Battaglia per Omar scomparso in Egitto

Battaglia per Omar scomparso in Egitto Battaglia per Omar scomparso in Egitto Il piccolo ha tre anni e il padre l'ha rapito dopo una vacanza a Assiut «Deve crescere musulmano come me». Ora la polizia lo sta braccando La madre italiana non s'arrende e chiede aiuto all'ambasciata del Cairo Maria Cerbi inviata al CAIRO Mentre il mondo attende con paura la guerra, al Cairo c'è ima donna italiana che combatte per riavere suo figlio. Omar, tre anni e mezzo, è stato separato dalla mamma 8 mesi fa e da allora l'ha visto solo una volta per due ore: abbracci, baci e poi lacrime, strazianti al momento del distacco. Una storia delle tante che vedono protagoniste donne occidentali sposate a uomini musulmani. Quando l'amore è forte nulla sembra impossibile, ma quando traballa le differenze culturali e la religione formano una barriera insormontabile. E' successo così anche questa volta. Filomena Ferri è una bella donna di 39 anni, da luglio vive al Cairo, nell'istituto di cultura italiano, protetta dall'ambasciatore Mario Sica che ha preso a cuore il suo caso. La storia inizia nel 1996 a Milano. Lei lavora in un ufficio postale, lui egiziairo, Alaa-.ekc^.Khalaf è fattorino), in un albergò. Le raccomandate li fanno mcohtrai;e:iiun cól-, pq di j^md^fl;;'©(!f(5b''poco vanno a vìvere insieme e dopo sei mesi si sposano. La famiglia di lei cerca di fare ragionare Filomena: «È troppo presto; non vi conoscete. ancora bene», le ripete il firatefio Cataldo. Ma l'ostinazione dell'amore vince. E nel 1998, quando nasce Omar, la crisi è già iniziata. Fino ad allora Aladin non ha mai chiesto alla moglie di convertirsi all'Islam. Solo per Omar insiste: «Deve crescere da musulmano». Filomena non se ne fa un problema, è disposta ad accontentarlo. Lui manda metà di quello che guadagna a casa, ad Assiuth nell'alto Egitto. Poi, improvvisamente - forse perché ha finito di pagare la casa che si stava costruendQL-al paese Alaa-el-din si licenzia. I rapporti peggiorano. Lei mantiene tutto il menage con l'aiuto della famiglia di origine, lui non fa nulla ma è sempre più scontroso. Ostile, tanto che a volte alza le mani. A Natale del 2000 chiede alla moglie di accompagnarlo in Egitto per far conoscere il piccolo ai nonni. Filomena accetta e il 6 dicembre partono per Assiuth. Dalla prima sera la permanenza in casa della suocera è un incubo. Viene controllata a vista e non le è permesso di mettere bocca nemmeno sulle cose che il piccolo deve mangiare. Omar fa i capricci, non è abituato al cibo arabo. La mamma vorrebbe aiutarlo, cercando cose più adatte a lui. Ma la suocera si offende e il marito prende le parti di sua madre. «Se non ti va bene, vattene», le dice. Poi inizia ad avvertirla della sua intenzione di non tornare in Itaha e di tenersi Omar. «Se vuoi puoi rimanere ma ti devi fare musulmana, vendere la tua casa a Milano e comprarmi uh attività qui». Un braccio di ferro che continua fino al 16 gennaio quando Filomena capisce che da Assiut - centro amministrativo dell'alto Egitto dove prospera il fondamentalismo religioso - non avrebbe potuto fare nulla. Nella notte va in camera di Omar, lo bacia e piangendo parte per l'Italia. A Febbraio 2001 è il ministro della Giustizia Piero Fassino a parlare del gaso al collega egiziano che lo rassicura: il procuratore generale del Cairo avrebbe recepito un provvedimento di affidamento emesso in Itaha. Anche perché secondo la legge dell'Islam i bambini maschi rimangono con la madre fino ai dieci anni di età. Inizia ima battaglia legale. Nonostante le promesse il provvedimento non viene fatto valere e il procuratore di Assiut affida Omar al padre concedendo alla madre solo una telefonata alla settimana. La mamma in questa occasione, a maggio, rivede il piccolo in una stanza del Tribunale. Omar le salta al collo parlando arabo. Poi di nuovo separati. Di nuovo dolore. L'ambasciatore Mario Sica e il suo staff si prendono molto a cuore la vicenda e mettono a disposizione della signora Ferri una stanza all'ufficio di cultura. Da allora vive lì. I primi di settembre sembra che le cose stiano per risolversi. Al Cairo sta arrivando il presidente della Camera Pierferdinando Casini, in visita al presidente dell'Assemblea del Popolo Fathi Sorour e al presidente Mubarak. E' lunedì 3 settembre. Casini parla anche lui con il ministro della Giustizia Self Al Nasr e si appella all'umanità della Giustizia. Un intervento che ottiene un risultato: il procuratore generale del Cairo affida Omar alla mamma. Una decisione che anche il procuratore di Assiuth è costretto a recepire. Ma è troppo tardi da quel giorno il padre è sparito con Omar. "^ÀI'T'lIPÀÉ bIÌ' PAESimRAEUROPEI ARGENTINA AUSTRALIA BRASILE CANADA CINA COLOMBIA GUATEMALA MAURITIUS MESSICO PERÙ* . ■Ó\ REP. DOMINICANA STATI UNITI SUDAFRICA THAILAIWHA VENEZUELA ECUADOR : CILE FILIPPINE MALAYSIA NICARAGUA URUGUAY CUBA 6 5 7 2 1 4 1 1 5 1 2 15 1 1 . 2 1 3 '■2 1 1 0 1 PAESI ISLAMICI ALGERIA COSTA D'AVORIO EGITTO ETIOPIA GIORDANIA KENYA KUWAIT UBANO LIBIA MAROCCO MAURITANIA CAP0VERDE NIGÈRIA SIRIA TUNISIA TURCHIA 1 1 3 1 1 1 2 3 4 1 1 1 3 ^ 1 . Dati fomiti dall'Ufficio (V della direzione generale degli italiani all'estero per le politiche migratone del ministero fKa^àv;,:'.,,'; 'iK;^;i'.Vi;' iVì-.1;-:'.'-..; 'viv,- '^ . v.., ' .-^ , degli Affari Esteri degli Attan E; .

Persone citate: Casini, Fathi, Khalaf, Mario Sica, Mubarak, Nasr, Pierferdinando Casini, Piero Fassino