Amano, non c'è felicità se non c'è saggezza (stoica)

Amano, non c'è felicità se non c'è saggezza (stoica) FU IL SECONDO SENOFONTE, GRANDE AMICO DI ADRIANO, DISCEPOLO DI EPITTETO, LA CULTURA COME COMPAGNA Amano, non c'è felicità se non c'è saggezza (stoica) cl@ssici Silvia Ronchey LUCIO Flavio Amano, greco di Bitinia, visse nell'Età deh' Argento e fu grande amico di Adriano. Amò la terra dei Parti e l'India, ispezionò le coste del Mar Nero, vide con i suoi occhi il punto di confluenza dei fiumi Inn e Sava col Danubio. Scrutò i fenomeni celesti e studiò le comete. Fu discepolo di Epitteto, primeggiò tra i Romani e per tutta la vita ebbe come compagna la cultura. Fu storico, filosofo, sacerdote di Demetra e Prosexpina, le dee che proteggevano la sua città natale, Nicomedia, che oggi si chiama Ismit ed è nella Turchia asiatica. Amano fu legato imperiale nella provincia di Cappadocia, senatore Inter praetorios, arconte e Pritano ad Atene. Una doppia erma nel museo di Atene conserva il ritratto di Amano insieme a quello di Senofonte. Amano fu il secondo Senofonte e prese il suo nome. Per Amano, Senofonte era "il suo omonimo". Si riferiva a lui come a "Senofonte il più vecchio". Si riferiva a se stesso come al "Senofonte più giovane". A Bisanzio Fozio e Snida lo chiamarono "il nuovo Senofonte". Come Senofonte Amano praticò contemporaneamente la caccia o kynegesìa, l'attività militare o strategìa, l'attività letteraria o sophìa. Come Senofonte, scrisse un Cinegetico. Così come Senofonte aveva ascoltato Socrate e riportato i suoi detti nei Memorabili, Amano ascoltò Epitteto e immortalò la filosofia stoica del maestro nelle Diatribe di Epitteto e nelTEncheiridion o Manuale. Come Senofonte aveva scritto l'Anabasi, Amano scrisse l'Anabasi di Alessandro. Per i re del medioe¬ vo cristiano la vita fu una imitatio Christi, per i cesari deU'impero romano una imitatio Alexandri. E la vita di Alessandro fu un'imitazione di Achille. Con lo stesso eccessivo coraggio di Achille affrontò e uccise in duello molti satrapi, correndo anche grave pericolo di morte. Con lo stesso eccessivo dolore di Achille pianse disperatamente la morte del suo Patroclo, Efestione, e in segno di lutto per lui si tagliò i capelli biondi, e per tre giomi e tre notti si lamentò, e infine si chiuse nel silenzio più ostinato. Secondo Amano le imprese di Alessandro sono la riprova che né la forza fisica, né l'origine illustre, né la fortuna in guerra, nulla vale la felicità dell'uomo, se non c'è la saggezza. Alessandro non fu saggio, ma divorato dalla nevrosi e dall'ansia. Non si sarebbe mai fermato ai risultati conseguiti, ma avrebbe cercato sempre qualcosa di nuovo e di sconosciuto, in una gara di emulazione, se non con gh altri, con se stesso. Secondo Amano, all'ideale di saggezza stoica predicata da Epitteto si avvicinavano molto più quei saggi indiani, che accolsero Alessandro e il suo esercito battendo con i piedi la terra su cui camminavano, a significare che ciascun uomo ha bisogno di tanta terra quanta è quella su cui cammina. "Tu sei uguale a tutti gh altri uomini aggiunsero - ma ti divorano l'ambi¬ zione e l'orgoglio". Alessandro h lodò, ma agì in modo del tutto opposto. Alessandro, secondo Amano, era un uomo in contraddizione con se stesso. Secondo Amano non è certo come Alessandro sciolse il nodo di Gordio. Il nodo era fatto di corteccia di corniola e non se ne vedeva né la fine né il principio. Ad Alessandro non era possibile sciogliere il nodo, né d'altra parte voleva lasciarlo insoluto, temendo che il fatto provocasse turbamento nella moltitudine. Secondo alcuni, Alessandro non lo recise di netto con la spada ma tolse la caviglia del timone - era un chiodo di legno infitto nel timone che teneva insieme il nodo - e così tirò via il giogo. IL LIBRO: Amano Anabasi di Alessandro, voi. I (libri I-Ili), a cura di Francesco Sisti, Mondadori Z Fondazione Lorenzo Valla, 553 pp.,f 48.000 IL LINK: Philosophenlcxikon. Flavius Arrianos http://www.philosophenlexikon.de/arrianos.htm Senofonte

Luoghi citati: Atene, Cappadocia, India, Turchia