Dopo i missili, in campo i commando di Maurizio Molinari

Dopo i missili, in campo i commando BASI DELL'US AIR FORCE I PUNTIDI PARTENZA DEI CACCIA CONTRO L'AFGHANISTAN Dopo i missili, in campo i commando Ecco i nuovi possibili obiettivi delle azioni militari alleate Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK La guerra al terrorismo che Bush ha lanciato ieri, dopo settimane di attesa, si è abbattuta su una Kabul che ormai si aspettava le ennesime esplosioni della sua storia. I missili lanciati dalle portaerei che incrociano al largo dell'Oman sono veloci e precisi, ma questa non sarà una guerra lampo. Le organizzazioni fondamentahste classificate come «obiettivi» sono una dozzina e le loro cellule sono disseminate sui territori di oltre sessanta Paesi. Contro uno schieramento di questo tipo nessun blitz massiccio o offensiva convenzionale potrebbe mai avere successo. Da qui la scelta di Donald Rumsfeld, Segretario alla Difesa, e del suo braccio destro, Paul Wolfowitz, di spingere la macchina militare americana in altra direzione: missili e bombardamenti aerei da un lato, a- zioni di commando aviotrasportati dall'altro. Missili e bombardamenti aerei. In Medio Oriente gli Stati Uniti dispongono stabilmente di oltre trecento aerei da guerra pelle basi in Kuwait,.Arabia Saudita e Turchia e di almeno una squadra navale con relativa portaerei. Una volta rafforzata con l'arrivo di altre navi ed aerei ed il posizjonamento in aerea dei giganteschlraerei cisterna la capacità di fuoco sullo scacchiere che dal Canale di Suez all'Oceano Indiano è in grado di colpire massicciamente qualsiasi obiettivo con bombe di precisione e missili da crociera. Il progetto è di ricorrere a questo tipo di azioni - assai simili all'offensiva aerea che portò al ritiro delle truppe serbe dal Kosovo nel 1999 - per infliggere il maggior possibile di danni agli «Stati terroristi», ovvero a quelle nazioni che proteggono, finanziano o armati gruppi fondamentalisti. Nella lista degli «Stati terroristi» annualmente diffusa dal Pentagono figuravano Iran, Iraq, Libia, Corea del Nord, Sudan, Siria e Cuba oltre all'Afghanistan, entrato nel gruppo a causa dell'ospitalità garantita al supermiliardario di origine saudita Osama bin Laden. La politica di Bush è stata chiara: offrire ad ognuno dei mtenziali «Stati terroristi» a possibiità di «redimersi», collaborando con la coalizione intemazionale, non farlo significava esporsi ai bombardamenti dall'aria contro ogni obiettivo strategico: basi militari, ponti, strade, porti, aeroporti, radar, palazzi governativi. Fra gli aerei da guerra in prima fila vi sono i caccia F-15 ed F-16, Tornado e Harrier, i bombardieri B-52 e B-l, gli invisibili Stealth e B-2, gli aerei spia U2R e gli Awacs E-3 per la sorveglianza elettronica. I missUi a bordo di navi e bombardieri sono i Tamahawk, capaci di colpire ad oltre tremila chilometri di distanza. Ma il fiore all'occhiello dell'Us Air Force è il missile porta- bomba GBU2B, progettato appositamente per riuscire a perforare il bunker sotterrano di Saddam Hussein a Bagdad e dunque capace di arrivare a grandi profondità prima di esplodere. Azioni di commando. Per eliminare i terroristi bisognerà dargli la caccia sul loro stesso terreno. E' la guerra a cui da anni le forze speciali si sono preparate. Fra le armi hi-tech di nuova generazione a disposizione dei commandos alleati c'è il «Land Warrior System» un fucile computerizzato a doppia canna: la prima è quella di un fucile automatico standard Nato con proiettUi da 5,56 mm, l'altra è invece «top secret» essendo in grado di sparare a quasi un chilometro di distanza proiettili da 20nmi capaci di esplodere sopra gli obiettivi e quindi di colpirli anche se sono nascosti dietro un ostacolo. Questo gioiello della tecnologia ha anche un casco con visiera che consente di inviare a ricevere messaggi scritti via sateUite, senza così essere costretti neanche a bisbigliare. I Seals della Us Navy, la Delta Force ed i Rangers dell'Us Array sono i reparti a cui toccherà il compito di azioni a sorpresa in territorio nemico, guidati dai satelliti ma a distanze pericolosamente grandi dal più prossimo centro di comando. Quando Bush ha avvertito gli americani sul rischio di «subire perdite» pensava a questi contingenti. Per molti di loro si tratterà di missioni ad alto rischio, molto simili a quelle già ese;uite - lontano dai riflettori - contro le )asi dei narcotrafficanti in Colombia o nel Triangolo d'Oro al confine fra Laos e Thailandia. Se nella guerra aerea gli Stati Uniti hanno un bisogno relativo del contributo degli alleati, nel caso delle azioni di commandos c'è un corpo del quale difficilmente potranno fare a meno: le Sas di Sua Maestà Britannica. Proprio alcuni reparti delle teste di cuoio britanniche hanno terminato poco tempo fa un addestramento lungo ben cinque anni sulle montagne del Pakistan, l'ambiente più simile all'Afghanistan. L'intelligence britannico considera inoltre da sempre l'Afghanistan una sua zona di interesse e può vantare una presenza di teatro inferiore solo a quella dei servizi segreti pakistani, veri padroni di casa a Kabul da quando aiuta- rono i Taleban a prendere il potere. Le basi da colpire. L'organizzazione «Al Qaeda» di Osama bin Laden è un network di cellule con denominazioni differenti in oltre sessanta Paesi ma la sua roccaforte è in Afghanistan fra picchi e gole montagnose nella regione orientale, a nord della città di Jalalabad. E' qui che la battaglia fra commandos alleati e terroristi si annuncia senza quartiere. Sulla mappa esistono almeno sei grandi centri di addestramento, compreso un laboratorio di esperimenti sdentici dove, secondo i servizi occidentali, gli uomini bin Laden avrebbero iniziato a sviluppare armi chimiche. Vi sono poi le basi degli altri gruppi terroristici: la Al-Jamaa al-Islamiyya - responsabile della strage di turisti a Luxor nel 1997 ha le sue roccaforti in Egitto e Yemen; i guerriglieri Hezbollah filoiraniani sono in Libano del Sud e nella Vallg della Bek^a al confine con la Siria; la Jihad islamica è presente in Sudan, Libano, Afghanistan, Pakistan, Gaza, Siria, Giordania ed Egitto; Hamas ha le sue basi in Óisgiordania; Abu Nidal in Iraq e nei campi palestinesi in Libano ed il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando Generale in Siria e Libano. Ognuna di queste organizzazioni, i loro leader, le loro basi ed i loro uomini sono destinati ad entrare nel mirino della coalizione internazionale. SKV i ì Le organizzazioni fondamentaliste considerate potenziali bersagli dal Pentagono estendono la loro rete in sessanta paesi del Medio Oriente Msssssmn^ EBE Base militare sede del Comand europeo delle forze armate americane \ inaili uuiiMUaauu^ Base militare turca, ospita gli americani me Base aerea, supporta la forza di pace internazionale in Bosnia ota-SPAGNA Bl-^* Stazione navale, supporta la Sesta Flotta uàntanamo -CUBA Caso unico di base militare in territorio nemico Base aerea, dista 40Km da Tokyo li™™* Base aerea, ospita circa 3.100 militari e più di 800 civili «MIME Base navale, supporta la Sesta Flotta Stazione aeronavale usata sia dalla Marina Usa che dalla Nato 1B1-J32i!* Base della Marina Usa, controlla il Pacifico occidentale Kunsan-COREADELSUDir. Base aerea, ospita l'ottava divisione dell'aviazione Usa Ramstein -GERMANIASV?JiVS Base aerea, ospita l'86a divisione dell'aviazione Usa"^ dena(Okinawa) IAPPONE Base aerea asebo -GIAPPO Base navale, ospita sei navi e due reparti anfibi Composta di 60 navi, 350 aerei e 60.000 militari, opera nel Pacifico Occidentale, nell'Oceano Indiano e nel Golfo Arabico Militari americani dell'operazione «Libertà duratura» pronti a entrare in missione