«Gli eventi si muovono rapidamente» di Giovanni Cerruti

«Gli eventi si muovono rapidamente» IL PRESIDENTE PAKISTANO MUTA ATTEGGIAMENTO E SI DICE «PRONTO A RICEVERE» RE ZAHIR «Gli eventi si muovono rapidamente» Musharraf alla Boniver: imminente l'intervento militare reportage Giovanni Cerruti Inviato a ISLAMABAD HA riunito il Consiglio di Sicurezza Nazionale per la seconda volta in tre giorni. «Gli eventi si stanno muovendo ra,pidamente», comunica il presidente Parvez Musharraf. Anche lui, anche il Pakistan si stanno muovendo con gli stessi tempi. «La politica cambia perchè cambiano le situazioni». Una gran fretta. Come se Kabul non avesse i giorni contati, ma le ore, forse i minuti. Il generale Musharraf non parla più di quel che può accadere, dei timori di un attacco militare all'Afghanistan dei taleban, di Osama bin Laden sempre protetto dal Mullah Omar. Da ieri il presidente in divisa parla già del dopo. Di chi governerà in Afghanistan. Della «necessità di non imporre nesuna soluzione politica dall'esterno perchè non potrà avere successo». Non è andata bene nemmeno a loro, ai pakistani così generosi con i taleban. Il generale non vuole un governo nemico, a Kabul. E forse lo teme. Nella fretta si lasciano trac- ce. Martedì, dopo l'incontro con l'ambasciatore Usa, le prove contro Bin Laden non erano «convincenti e dettagliate». Ieri: «Abbiamo ricevuto alcuni materiali che stiamo esaminando». Martedì il lavorio diplomatico attorno al vecchio re Zahir, al suo ritorno, era «un'ipotesi, ma solo una delle tante», quasi un niente affatto gradita. Ieri: «Se viene un emissario di re Zahir siamo pronti a riceverlo», anzi ben venga che lo stiamo già "aspettando. Il generale comincia a sentire «la situazione che cambia», soprattutto le pressioni americane che dall'intelligence pakistana si aspettavano molto e hanno avuto poco. Dagli Usa, ieri, i giornali gli hanno ricordato che nel '99 un commando era pronto alla" cattura di Bin Laden. Il presidente Nawaz Sharif era d'accordo, il piano operativo. Ma in ottobre ci fu il golpe di Musharraf. Caduto Nawaz Sharif, salvo Bin Laden. Aveva detto no, il Generale. Non aveva voluto il commando di 60 pakistani addestrati dalla Cia. Ora non vorrebbe trovarsi nella stessa «situazione», non vorrebbe sentirsi rivolgere la stessa richiesta. Ma quando riunisce il suo Consiglio di Sicurezza Nazionale, dal suo ministero degli Esteri ha appena saputo che potrebbe arrivare in visita Tony Blair: una notizia, naturalmente, che Londra non conferma, né che viene discussa a Brighton al Congresso laburista. Anzi. Ma se si muovesse il premier inglese, senza scomodare i.rapporti tra Islamabad e Londra, sarebbe perchè verrebbe a ringraziare e chiedere, per sapere che cosa possa fare o non abbia ancora fatto il Pakistan. ' Magari è questa «la situazione che cambia» e ora lo costringe a dire un quasi sì alle prove americane contro Bin Laden, un obbligato benvenuto al rappresentante di re Zahir, e un assai cordiale «arrivederci» alla signora Margherita Boniver, sottosegretario agli Esteri, che reca 15 miliardi di lire e una lettera di elogio del premier Silvio Berlusconi. Proprio con la Boniver il presidente Musharraf ha parlato di futuro. «Come se il teirorismo, Bin Laden e l'Afghanistan dei Taleban - ha riferito la signora dopo il «cordiale colloquio» - fosse un problema già risolto». All'Italia, oltre all'attenzione e ai soldi («un piano Marshall per l'Afghanistan»), il generale ha chiesto «rispetto». La Boniver assicura che non hanno parlato delle opinioni di Berlusconi a proposito di Islam, però ammette che Mu¬ sharraf «si è molto soffermato sul sentimento anti-islamico che si è diffuso in Occidente». Diplomatico valzer per dire che il generale era piuttosto seccato. Non ha accennato alle prove Usa contro Bin Laden, non ha parlato di guerra. Le ha lasciate sullo sfondo. «Mi sembra d'aver capito che danno per imminente un intervento militare di tipo chirurgico», dice la Boniver. Silenzio sulle possibili conseguenze, nel Pakistan dai troppi amici dei taleban. Il futuro del Pakistan e di Musharraf per la prima volta non esclude il vecchio re Zahir. Impensabile fino a una settimana fa, quando Musharraf parlava di «tutela degli assetti strategici» e uno di questi era il controllo dell'Afghanistan. Da ieri sera, a Islamabad, si scommette su un imminente arrivo dell'anziano sovrano, cacciato nel '73. Della dinastia dei Durrani, potrebbe essere ospitato nel Waziristan, nella zona tribale autonoma della «North West Frontier», tra Kandahar e il Kyhber Pass. E qui, altra scommessa, si dovrebbe tenere la «Loya Jirga», l'assemblea dei capi tribù che decideranno il nuovo Afghanistan. Poi, l'anziano Re, autorevole garante. potrebbe mantenere la promessa di farsi da parte. «Il presidente mi ha detto che vuole incontrare al più presto un rappresentante di re Zahir», ha riferito Margherita Boniver. Mezz'ora dopo, con questa frase, era sulla «Cnn». Nella residenza dell'ambasciatore italiano non avevano previsto tanta attenzione per il sottosegretario agli Esteri. Le domande dei giornalisti, pakistani e stranieri, quasi tutte, sono state su Berlusconi. La Boniver se l'è cavata come ha potuto, «è già stato chiarito tutto con il suo intervento al Senato e l'incontro con gli ambasciatori dei Paesi islamici». Anche il sottosegretario ha parlato del dopo: «Bisognerà aiutarli. Musharraf mi ha dato l'impressione di essere un politico, e un militare, consapevole delle conseguenze in una zona così piena di armi. Ci siamo trovati d'accordo, in futuro ci vorrà un contingente Onu per disarmare tutte le etnie». Avevano già provato i russi e per loro è stata una tragedia. Come per i profughi che la signora vola a visitare a Peshawar, nel campo di Kachagahxii. Sono lì da vent'anni. E dovrebbero campare, anche in futuro, con I dollaro al mese. Le ha parlato di futuro «come se il terrorismo fosse un problema già risolto» A Islamabad voci di un imminente arrivo del premier britannico Blair, che Londra non conferma Margherita Boniver incontra il ministro degli Esteri pachistano Abdul Sattar