Si allunga la lista del terrore: 39 nomi e sigle di Maurizio Molinari

Si allunga la lista del terrore: 39 nomi e sigle Si allunga la lista del terrore: 39 nomi e sigle Nuova offensiva finanziaria americana contro al Qaeda Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK La lista di individui e organizza¬ zione terroristiche nel mirino del¬ l'Amministrazione Bush si allun¬ ga di 39 nomi e sigle: fra i nuovi nemici dell'Americano spiccano le società di produzione di miele yemenite legate a Osama bin La¬ den, il fondatore degli Hezbollah libanesi Imad Faiz Mughniyah e il presidente della Fondazione di carità saudita «Soccorso in Benedi¬ zione». La nuova lista è frutto del lavoro congiunto del Segretario del Tesoro, Paul O'Neill, e del Segretario di Stato, Colin Powell, dietro cui ci sono diplomatici e investigatori finanziari di un'ap¬ posita task force antiterrorismo, che lavorano 24 ore su 24 per rintracciare ogni ramo bancario della rete economica costruita ne¬ gli Anni 80 attorno a Osama bin Laden e all'organizzazione Al:Qae- da, responsabile degli attacchi a New York e Washington dell'11 settembre. Il 24 settembre scorso O'Neill aveva diffuso la prima lista di 27 individui e sigle, di cui si ordinava di congelare beni e attività finan¬ ziarie negli Stati Uniti - pena la chiusura immediata di filiali e banche - chiedendo a Paesi amici e alleati di fare altrettanto. Questa prima fase della «guerra finanzia¬ ria» al terrorismo ha già portato alla confisca di beni per 24 milioni di dollari - oltre 48 miliardi di lire - in tutto il mondo, di cui 4 milioni di dollari negli Stati Uniti. La seconda lista, diffusa ieri, enume¬ ra 33 individui e 6 organizzazioni. Fra gli individui vi sono i nomi di 18 dei 22 terroristi super-ricercati di cui l'Fbi ha diffuso mercoledì l'identikit, mentre gli altri quat¬ tro, a cominciare da Osama bin Laden, figuravano già nella Usta del 24 settembre. Vi sono poi novità importanti, destinate ad avere conseguenze politiche. Quella maggiore è costituita da Imad Faiz Mughniyah, titolare del passaporto libanese numero 432298, fondatore della guerriglia degli Hezbollah libanesi a metà degli Anni 80 e ritenuto oggi il capo delle «operazioni all'estero» della guerriglia filo-iraniana. Ac¬ cusato dalla giustizia americana del sanguinoso dirottamento un aereo della Twa nel 1985, Mughni¬ yah è ritenuto il mandante delle autobombe contro il quartier gene¬ rale dei marines a Beirut nel 1983 (241 morti) e contro l'ambasciata Usa in Libano due anni dopo (oltre 70 vittime) nonché degli attentati contro il centro ebraico e l'amba¬ sciata israeliana di Buenos Aires nel 1994 e 1996 (quasi 200 vitti¬ me). Includendo il suo nome, l'Am¬ ministrazione Bush ha, per la prima volta, aperto formalmente un fronte con gli Hezbollah dalle complesse conseguenze: si tratta di guerriglieri filo-iraniani presen¬ ti nella Valle della Bekaa in Liba¬ no, con il consenso della Siria di Bashar Assad, al fine di combatte¬ re Israele. Spiccano poi i nomi del saudita Saad Sharif , responsabile finanzia¬ rio del network di bin Laden, e dell'afghano, Muhammad Amin Al-Haq, coordinatore dei servizi di sicurezza. Yasin al-Qadi, saudi¬ ta di Jeddah, è invece il presiden¬ te della facoltosa Fondazione sau¬ dita «Muwafaq» - «Soccorso in Benedizione» - che, secondo l'Am¬ ministrazione Bush, ha convoglia¬ to ne^li ultimi anni «milioni di dollari); nelle tasche di Al-Qaeda, fungendo sia da banca che da raccoglitore di donazioni. Anche l'inclusione di al-Qadi è destinata ad avere delle ripercus¬ sioni, perché finora l'Arabia Saudi¬ ta si era opposta ad adottare misure restrittive nei confronti delle sue molteplici attività «cari¬ tatevoli». Le altre «confraternite» incluse nella lista diffusa ieri sono la afghana «Società perla Coopera¬ zione Islamica», il «Fondo Babita» pakistano e ìa «Jaish-I-Moham- med», altrimenti nota come «l'Esercito di Maometto», anch'es¬ sa pakistana. Come era stato preannunciato da indiscrezioni di stampa, gli investigatori americani hanno messo le mani anche sui traffici di miele finora serviti a Osama bin Laden per raccogliere fondi, rici¬ clare denaro, nascondere e spedi¬ re armi. Le due società private «Al-Hamati» e «Al-Nur Honey», entrambe basate nello Yemen, so¬ no per l'Fbi la copertura di cui finora bin Laden si è servito. Washington ha già fatto pervenire al governo di Sanaa la richiesta di chiuderle e di confiscare tutti i loro beni. «Siaipo determinati a privare' i terroristi di ogni tipo di fondo - ha spiegato Paul O'Neill a Washin¬ gton - di cui si servono per condur¬ re le loro attività diaboliche. A questa seconda lista seguiranno altre, non ci fermeremo finché tutte le fonti di finanziamento del terrorismo non saranno bloccate, chiuse per sempre». Il passo di O' Neill e Powell era stato anticipa¬ to dal presidente americano Geor¬ ge Bush che, nella conferenza stampa alla Casa Bianca di giove¬ dì notte, aveva offerto agli. Stati accusati di complicità con il terro¬ rismo la possibÙità di «redimersi» e di cogliere «la possibilità che gli offriamo». «Non ci fermeremo fin¬ ché non avremo vinto, ma credo sia giusto offrire sempre una se¬ conda occasione», ha detto Bush, che confida nella «collaborazione contro il terrorismo che ci è stata promessa dalla Siria». Una frase che, alla luce della lista diffusa ieri, assomigha a ima richiesta molto esplicita. Sempre ieri Washington ha da¬ to luce verde all'invio nelle Filippi¬ ne di un team di consiglieri anti¬ terrorismo per affiancare i milita¬ ri locali, impegnati nella lotta nell'isola di Mindanao al gruppo guerrigliero di Abu Sayyaf, la cui sigla figurava nella lista pubbhca- ta il 24 settembre. Un nome-chiave, quello del libanese fondatore della guerriglia Hezbollah ritenuto oggi il capo delle «operazioni all'estero» C'è anche la società yemenita che produce miele, dietro cui Bin Laden maschera il traffico di armi I SUPER RICERCATI Fayèz Mugniyah ' L'Fbi e il Dipartimento di Stato americano offrono una ricompènsa di 5 milioni di dollari (oltreTO miliardi di lire) in cambio di informazioni che possano portare all'arresto o alla condanna dei 22 uomini della prima lista, ricercati dal governo degli Stati Uniti ■aer il loro coinvolgimento n azioni terroristiche, S Abdul Rahman Yasin 1993: New York Bomba al World Trade Center; 6 morti, centinaia di feriti 1995: Asia Complotto per far saltare in aria 12 aerei di linea sulle rotte dell'area Asia-Pacifico Khalid Shaikh Mohammed ■aen'S