UNA GUERRA CHE CONTINUA di Enzo Bettiza

UNA GUERRA CHE CONTINUA UNA GUERRA CHE CONTINUA Enzo Bettiza ALCUNE cose non sono state dette, q non sono state messe bene a fuoco, nella pur ampia gamma di considerazioni sull'inaudito oltraggio terroristico che ha sfregiato l'America e sconvolto il mondo l'il settembre scorso. Si è già parlato e si torna a parlare, nel momento in cui l'amministrazione Bush fa partire gli aerei per la rappresaglia, di un imminente inizio della prima guerra del Duemila. Saremmo insomma alle porte di una strana terza guerra mondiale contro ignoti. In realtà una singolare terza guerra mondiale, frammentata in tanti conflitti regionali, era cominciata almeno tre lustri orsono. Le prime avvisaglie s'erano manifestate già durante il crollo del comunismo nell'aspro conflitto caucasico tra azeri islamici e armeni cristiani. Poi, subito dopo il Crollo, abbia- m^mm^m—- I PIANI DEL PENTUna fitta rete diindicherà i bersaGianni Riotta A PAGINmo visto 1 serbi ortodossi scontrarsi nei Balcani con slavi e albanesi islamizzati, quindi abbiamo visto i russi subire attentati terroristici a Mosca e impegnarsi in un endemico conflitto armato in Cecenia. Dopodiché abbiamo assistito ad una sintomatica e premonitoria metamorfosi negli scontri tra arabi ed ebrei in Medio Oriente: nella seconda intifada palestinese, avviata un anno fa, il tradizionale lancio di sassi contro soldati e poliziotti israeliani è stato via via sostituito dal lancio di uomini bomba contro obiettivi non militari. Autobus, scuole, ristoranti, discoteche. Tutti questi eventi di guerra, di guerriglia e di terrorismo, che da quindici anni si sono propagati a catena in varie regioni del mondo, hanno avuto ed hanno in comune due caratteristiche essenziali: il genocidio e la religione. Le pulsioni genocide commiste a quelle confessionali, da parte cristiana non meno che da quella musulmana, erano presenti nei massacri del Caucaso, della Bosnia, del Kosovo. La volontà dello sterminio indiscriminato, che non bada più né all'età, né al mestiere, né al numero delle vittime, è presente nelle devastazioni mortali inflitte dai kamikaze di Hamas alla popolazione israeliana in quanto tale. Ed è soprattutto il connotato TAGONO satelliti e spie agli «sicuri» A 3 genocida a sfondo religioso, cui s'è dedicata scarsa attenzione, quello che maggiormente accomuna il massacro di Manhattan ai massacri indiscriminati già perpetrati nei Balcani e nel Medio Oriente. Quando nelle due torri di New Tfork si colpisce un complesso urbanistico, gremito nei giorni lavorativi da una popolazione civile e inerme di circa 50 mila individui, di fatto si colpisce un'intera città con la precisa intenzione di raderla al suolo con tutti i suoi abitanti. Soltanto la parola genocidio può spiegare e contenere un fatto abnorme del genere. I precedenti possiamo ritrovarli a Vukovar; a Grozny, a Srebrenica. Sono i precedenti di una guerra mondiale senza confini, alimentata dagli odii di religione e di razza, che oggi vede nelle sette fondamentaliste dell'Islam un'avanguardia mortuaria ma che, sarà bene ricordarlo, aveva arruolato nei suoi eserciti anche molti cristiani. Non a caso le stesse pressioni internazionali esercitate sulla Serbia per l'estradizione di Slobodan Milosevic sembrano ripetersi oggi, tali a quali, nelle intimidazioni americane lanciate al Pakistan e all'Afghanistan per l'estradizione di Osama bin Laden. Da un genocida all'altro, si potrebbe osservare con distaccata equanimità. Da un oblìo all'altro, si potrebbe dire, al tempo stesso, a quegli integralisti islamici che non si sono mai impegnati a difendere con chiarezza politica i tre milioni e passa di musulmani europei, sottratti al genocidio dall'intervento militare dell'odiata Nato e dell'odiatissima America in Bosnia e nel Kosovo. Troppo moderati, forse troppo «occidentali» per i gusti di bin Laden e di Saddam Hussein, il quale collaborava e trafficava armi con i serbi nei giorni in cui le «Tigri» di Arkan scannavano gli eredi del Maometto balcanico. Nessuna nuova guerra, insomma, sta per scoppiare. Sta invece per esplodere una grande svolta nella guerra già da tempo in atto. Una svolta che vedrà l'America, fino a ieri protettrice dei musulmani moderati, volgersi con la carica e il peso del pacMderma ferito contro i musulmani impazziti. I PIANI DEL PENTAGONO Una fitta rete di satelliti e spie indicherà i bersagli «sicuri» Gianni Riotta A PAGINA 3

Persone citate: Bush, Gianni Riotta, Osama Bin Laden, Riotta, Saddam Hussein, Slobodan Milosevic