«Aiutate Kabul a ritrovare la libertà»

«Aiutate Kabul a ritrovare la libertà» A COLLOQUIO CON L'EX SOVRANO DELL'AFGHANISTAN IN ESILIO A ROMA «Aiutate Kabul a ritrovare la libertà» L'appello di re Zahir: così nel Paese torneranno pace e stabilità intervista Danielle Rouard Li EX re dell'Afghanistan Zahir Sha, che ha regnato dal 1933 al 1973 e ora vive in esilio a Roma, ha riposto ad alcune domande di Le Monde, che gli erano state trasmesse per iscritto dal suo segretario particolare. Maestà, l'imminente azione militare americana le sembra inevitabile? «Il popolo afghano non è responsabile degli atti di terrorismo commessi contro gli Stati Uniti. E dev'essere aiutato nel suo processo di liberazione, che garantirebbe pace e stabilità in Afghanistan» L'inviato speciale delle Nazioni Unite ha dichiarato che lei potrebbe «avere un ruolo importante nella riconciliazione delle forze politiche del suo Paese». Lei si è appellato a ima convocazione della Loja Jirga e alla costituzione di un governo di transizione. Ha già ottenuto l'accordo di tutte le parti? «Da due anni le nostre delegazioni moltiplicano i viaggi in Afghanistan e un po' ovunque nel mondo per spiegare il processo di pace che porterà alla Loja Jirga (la Grande Assemblea, strumen¬ to tradizionale per la creazione del consenso fra le diverse etnie e tribù afghane, ndr) A Kandahar hanno incontrato i rappresentanti dei taleban, senza molto successo, e nel Nord del Paese quelli dell'Alleanza del Nord che, globalmente, hanno accettato il principio della Loja Jirga. Ho deciso di rientrare nel mio Paese per convocare questa Assemblea. Il ruolo delle Nazioni Unite è essenziale in tutte le tappe di questo processo che, io spero, porterà la pace e la democrazia in Afghanistan». Nella resistenza al regime talebano, le forze dell'Alleanza del Nord non hanno mai abbassato la guardia. Dopo l'assassinio del comandante Massud, che peso deve avere questa Alleanza? «L'assassinio del comandante Massud mi ha molto rattristato. E' un atto di terrorismo contro l'Afghanistan. Il nostro obiettivo è realizzare il più rapidamente possibile l'unità afghana attorno a una piattaforma nazionale. 11 posto e il ruolo del Fronte unito sono molto importanti». Il quotidiano britannico «The Guardian» ha scritto, citando una fonte autorizzata, che gli americani appoggerebbero una soluzione post-taleban che vedrebbe lei al centro di una coalizione. Può confermare questa prospettiva? «La proposta della Loja Jirga era stata fatta parecchi anni fa. Noi pensiamo che solo il popolo afghano, in tutta libertà e senza interferenze straniere, debba scegliere il suo futuro. Questo è il senso e lo scopo di tutti i contatti che abbiamo preso». Lei è di etnia pasto, come i taleban, e come quasi la metà degli afghani. Le forze dell'Alleanza del Nord sono invece per lo più tagiche. E' un problema? «Io sono afghano, non mi sono mai considerato altro che afghano e sono certo che i miei compatrioti mi considerano tale. Mi sono sempre messo al servizio del mio popolo senza alcuna ambizione personale. Oggi il popolo afghano ha più bisogno che mai di unità nazionale. E io farò tutto quello che è in mio potere per operare in questo senso». Copyright Le Monde L'ex re dell'Afghanistan Zahir

Persone citate: Danielle Rouard, Massud, Zahir, Zahir Sha