Per la Nato le prove sono «schiaccianti» di Enrico Singer

Per la Nato le prove sono «schiaccianti» Per la Nato le prove sono «schiaccianti» Presentate dall'inviato americano, ma restano segrete Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES L'inviato americano, Frank Taylor, ha parlato per quaranta minuti nella sala del Consiglio atlantico. Su uno schermo scorrevano diapositive con nomi, date, schemi dell'intreccio terrorista. Sul grande tavolo circolare, al quale erano seduti i 19 ambasciatori dei paesi della Nato, c'erano le copie di un voluminoso dossier classificato «top secret». Centinaia di pagine con i risultati di tre settimane di indagini: le prove contro Osama bin Laden e la sua Al Qaida per gli attentati dell' 11 settembre. E il commento del segretario generale dell'Alleanza, lord Robertson, è stato netto: «I fatti sono schiaccianti. L'attacco è stato diretto dall'esterno e, a questo punto, l'articolo 5 del Trattato è pienamente operativo». L'articolo 5 è quello che prevede la mutua assistenza militare in caso di aggressione armata contro uno dei paesi dell'Alleanza. La Nato l'aveva già fatto scattare il 12 settembre, con una condizione; «Se sarà dimostrato che gli attentati sono stati organizzati dall'esterno». Adesso le prove sono arrivate. Non soltanto quelle «impressionanti» - per usare la definizione di un membro del Consiglio atlantico che dimostrano che «gli individui che hanno compiuto questi attacchi facevano parte della rete mondiale di Al Oai 'a, guidata da Bin Laden e dai suo; principali luogotenenti». Ma anche quelle della «pn tezione» che il regime di Kabul ha offerto ai terroristi che hanno colpito le Torri Gemelle e il Pentagono. «Non posso dare i dettagli - ha detto Robertson - perché le informazioni che abbiamo ricevuto sono riservate. Ma provano in modo incontrovertibile i legami tra Al Qaida e il regime dei talebani in Afghanistan». E' un passaggio molto importante perché sia l'Unione europea che l'Onu nelle loro prese di posizione hanno definito «legittima» la risposta armata americana contro gli autori degli attentati e contro «gli Stati che li proteggono». E' un segnale in più che le operazioni militari in Afghanistan stanno per cominciare. Ma di quanto accadrà nelle prossime ore Frank Taylor - che è il coordinatore per la lotta al terrorismo del Dipartimento di Stato - non ha voluto parlare. La sua missione era qualla di portare le prove: in altre parole, di chiudere questa fase delle indagini con un primo verdetto di colpevolezza per Osama Bin Laden e i suoi protettori, che il Consiglio atlantico ha ritenuto «convincente». Dalla cortina di segreto ehe circonda il dossier è emerso che le prove riguardano anche i canali di finanziamento della rete terrorista, i suoi metodi di azione e il coinvolgimento di Al Qaida in una lunga serie di altri attentati commessi in passato contro gli Stati Uniti. Il documento presentato a Bruxelles è stato poi trasmesso ai governi dei paesi Nato. Lo ha 'inunciato lo stesso Robertson e ha ancora una volta precisato che Washington non ha chiesto l'aiuto militare della Nato nel suo complesso. «Spetta al paese attaccato decidere e indicare l'appoggio di cui ha bisogHo», ha detto ^segretario generale dell'Alleanza atlantica. Fargli americani questo aiuto è a geometria variabile: va dall'invio di truppe deciso dall'Inghilterra alle basi aeree fomite dalla Turchia, alla disponibilità di appoggio offerta dagli altri alleati. E un aiuto decisivo è quello promesso dal presidente russo Vladimir Putin che è a Bruxelles da lunedi sera per un vertice con l'Unione europea e che oggi, dopo gli incontri con Romano Prodi e col presidente di turno belga, Guy Verhofstadt, vedrà anche Robertson. «Noi non abbiamo bisogno di altre prove per partecipare alla lotta contro il terrorismo», ha detto il capo del Cremlino che ieri, con la moglie Ljudmila, è stato a pranzo col re del Belgio, Alberto, e con la regina Paola. La Russia è «convinta che dietro gli attentati dell'11 settembre ci sia Bin Laden». Ed è anche convinta che il terrorismo va combattuto «con tutti i mezzi», compreso il blocco delle sue fonti di finanziamento. Per questo Putin si è già detto disponibile ad «allargare la cooperazione» con gli Usa e con l'Europa contro il riciclaggio del denaro sporco. Una dichiarazione congiunta Ue-Russia è attesa per oggi. «Con Putin parleremo di molti capitoli importanti ma è evidente che la lotta al terrorismo dominerà il nostro confronto», ha anticipato Prodi. Uno dei punti più. delicati sarà il conflitto in Cecenia. Putin a Bruxelles ha rilanciato la tesi di Mosca sul collegamento tra il regime afghano,^Bin Laden «•«gli-estremisti islamici ceceni». Ha anche detto che «i problemi in Cecenia saranno risolti con mezzi pacifici per quel che riguarda la popolazione civile e con l'uso della forza contro i terroristi». L'Unione europea ha sempre chiesto a Mosca di «non esasperare» il conflitto ceceno. Di certo Putin, adesso, si aspetta maggiore comprensione. Ma il dialogo non sarà facile. Navi da guerra Usa durante esercitazioni in un luogo imprecisato: il dispositivo di guerra si fa sempre più imponente