ROBERTSON «Guardare oltre a crisi immediata»

ROBERTSON «Guardare oltre a crisi immediata» IL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO '-■■•■•'■-■-— ^^ ■^■•■■■■•■: «ILXXI SECOLO NON MANCHERÀ' DI SFIDE DIFFICILI» ROBERTSON «Guardare oltre a crisi immediata» intervento Lord Robertson SUBITO dopo gli atroci attacchi su New York e Washington, è comprensibile che la gente concentri la sua attenzione su una risposta immediata. I critici tradizionali della politica degli Stati Uniti prevedevano una reazione automatica, un uso prematuro della forza militare, incoerente e senza effetti. Si sbagliavano. La risposta di Washington è stata misurata e le forze militari sono state collocate nel più ampio contesto di una campagna contro il terrorismo. Come ha detto il segretario alla Difesa Rumsfeld, questa è una maratona, non uno sprint. Ma qualunque cosa portino le prossime settimane, dobbiamo anche guardare oltre questa crisi immediata. Il nostro lavoro di funzionari del governo o militari non è solo gestire le sfide odierne, ma anche preparaci al futuro. Dobbiamo riconoscere che le nuove minacce, molto diverse da quelle che abbiamo conosciuto finora, hanno già oltrepassato la soglia che dovrebbero metterle al centro di una preoccupazione seria. Per esempio, i terroristi sono in grado di comunicare tra di loro in condizioni di sicurezza senza precedenti - sia per la disponibilità di tecnologie sofisticate sia perché i loro messaggi finiscono sepolti sotto la massa di comunicazioni elettroniche del mondo d'oggi. Abbiamo anche visto come gli attacchi in stile militare possano essere fatti da un tipo diverso di aggressore. L'assalto al cacciabombardiere Cole nello Yemen e all'Ambasciata Usa a Nairobi e adesso l'attacco dei pirati dell'aria agli stessi Stati Uniti sono stati attacchi gravissimi contro gli interessi di un Paese - condotti da un tipo nuovo di nemico. Con il diffondersi della tecnologia, dobbiamo fronteggiare minacce non solo dai cosiddetti Stati-canaglia, ma anche da altri attori. E come ultima complicazione, c'è Internet che fornisce molte delle nozioni che servono per costruire armi nucleari, biologiche e chimiche. Anche la tecnologia missilistica si sta diffondendo sempre di più - con il risultato che i missili balistici costituiscono un pericolo crescente per le nostre società. Questi sono solo alcuni esempi, ma il principio è chiaro. Il XXI secolo non mancherà di sfide difficili e la comunità internazionale comincia solo ora a immaginare come affrontarle. Io ritengo che si debbano seguire tre strade, se vogliamo conservare la nostra sicurezza in un futuro incerto. Innanzitutto, là dove sappiamo come muoverci per affrontare queste nuove sfide, dobbiamo muoverci subito. La Nato lo sta già facendo. I membri della Nato stanno cooperando più strettamente tra di loro per affrontare gli effetti della proliferazione. Stiamo incoraggiando un dibattito vigoroso e strutturato per rafforzare la nostra comune comprensione dei rischi posti dalle armi di distruzione di massa. Stiamo mighorando la qualità e la quantità della condivisione delle informazioni tra alleati. Stiamo anche lavorando per garantire ai soldati schierati in campo protezione contro le anni nucleari, biologiche e chimiche in modo che un aggressore non le possa usare come deterrente contro di loro. L'Alleanza sta lavorando per sviluppare siste-. mi di difesa antimissile per proteggere le nostre truppe in azione dal tipo di attacchi missihstici che l'Iraq ha lanciato contro Israele e le forze della coalizione durante la Guerra del Golfo. Questo innalzerà la sogha pr qualunque potenziale aggressore, che saprà che le sue armi hanno meno di una probabilità di giungere a destinazione. Organizzazioni intemazionali come Nato, Uè e Osce - ma anche le organizzazioni non governative - collaborano molto più strettamente. Esse possiedono forze e debolezze senza aguali. Lavorando insieme, sono in grado di affrontare megho l'intera gamma di sfide che abbiamo davanti. Le potenzialità di una tale cooperazione la stiamo vedendo oggi nei Balcani, e c'è spazio per molto di più. La seconda strada è altrettanto importante: investire nelle nostre capacità di risposta. Salvezza e sicurezza sono date per scontate da quasi tutti nostri cittadini, ma non arrivano da sole. Durante la Guerra Fredda abbiamo speso centinaia e centi- naia di miliardi di dollari per garantire la sicurezza nostra e delle generazioni future. Ora dobbiamo affrontare le nuove sfide della sicurezza con lo stesso vigore, con lo stesso impegno e la stessa volontà di spendere i soldi nelle cose giuste. Ci vorrà molto denaro e dobbiamo tutti provare le nostre ragioni per fare ora quei' passim che assicureranno la piena sicurezza futura. Mi riferisco non " solo àMé forze armate, ma anche all'ampio spettro delle forze che potrebbero rivelarsi fondamentali per fronteggiare efficacemente le nuove sfide delle nostre società. Allarmi più tempestivi. Una polizia più facile da utilizzare. Un maggior controllo delle transazioni finanziarie illegali e modi nuovi per bloccarle. Lo sviluppo di tecnologie di «impronte» elettroniche delle armi, in modo da poter risalire alle loro origini. L'elenco è lungo e occorre riflettere a lungo per trovare la via migliore. E questo mi porta alla terza strada che io ritengo si debba seguire: più lungimiranza e più educazione ai temi della sicurezza. C'è un'espressione che gli esperti di sicurezza usano per descrivere i drammatici cambiamenti nella dottrina militare e nelle operazioni che derivano dai nuovi usi delle nuove tecnologie: «Rivoluzione negli Affari Militari». Ebbene, io ritengo che ci serva anche una «Rivoluzione nell'Educazione Strategica». La comunità accademica deve foca-, lizzare la sua attenzione su queste sfide nuove, complesse e qualche volta amorfe. E' la comunità accademica che ha il tempo, e la prospettiva a lungo tennine, per guardare nel futuro e valutare il nuovo clima. Ed è sempre la comunità accademica che ha il mandato di passare quella valutazione agli studenti, in modo che i professionisti,militari o civili, siano meglio preparati ad affrontare le sfide che probabilmente si troveranno davanti. Per fortuna noi abbiamo centri di eccellenza accademica, come il Collegio di Difesa dell'Alleanza Atlantica a Roma, che quest'anno celebra il suo cinquantesimo anniversario. Praticamente da quando esiste la Nato, il Collegio ha aiutato a formare generazioni di ufficiali e di civili per i più alti livelli di servizio. Il Collegio è diventato un fiore all'occhiello della cooperazione e della politica Nato. Ospita ufficiali che provengono da quasi tutti i Paesi Osce e gioca un ruolo di guida nel Dialogo dell'Alleanza Mediterranea, così come promuove la reciproca comprensione e fiducia tra Nato e Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia. L'impegno del Collegio per offrire un'educazione comune - «interoperabilità umana» - stanno ponendo i semi di una più forte comprensione e cooperazione attraverso, e addirittura oltre, l'area euro-atlantica. Questa organizzazione è nella posizione ottimale per guidare la «Rivoluzione nell'Educazione Strategica». Lord Robertson è il Segretario Generale della Nato «Le nuove minacce, molto diverse da quelle conosciute finora, hanno già superato la soglia che dovrebbe metterle al centro dell'attenzione» «Salvezza e sicurezza sono date per scontate dai nostri cittadini ma non arrivano da sole Occorre fare ora i passi per affrontare il futuro» Una manifestazione di protesta a Calcutta: anche un modellino di portaerei viene bruciato. In alto: Lord Robertson

Persone citate: Lord Robertson, Rumsfeld