Bush: ridurremo i terroristi alla fame di Mario Calabresi

Bush: ridurremo i terroristi alla fame Bush: ridurremo i terroristi alla fame Congelati i beni e bloccate le transazioni di 27 gruppi e leader Mario Calabresi Inviato a NEW YORK Impedire ai terroristi di viaggiare, pagare affitti, stanze d'albergo, corsi di addestramento, noleggiare auto, comprare armi, documenti falsi e biglietti aerei. Prosciugare il flusso di denaro che foraggia la rete di Osama bin Laden, «colpire le fondamenta finanziarie del terrorismo globale». Con questo obiettivo e queste parole, ieri, George W. Bush ha firmato un ordine esecutivo che congela i beni e impedisce ogni transazione con organizzazioni e leader terroristici, movimenti combattenti islamici, «società paravento» e organizzazioni umanitarie no-profit. «Ridurremo i terroristi alla fame», ha promesso il presidente agli americani, sottohneando che «il denaro è la loro linfa vitale». L'elenco, diffuso dal ministero del Tesoro Usa è composto di 27 nomi: Osama bin Laden è al dodicesimo posto, ma la sua organizzazione. Al Qaeda, apre la lista. Spiccano gruppi già citati dal presidente americano nel suo discorso al Congresso e considerati alleati di Bin Laden: la Jihad islamica egiziana e il Movimento islamico dell'Uzbekistan, ai quali si aggiunge tra gli altri il Già (Gruppo islamico armato). La mossa di Bush serve a costruire la terza delle «coahzioni globali» immaginate dalla Casa Bianca per muovere guerra al terrorismo. Il progetto dell'Amministrazione prevede infatti non solo il congelamento dei beni sul territorio americano, ma chiede ai governi di tutto il mondo di fare lo stesso, «bloccando l'accesso ai fondi depositati su conti esteri». Si punta così a costruire una coalizione finanziaria, accanto a quelle militare e di intelligence. Un modo per coinvolgere più Paesi possibile, su obiettivi diversi. Come aveva chiesto durante il discorso al Congresso - «Ogni nazione ora deve prendere una decisione: stare con noi o con i terroristi» ieri Bush ha riproposto la scelta: «Chi fa affari con i terroristi e li finanzia non farà affari con gli Stati Uniti». Una prima intesa sulla strada della «coalizione finanziaria» che sarà costruita con una serie di convenzioni intemazionali - è già stata messa a punto con le Nazioni Unite, l'Unione europea e i Paesi del G8 per dare vita a un centro specializzato che indaghi e identifichi le infrastrutture finanziarie delle reti terroristiche intemazionali «E' soltanto l'inizio: continueremo ad aggiungere nomi alla lista e - ha aggiunto il presidente - congeleremo i conti di chiunque scopriremo che aiuta o sostiene organizzazioni terroristiche». La decisione segna un radicale cambiamento da parte delle autorità Usa, che fino a oggi contrastavano esclusivamente il riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di droga. L'Amministrazione repubbUcana inoltre si era sempre opposta al progetto, lasciato in eredità da Clinton, di sanzionare chi facesse affari con gruppi e istituzioni finanziarie legate ai Paesi e alle organizzazioni sotto accusa. Gli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono stanno però cambiando a fondo le pohtiche americane di prevenzione: prima sono stati cancellati i termini per il fermo degli stranieri trovati con false identità, ora, dopo aver scoperto che la sola fase finale dell'organizzazione degli attentati è costata più di 400 milioni di lire, si agisce sui flussi di denaro. «Se non hanno accesso al denaro, gii uomini di Bin Laden non potranno entrare in azione», ha spiegato Bush, conscio che il lavoro sarà lunghissimo, visto che l'organizzazione del mihardario saudita avrebbe a disposizione un patrimonio di 300 milioni di dollari (oltre 600 miliardi di lire). Il documento presentato ieri ha però un valore non solo econo- mico, ma acquista ima particolare rilevanza per capire a quali risultati sono giunti gli investigatori federali e quali saranno gli obiettivi dell'azione militare. In assenza dell'ordine esecutivo che indicherà all'esercito americano dove dirigere i bombardieri o le truppe speciali e in attesa del dossier dell'Fbi che dovrà mostrare al mondo - come promesso da Colin Powell - i legami tra gli attentatori e Osama bin Laden, quello di ieri è l'unico pezzo di carta in cui vengono elencati i «nemici dell'America». Tra questi spicca al quinto posto la Jihad islamica egiziana e al ventesimo l'uomo che l'ha guidata per anni e che oggi vive m Afghanistan: Ayman alZawahiri, il braccio destro e successore designato di Bin Laden, fuggito dall'Egitto dopo essere stato condannato a morte per una lunga catena di attentati. SaUto ai primi posti della lista dei ricercati dai servizi di sicurezza diplomatici del Dipartimento dì stato americano. Al Zawahiri, 50 anni, è accusato di essere uno dei registi degli attentati del 1998 alle ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania. Dopo essere stato il leader della Jihad islamica, il gruppo integralista che nel 1981 assassinò il presidente egiziano Sadat, nel 1998 è entrato a far parte di Al Qaeda. Qui, da medico personale del miliardario saudita, è diventato numero due dell'organizzazione. I servizi americani ritengono che se Bin Laden resta la figura più carismatica del gruppo, al Zawahiri spicca per intelligenza e astuzia tattica. Zawahiri ha portato nel network di Al Qaeda diverse centinaia di egiziani riuniti in un gruppo, il «Fronte islamico per la lotta contro Crociati e Ebrei», di cui il medico è il capofila. Un altro egiziano di spicco, alleato di Bin Laden, figura nella lista di Bush: è Muhammad Atif, anche conosciuto come Sobhi al Sitta o Abu Hafas Al-Masri. Sarebbe lui il comandante dell'Esercito Islamico per la liberazione dei luoghi sacri, il gruppo che ha rivendicato i due attentati alle ambasciate. Attivo sul fronte dell'estremismo islamico da quando aveva quindici anni, ha passato tre anni in carcere e si racconta sia un uomo estremamente cauto e riservato,, che non parla mai. La presenza ai piani alti del terrorismo intemazionale di gruppi ed esponenti egiziani spiega le cautele con cui si sta muovendo il presidente Mubarak. Ieri, dopo aver incontrato il premier francese Jospin, ha lanciato il suo allarme: «Ci sarebbero conseguenze terribili se gli Usa si vendicassero degli attentati con rappresaghe sui Paesi arabi. Ci sarebbero gravi rischi legati alle reazioni dei popoli e dei dirigenti di questi Paesi». Se non hanno accesso al denaro, gli uomini di Bin Laden non potranno entrare in azione Il denaro è la loro linfa vitale, occorre bloccare à l'accesso anche ai fondi depositati su conti esteri. Questo è solo l'inizio: continueremo ad aggiungere nomi alla lista, congeleremo i conti di chiunque aiuta o sostiene organizzazioni terroristiche. Ogni nazione ora deve prendere una decisione: o con noi o con loro ^ I presidente Bush con il segretario di Stato Colin Powell durante II discorso di ieri nel Giardino delle rose

Luoghi citati: Afghanistan, Egitto, Kenya, New York, Stati Uniti, Tanzania, Usa, Uzbekistan