Una nuova alleanza nel nome del «Grande baratto»

Una nuova alleanza nel nome del «Grande baratto» WASHINGTON A PATTI CON TUTTI. COSA HANNO DATO E COSA HANNO PRESO I NUOVI ALLEATI DEL PRESIDENTE BUSH Una nuova alleanza nel nome del «Grande baratto» Rapido il negoziato dietro l'intesa asimmetrica per fermare i taleban scenari LA strategia degli Stati Uniti per combattere Osama Bin Laden e il terrorismo intemazionale è basata su un complesso sistema di baratti attraverso i quali Washington è riuscita, in meno di tre settimane, a fonnare una nuova alleanza di Paesi, per quanto fragile e destinata a variare nel tempo. Il sistema di scambi avviato dallo scorso' undici settembre si tradurrà inevitabilmente in un «riallineamento geopolitico», non ancora formalizzato da alcun trattato, anzi ancora indefinito nel suo assetto finale. Tuttavia paragonabile per dimensioni e conseguenze a lungo termine al riassetto successivo alla seconda guerra mondiale e al crollo del muro di Berlino. Ma ecco cosa hanno fino a ora offerto, e guadagnato, i nuovi alleati di Washington nella «guerra assimmetrìca» contro il terrorismo. Il «Grande Gioco» dell'Afghanistan è diventato il «Grande Baratte». La Russia, prima di tutto. Se dal nuovo ordine mondiale sancito da George Bush padre con la guerra del Golfo e l'alleanza che seppe catalizzare Washington dal 1990, Mosca non ha guadagnato visibilità sullo scenario intemazionale, ma perso progressivamente potere di influenza, dall'undici settembre la situazione sembra essersi ribaltata. Il Presidente Vladimir Putin, che nei prossimi mesi non avrebbe potuto far altro che incassare l'ampliamento della Nato ai Paesi Baltici e il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato ABM, ha ottenuto in queste ultime due settimane più di qualsiasi altro in Bussia negli ultimi undici anni Malgrado l'opposizione dei militari. Mosca ha assicurato a Washington l'apertura del suo spazio aereo per voli umanitari e il suo nulla osta all'uso delle basi militari nelle repubbliche ex sovietiche in vista di un attacco contro obiettivi in Afghanistan. Oltre che la condivisione dei risultati delle sue attività di intelligence relative all'Afghanistan. Putin chiederà in cambio una maggior influenza nelle decisioni relative al secondo round di ampliamento della Nato a Est e una partnership più importante con l'Alleanza atlantica (c'è chi arriva a prospettare l'adesione a pieno titolo di Mosca a una Alleanza tuttavia sminuita dalla decisione degli Stati Uniti di non operare in seno alle sue forze). La Nato, così come lUnione europea, passerà sotto silenzio le violazioni del Trattato sulle armi convenzionali in Europa (Cfe) emendato nel 1999 per tenere in considerazione la disintegrazione del Patto di Varsavia. Non solo Mosca non ha mai ratificato la versione aggiornata dell'accordo, ma continua a violarne entrambi i testi mantenendo forze convenzionali in Moldavia e Georgia, e eccedendo i limiti del numero di veicoli militari consentiti per il fianco del Caucaso settentrionale, strategico a Mosca per le operazioni militari in Cecenia. Il Pakistan ha ottenuto la revisione del debito con Washington di 36 miliardi di dollari e il sollevamento delle sanzioni proclamate dagli Stati Uniti nel 1998 in seguito all'esplosione degli ordigni nucleari, in cambio della ambigua «neutralità» proclamata dal govemo di Islamabad, fino a ieri il maggior sostenitore dei taleban in Afghanistan. Anche l'India, in cambio della disponibilità delle sue basi militari, navali e di terra, ha ottenuto il sollevamento delle sanzioni proclamate dopo i test nucleari di tre anni fa. in tempi più lunghi, New Delhi ha bisogno del sostegno degli Stati Uniti per contrastare non tanto il Pakistan, quanto l'altra potenza emergente, la Cina. La Cina dal canto suo chiederà a Washington, in cambio del suo sostegno alla coalizione, una virata delle posizioni di Washington su Taipei. Il Presidente di Taiwan, Chen Shui-bian ha subito messo le mani avanti dichiarando di aver ricevuto assicurazioni da Washington in merito al proseguimento delle garanzie sulla sicurezza del suo Paese. L'Uzbekistan offrirà con ogni probabilità l'apertura del suo spazio aereo agli aerei militari americani. La scorsa settimana il Presidente, Islam Karimov, ha dichiarato di essere 'disposto a discutere» la questione, in cambio di 'garanzie di sicurezza» da parte dei membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il Tagikistan, dove dalla fine della guerra civile del 1997 sono presenti 25mila militari russi (lOmila soldati di fanteria e IBmila guardie di frontiera, a presidiare il confine con l'Afghanistan), teme in questi giorni kinvasione» di 50mila profughi dall'Afghanistan. Il govemo (È Dushambe non ha assicurato apertamente la concessione del suo spazio aereo agli aerei militari americani, ma dovrebbe farlo, così come invece lo hanno promesso esplicitamente Kazakistan e Kirghizia. Il Turkmenistan invece dovrebbe limitare il suo sostegno ai soli voli umanitari. I palestinesi chiedono agli Stati Uniti maggiori pressioni sul govemo israeliano per concessioni all'Anp in cambio del proseguimento del sostegno di Yasser Arafat alla coalizione anti terrorismo. Un elemento di grande importanza simbolica per catalizzare il fronte dei paesi moderati arabi. L'incontro fra Simon Peres e Yasser Arafat della scorsa settimana è avvenuto solo grazie alle fortissime pressioni del dipartimento di Stato. lAdnXronos]

Persone citate: Chen Shui-bian, George Bush, Islam Karimov, Osama Bin Laden, Putin, Simon Peres, Vladimir Putin, Yasser Arafat