Processo Imi-Sir Visita fiscale a casa di Previti di Paolo Colonnello

Processo Imi-Sir Visita fiscale a casa di Previti Processo Imi-Sir Visita fiscale a casa di Previti Il medico inviato dal tribunale di Milano: è convalescente dopo l'intervento I pm segnano un punto ottenendo il deposito di una rogatoria di millecinquecento pagine arrivata straordinariamente dal Liechtenstein Paolo Colonnello MILANO Alla fine vince lui. Cesare Previti. Costretto a letto per un'operazione all'anca, l'imputato-deputato più famoso d'Italia, alle sei e mezzo di sera ottiene la soddisfazione di vedersi riconosciuta anche dal medico fiscale, inviato d'urgenza a casa sua dal tribunale, l'impossibilità a partecipare alle udienze del processo Imi-Sir che lo vede accusato di corruzione di magistrati e di una tangente di oltre 20 miliardi. E dunque di far slittare, almeno fino al 5 novembre, la ripresa del processo e la decisione del tribunale sulla nuova posizione di Previti alla luce della sentenza sul «legittimo impedimento» dell'onorevole sancita dalla Corte Costituzionale che potrebbe azzerare l'intero procedimento. Ma è una vittoria amara, che gh costa una giornata di passione e forse una nuova imputazione: quella di calunnia nei confronti qel procuratore generale Francesco Borrelh. Nonché, e questo è probabilmente il colpo più duro, il deposito di una corposa rogatoria di ben 1.500 pagine arrivata straordinariamente dal Lichtenstein, fi più ermetico dei paradisi fiscali, dove si rivela l'esistenza di un'inchiesta «per sospetto reato di riciclaggio di denaro sporco» e di nuovi conti miliardari riferibili all'avvocato Attiho Pacifico e all'ex giudice Renato Squillante, movimentati almeno fino 1996, nonché di flussi finanziari legati a Previti. Che l'udienza di ieri non sarebbe stata tranquilla, lo si è capito fin dalle prime battute, quando il presidente della quarta sezione Paolo Carfi, aprendo il dibattimento, ha voluto bacchettare direttamente Previti. Motivo: la lettera che il deputato azzurro aveva inviato al tribunale distribuendola però prima ai giomah e alle agenzie: «Ancora stamattina ho chiesto in cancelleria se fosse stata depositata, ma non c'era. Se il tribunale fosse stato informato prima, avremmo potuto impegnare megho l'udienza. A causa dei continui rinvii siamo costretti a passare i giorni senza fare niente. I ritardi di questo procedimento comportano un ritardo generale nell'amministrazione della giustizia che si riflettono su tutti i procedimenti che la sezione svolge». Nella missiva Previti motivando la sua assenza, in realtà attaccava frontalmente il procuratore generale Borrelh parlando di «agghiaccianti dichiarazioni» del procuratore e di un suo invito «alla sedizione giudiziaria». Poi accusava il pm Ilda Boccassmi di «un anomalo rinvio deUe udienze già fissate, all'evidente fine di studiare una soluzione che potesse evitare l'immediata apphcazione del dispositivo della citata sentenza della corte Costituzionale». Infine di complicità il tribunale per aver accettato il rinvio. Lettera che dopo le stigmatizzazioni di Carfi è diventata immediatamente oggetto d'indagine da parte di Boccassini che ha chiesto e ottenuto la trasmissione della lettera al suo ufficio per aprire un procedimento per calunnia nei confronti di Previti, le cui dichiarazioni «infangano la nostra dignità». Insomma, Vaio scontro frontale che si è concluso con la decisione del tribunale, fatto mai accaduto finora, di ordinare una visita fiscale neh'abitazione di Previti per accertare se davvero era impossibilitato «con ogni mezzo, autoambulanza compresa» a raggiungere la sede del tribunale e quale fosse «l'interpretazione autentica» del certificato medico presentato dal medico personale dell'imputato, il professor Bove, dato che inizialmente si parlava di una prognosi di tre settimane, poi corretta a sei. In serata la risposta ai quesiti, anche se solo informale dato che il fax del tribunale era andato in tilt. Ma al di là delle scaramucce procedurah tra accusa e difesa, in realtà ieri il vero punto a favore lo hanno segnato i pm, con l'annuncio di deposito negli uffici della procura di una rogatoria arrivata dal liechtehstein nella quale si chiede ai magistrati milanesi documenti contabili e quant'altro hanno raccolto nell'ambito del procedimento Imi- Sir per confrontarli con un fascicolo, aperto presso il Furstihches Landgericht che vede coinvolti la figlia dell'avvocato Paicifico, Clara, Paolo Oliverio e Mario Zindel, indicato come fiduciario dello stesso avvocato, imputato insieme a Previti e Squihante a Milano. NeUe carte gh inquirenti di Vaduz ricostruiscono una lunga serie di movimentazioni bancarie, parlano di fondazioni di società a opera principalmente dell'avvocato Pacifico, dehe deleghe da lui assegnate ad altre persone, tra le quali la figlia Clara, ora inquisita nel principato, e descrivono flussi di denaro che sarebbero riferiti, secondo gh investigatori, a Cesare Previti. Insomma con l'inchiesta aperta nel principato, gh inquirenti sono convinti di aver messo le mani sul bandolo deUa matassa di quei circa 67 miliardi legati alla cosiddetta maxitangente versata nella causa ImiSir e che, secondo i magistrati milanesi, sarebbero spariti abeneficio del procedimento in corso a Milano. Nella rogatoria della magistratura di Vaduz si rivela l'esistenza di conti gestiti da Squillante e Pacifico per quasi SO^miliardi. Le carte, estere riguardano un sospetto riciclaggio e conti miliardari riferibili a Pacifico e Squillante L'ACCUSA DELL'EX MINISTRO «Trovo agghiaccianti le dichiarazioni del dottor Borrellì, che Invita ad una sedizione giudiziaria in sede di interpretazione della legge appena varata» BOCCASSINI: DENUNCIAMOLO «Chiedo che la lettera inviata da Previti a/ Tribuna/evenga tn^messaal nostre^ ufficio: contiene calunnie nei confronti di Borrelli e infanga la nostra dignità» Qui accanto ' l'onorevole Cesare Previti, ex ministro della Giustizia nel primo governo Berlusconi. A destra Ilda Boccassini, pubblico ministero di Milano.

Luoghi citati: Italia, Milano, Vaduz