Riparte la grande corsa agli acquisti di Glauco Maggi

Riparte la grande corsa agli acquisti A MERCATI ANCORA CHIUSI ABBY COEHN, REGINA DEGLI ANALISTI DI GOLDMAN SACHS, ANNUNCIA: E' ORA DI COMPRARE AZIONI Riparte la grande corsa agli acquisti Gli esperti: con questi prezzi tante occasioni da non perdere retroscena Glauco Maggi NEW YORK UN rally che fa bene al morale in un mercato che ha ancora tutti i problemi che aveva venerdì scorso con gli indici in preda all'Orso. Ma evidentemente, dal momento che l'appetibilità delle azioni poggia «anche» sul prezzo che si deve sborsare per acquistarle, i livelli sacrificati di venerdì (Dow Jones a 8235 punti e Nasdaq a 1423) sono stati ritenuti tanto scontati da convincere la maggioranza degli investitori ad una operazione diffusa di approvvigionamento non appena è suonata la campanella. Non c'è stata, infatti, la selezionata caccia alle occasioni tipica delle sole mani esperte, se è vero che i volumi degli scambi sono stati consistenti e al New York Stock Exchange i titoli in aumento fin dalle prime contrattazioni sono stati cinque contro uno in perdita (tre a uno il rapporto al Nasdaq, dove semiconduttori, networking e hardware hanno risollevato la testa), ma piuttosto un generale «pensare positivo». A soffiare sul fuoco della ripresa è stata tra le prime una coraggiosa Abby Joseph Cohen, responsabile per le strategie d'investimento della Goldman Sachs, che a mercati ancora chiusi ha suggerito di portare dal 700Zo al 750Zo la quota di azioni in portafoglio, abbassando di cinque punti la percentuale di obbligazioni (dal 270Zo al 220Zo) e mantenendo invariata a 30zó la porzione di commodities. Il livello delle quotazioni, combinato con le nuove misure legali che consentono il riacquisto di azioni proprie da parte delle società ma soprattutto con la montagna di liquidità che si è formata con la grande fuga dei giorni passati, costituisce evidentemente un trampolino ideale per l'analista della Goldman, che non smentisce anche in questa situazione il suo inossidabile ottimismo. Altro fattore positivo, sia pure ancora a livello di aspettativa generica, è quello legato al pacchetto di sostegno all'economia che U presidente George Bush presenterà al più presto al parlamento per la ratifica, e che consisterà molto probabilmente in ulteriori benefici fiscali e in stimoli all'espansione. E il due ottobre, come è noto, la Federai Reserve avrà il programmato meeting sui tassi d'interesse dal quale ci si aspetta un'ennesima iniezione di liquidità, dalla quale dovrebbero trarre beneficio i consumi. Nella scia della Goldman Sachs, anche la Bank of Ameri■m Securities ha corretto il proprio portafoglio di riferimento portando al 700Zo l'esposizione alle azioni (dal 650Zo) e abbassando al 250Zo la quota delle obbligazioni (dal 300Zo). Ora si tratta quindi di capire quanto di tecnico ci sia nel rimbalzo borsistico, che ha avuto un respiro intemazionale, e quanto invece vi sia in termini di ricupero generale della fiducia. Dal Fondo monetario anivano inviti alla cautela. «Anche se non c'è nessuna recessione globale alle porte le previsioni economiche sono estremamente incerte» ha spiegato ieri il vicedirettore generale Anne Krueger nel suo primo incontro-stampa. Che poi ha invitato la Fed a non adottare altre misure di politica monetaria. Il dibattito che attraversa l'America sulle diverse opzioni che la Càia Bianca sta valutando per la sua risposta al terrorismo è destinato nei prossimi giorni ad avere maggiore influenza sui cradi dati dei profitti aziendali che non sono mancati neppure ieri o dell'indice del Conference board che ieri segnava un calo dello 0,30Zo contro il -0,1 Va atteso dagli analisti. «I prezzi scontavano già l'andamento rallentato delle attività prima dell'I 1 settembre», è l'opinione espressa al Wall Street Journal da William Miller, analista del Legg Mason Value Fund, «ed io ero dell'idea che fossimo vicini al bottom. Così adesso, archiviata la purga della settimana scorsa, si potrebbe paradossalmente comprare alla cieca». Miller, il cui fondo ha fatto meglio delio Standard fr Poor's 500 nei passati 11 anni, non fa naturalmente così. E per mettere comunque in pratica la sua strategia d'attacco, avendo dovuto come tutti i gestori di fondi fronteggiare ima forte ondata di riscatti nei giorni scorsi, ha venduto le azioni che avevano tenuto meglio «per cercare gli affari tra i titoli sottovalutati; in vari settori, dal finanziario al tecnologico o all'energia. E' tardi, invece, per comprare azioni sicure nei comparti della difesa, della farmaceutica o dell'alimentare». Da Martin Whitman, gestore del fondo Third Avenue Value della categoria dei cosiddetti «avvoltoi» di Wall Street, che sono gli operatori specializzati nel rovistare tra le macerie dei crolli per raccogliere «i pezzi ancora buoni», si ha la conferma che è tempo di entrare. «Non ho la certezza assoluta che ci troviamo sul fondo - dice - ma è la prima volta che capita di poter comprare delle blue cips che hanno parametri di valore in rapporto al costo di assoluta convenienza, pari a quelli che di solito riscontro nelle azioni di minor capitalizzazione dal prezzo iperscontato che scelgo per il mio fondo. Per chi ha un'ottica di 3-5 anni quale la nostra è buona norma comprare quando il prezzo è giusto, come è adesso, non illudendosi di cogliere il vero bottom e disinteressando del mercato per i prossimi mesi». Il Fondo monetario: «previsioni economiche incerte, ma non ci sarà una recessione globale» Alcuni operatori della Borsa di New York

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