tra tutti i popoli» affac¬ ciatisi su questo mare. Ciampi evoca le civiltà egizie e mesopota- miche, la filosofia greca e il pensie¬ ro profetico e cristiano. E si soffer¬ ma sui «secoli per noi bui» in cui «ci raggiunse il luminoso apporto della civiltà islamica, cresciuta su radici ebraico-cristiane, arricchita anch'essa dalla conoscenza, per noi perduta, degli scritti dei grandi filosofi greci, e capace di una grandiosa costruzione autonoma di pensiero e di opere dell'inge¬ gno». Una visione in sintonia con l'interpretazione più moderna del¬ le Crociate e dell'incontro tra Oriente e Occidente, che evidenzia più la circolazione di idee - quali la riscoperta del pensiero e della let¬ teratura greca - che le fasi belh- che, «l'intreccio indistruttibile nel¬ la diversità» che lo scontro di civiltà. L'elogio della tolleranza («me¬ glio ancora, rispetto») non è stato che un aspetto della lezione («con¬ versazione tra amici» l'ha definita Ciampi) di Perugia. Argomento; l'identità italiana. Agli studenti maghrebini e americani, iraniani e inglesi il presidente ha indicato «ciò che è sicuramente italiano» nella parola «umanesimo». Uma¬ nesimo come coscienza e memoria del passato; come «universalità del sapere specchio dell'universali¬ tà della civiltà umana»; come fon¬ damenta della civiltà dell'Occiden¬ te, valide ancora «in quella che si suole chiamare l'era della globaliz- - zazione». Interrogandosi sull'iden¬ tità italiana, Ciampi cita arte, mu¬ sica, diritto, scultura. E pensiero civile, evocando «Mazzini, che fon¬ da contemporaneamente la Giova¬ ne Italia e la Giovane Europa». Ma il vero «fattore unificante della cultura e dell'identità», «la ragione stessa del nostro essere e definirci italiani», nella visione del presi¬ dente è la lingua. Ciampi attinge dalla sua formazione di filologo alla Normale di Pisa per un excur¬ sus sul concetto di parola e di poesia. Individua nella lingua l'ele¬ mento di continuità attraverso i secoli di una nazione senza Stato. Si sofferma su un tema, la diffusio¬ ne dell'italiano, che affronta in ogni viaggio all'estero, e su cui è tornato la settimana scorsa in Istria (dove il Quirinale contribui¬ rà alla creazione del centro cultu¬ rale «Tomizza» di Umago). Il presi¬ dente è convinto che esistano spa¬ zi di affermazione per l'italiano nella sua dimensione di «lingua di cultura», e ha seguito con interes¬ se la preparazione, a cura della Farnesina, della prima settimana mondiale della lingua italiana, che comincia domani. [al. ca.] Il Presidente a Perugia invita alla tolleranza «C'è una parentela fra le civiltà che si affacciano sul Mediterraneo»
Persone citate: Ciampi, Mare Nostrum, Mazzini, Tomizza
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