Nobel per la pace a Kofi Annan e all'Onu

Nobel per la pace a Kofi Annan e all'Onu Nobel per la pace a Kofi Annan e all'Onu E la Robinson chiede uno stop ai raid per soccorrere i civili Marco Ferri NEW YORK Un premio Nobel per la pace all'Onu e al segretario generale Kofi Annan,*proprio mentre il mondo è scosso dalla guerra al terrorismo, che rischia di materializzare 10 spettro dello scontro fra le civilità, le etnie e le religioni. Forse il comitato di Oslo ha voluto rispondere proprio a questa sfida, assegnando ieri il riconoscimen¬ to alle Nazioni Unite. Il Palazzo di Vetro, secondo la motivazione ufficiale, ha meritato il premio grazie al suo' lavoro «per un mondo più pacifico e meglio organizzato», e Kofi Annan «per aver portato nuova vita a questa organizzazione». 11 segretario generale è stato sveghato alle 5 del mattino con la buona notizia, ma non ha avuto molto tempo per celebrare: «Il premio - ha detto - onora l'Onu, ma ci sfida a fare di più e meglio, invece di riposare sugli allori». A sole due miglia dal Palazzo di Vetro, infatti, ci sono le rovine delle Torri Gemelle, e le strade davanti alle Nazioni Unite sono ancora tutte bloccate, perché potrebbero diventare l'obiettivo di nuovi attentati. In questo clima d'assedio, Annan è stato costretto ad occuparsi della guerra, dopo che giovedì sera il presiden¬ te Bush aveva assegnato all'Onu un ruolo centrale nella ricostruzione dell'Afghanistan: «Là lavoriamo da tem¬ po con la popolazione locale e continueremo a farlo. Probabilmente gli eventi delle ultime settimane accele¬ reranno il processo, e forse la gente stessa comincerà a chiedere un cambio. Però non possiamo imporre dall'alto un governo che gli afghani non sentono loro, perché così finiremmo solo per creare altra instabilità. E' necessario un periodo di transizione, in cui coinvolge¬ re tutte le parti in causa. Poi servirà un grande sforzo della comunità intemazionale per ricostruire, mentre l'assistenza verso la popolazione deve cominciare subito». Proprio ieri, infatti, il commissario Onu per i diritti umani, Mary Robinson, ha chiesto una sospensione dei bombardamenti per distribuire aiuti ai civili prima dell'inverno: «La situazione - ha detto l'ex presidentes¬ sa irlandese - è disperata per centinaia di migliaia di afghani, forse fino a due milioni, che hanno assoluta¬ mente bisogno di cibo. E' sbagliato che 6.000 persone siano state uccise nei terribili eventi dell'I 1 settembre, ma dobbiamo avere lo stesso riguardo verso la popola¬ zione dell'Afghanistan». Ne va della tenuta della coalizione intemazionale, su cui comunque punta Kofi Annan: «Ci saranno tensioni e differenze nel livello d'impegno. Ma il terrorismo si batte solo con un fronte unitario, e io credo che l'alleanza terrà, perché tutti i governi legittimi sono minacciati». Il segretario generale è preoccupato per la minaccia americana di colpire altri stati oltre l'Afghanistan, «ma la dichiarazione fatta dall'ambasciatore all'Onu non significa che Washington vuole bombardare dove le pare: queste sono decisioni deUcate, che vanno approvate con cautela. Le operazio¬ ni militari, comunque, sono solo un aspetto di questa offensiva contro il terrorismo, e alla fine avranno una rilevanza piuttosto limitata». Oneste parole e questo stile sono una delle ragioni che hanno portato il Nobel a Kofi Annan. Il diplomatico del Ghana, entrato all'Onu nel 1962, è stato il primo intemo a sedersi sulla poltrona più alta dell'organizza¬ zione. Lo vollero nel 1997 gli americani, per sbarrare la strada ad un secondo mandato dell'egiziano Boutros Boutros Ghali. Dopo i fallimenti in Somalia e in Bosnia, il Palazzo di Vetro aveva forse toccato il fondo, e Washington era arrivata a chiudere il rubinetto dei contributi. Il peso delle Nazioni Unite resta leggero, dopo una guerra come quella in Kosovo, che le ha totalmente emarginate. Ma il Nobel potrebbe rappre¬ sentare l'inizio della rinascita, ricordando che «l'unica via negoziabile per la pace e la cooperazione globale passa attraverso l'Onu».