I commando inglesi a caccia di Osama di Paolo Passarini

I commando inglesi a caccia di Osama I commando inglesi a caccia di Osama Sono già in territorio afghano e saranno i primi ad attaccare Un pugno di uomini selezionatissimi addestrati per agire dietro le linee nemiche. Si vantano di saper resistere alle torture Paolo Passarini corrispondente da tONDRA Sono già lì. E per alcuni di loro si tratta di un ritomo, dal momento che le Sas, negli anni '80, addestrarono uh certo numero di mujaheddin afghani nella guerrigha contro i sovietici. Anche per questo, oltre che per la loro formidabile fama, gli americani hanno voluto che, assieme alle loro forze speciah, le Delta Forces, i Rangers, i Nayy Seals, ci fossero anche gh uomini delle mitiche Sas britanniche. Anzi, secondo il poco che si sa, sarebbe proprio toccato a loro entrare per primi in territorio afghano nel ruolo di «pathfinders», di trova-sentieri, controllando potenziah punti di atterraggio e creando le prime basi di appoggio inteme per incursioni più grosse. Uno dei loro prindpali punti di forza si dice sia la resistenza alla tortura: non si sa con precisione come, ma gh uomini delle Sas vengono particolarmente addestrati a non parlare, mai. Sas sta per Special Air Forces, ma nell'esercito inglese si ama dire che sta invece per Speed, Aggression, Surprise (velodtà, aggressività, sorpresa). Vennero costituite nel dicembre del 1941, nell'Africa del Nord, a partire da un'idea deU'allora capitano David Stirling, un ufficiale scozzese che si era arruolato all'inizio della seconda guerra mondiale, appena lasciata Cambridge. L'esercito inglese era impegnato nel tentativo di indebolire Rommel, la famosa «volpe del deserto», ma con scarsi progressi. A un certo punto Stirling venne ferito a una gamba e, durante, la convalescenza, ebbe l'idea: rendere le azioni dei commandos molto più difficilmente neutralizzabili articolandone le unità in squadre di quattro, al massimo cinque uomini. Si racconta che Stirling fece per ben due volte il suo «pitch», cioè il lancio delle proposta, venendo entrambe le volte respinto con perdite. La terza volta optò per un'azione di commando, penetrando direttamente nell'ufficio del comandante generale a dimostrazione pratica della bontà della sua teoria. Funzionò e nacque quello che allora si chiamò «L Detachinent ofthe Air Service Brigade», distaccamento fantasma di una brigata inesistente. Da quel momento in poi, gh uomini, una settantina scarsa, selezionati qua e là, chiamarono Sterling, promosso maggiore, «Phantom Major», maggiore fantasma. Sui berretti, allora bianchi prima di diventare color sabbia, comparve la famosa daga alata. Il «distaccamento» scelse 3 suo motto: «Who dares wins», chi osa vince. Il compito deir«L Detachment» era quello di condurre raids contro il nemico dietro le sue linee. In pochi giorni venne compiuta la prima impresa, la distruzione di 61 aeroplani di Rommel in due diversi campi. Le Sas operarono anche in Europa, dove inflissero ai tedeschi quasi 8 mila perdite, catturano quasi 5 mila prigionieri e distrussero 700 veicoli e una quarantina di treni. L'operazione «SpeedweU» portò le Sas anche nel sud dell'Italia. Sterling, che a un certo punto venne catturato, ma, fedele alla missione delle Sas, non si fece riconoscere e tentò quattro volte la fuga, nel 1990 venne fatto baronetto. Ma, a quel punto, le sue Sas avevano già percorso molta strada ed erano anche già nati degh imitatori, come i francesi Cos (Command d'Opératìons Speciales), con il motto «Qui ose gagne», appunto «chi osa vince». Dopo la guerra le Sas vennero brevemente assorbite nell'esercito, ma, dopo il loro impiego in Malesia nel 1950 contro una rivolta comunista (i «Malayan Scout» del comandante «Mad» Mike Calvert), si guadagnarono definitivamente Io status di reggimento separato. Subito dopo le Sas vennero impiegate nel Sultanato di Oman e, nel '60, in Bomeo e ad Aden. E alcune unità, prevalentemente formate da Sas australiane e neo-zelandesi, presero parte alla guerra del Vietnam. Le Sas vennero ovviamente impiegate anche durante la guerra deUe Falkland. Ma la loro impresa più clamorosa fu l'incursione nell'ambasciata iraniana di Londra, occupata da un gruppo di terroristi. L'assedio cominciò il 30 aprile del 1980 e durò alcuni giorni, prima che le Sas riu- scissero a liberare gli ostaggi non sacrificati dai terroristi, uccidendo cinque di questi ultimi e arrestando il sesto. Recentemente le Sas ebbero un ruolo di rilievo anche nella guer- ra del Golfo, dove però risultarono meno fortunate: una squadra di 8 uomini (Operazione «Bravo Two Zero») venne catturata ed eliminata dietro le linee irachene. L'uccisione degh otto costò però agh iracheni la perdita di ben 250 uomini. Sulle Sas e le loro imprese sono stati scritti 54 libri, o almeno tanti ne elenca un sito Internet a loro dedicato. All'inizio degh anni '80 venne anche realizzato un film, dall'ovvio titolo «Who Dares Wins», diretto da lan Shaip e interpretato da Judy Davis e Lewis Collins. Le Sas sono in realtà quattro squadroni di 50-60 uomini l'uno, poco più di 200 uomini in tutto, che vengono selezionati in modo estremamente severo e seguono un addestramento durissimo. Meno del 1007o di coloro che affrontano la selezione d'ingresso vengono accolti nelle Sas. Alcuni sono morti durante le prove, una deUe quah, «The Long Drag», il lungo trascinamento, prevede che la recluta marci per 60 chilometri in tenitorio impervio in meno di 24 ore con armi e zaino pesante. Nell'ultima prova, «Escape ed Evasion», la recluta deve fuggire per almeno tre giorni nella jungla inseguita dai Gurkhas nepalesi. Alla faccia del «Grande Fratello». Due uomini delle Sas durante una esercitazione con maschere antigas. Soltantoil dieci per cento dei candidati passa le difficili prove di accesso al corpo

Persone citate: David Stirling, Judy Davis, Lewis Collins, Long Drag, Mike Calvert, Phantom Major, Rommel, Speed

Luoghi citati: Aden, Africa Del Nord, Cambridge, Europa, Falkland, Italia, Londra, Malesia, Sultanato Di Oman, Vietnam