JUVE BATTICUORE di Marco Ansaldo

JUVE BATTICUORE CHAMPIONS LEAGUE: FINALE PALPITANTE CONTRO IL CELTIC CON DUE INCREDIBILI PENALTY DOPO LA DOPPIETTA DI TREZEGUET E LA RETE DI PETROV PER GLI SCOZZESI JUVE BATTICUORE U n rigore le mette paura Taltro le dà la vittoria Marco Ansaldo TORINO La Juve di campionato ha la matrice nuova, quella di Coppa invece rimane simile all'affannosa macchina che ha collezionato brutte figure negli ultimi tre anni: il rocambolesco 3-2 dell'esordio in Champions League contro il Celtic e firmato dal rigore di Amoruso allo scadere, ha il pregio di portare i primi tre punti ma non deve illudere. Gli scozzesi hanno rimontato nell'ultima mezz'ora i due gol di Trezeguet e recriminano, con ragione. Il penalty per il contatto tra Valgaeren e Amoruso è molto dubbio (come quello assegnato al 41' della ripresa contro BirindeUi per il 2-2 al Celtic) e nel recupero Buffon è stato salvato da deviazioni fortunose, quando il pari era nell'aria. La Juve ha sbaghato molto, le novità proposte da Lippi sono state un insuccesso: poco efficace il tridente offensivo, tanto che al 25' il tecnico ha chiamato Del Piero e gli ha ordinato di giocare dietro alle punte, come Zidane; instabile la difesa a tre, mai tanto in affanno; e, soprattutto, s'è visto quanto Davids sia fuori condizione dopo quattro mesi nei quali s'è comunque allenato. Incerto nella costruzione, l'olandese sbagliava la scelta di tempo negli interventi ed era un pericolo per l'incolumità sua e degli avversari che sbatteva a terra più che contrastare, finché il pessimo arbitro Krug (meglio, con quel nome, lo champagne) lo sbatteva fuori per doppia ammonizione. Espulso al rientro come nell'ultima apparizione europea, lo scorso anno contro l'Amburgo. Lippi avrebbe dovuto capire in anticipo la situazione e levare Davids per tempo: così invece si è consegnato all'ultimo quarto d'ora in dieci e il Celtic ha messo sotto i bianconeri. La Juve ha faticato moltissimo in una notte umida e fresca: alcuni suoi uomini sembravano piantati come ortensie, quasi incapaci di reagire, molli. Pessotto, tra i mighori nell'avvio di stagione, cadeva in depressione davanti a un moretto francese poco conosciuto, Didier Agathe, una spina costante per la difesa che non aveva la compattezza della roccia. Il Celtic montava con molti uomini fino all'area, per fortuna della Juve non restava lucido al momento dell'ultimo passaggio. Soltanto al 32' il colpo di testa di Chris Sutton, più deci¬ so di luliano, offriva l'impressione del gol: Buffon era piazzato maluccio, pareva scavalcato dalla traiettoria ma recuperava e deviava la palla con un gran balzo all'indietro, in stile CasteUinipiùcheZoff. GU scozzesi non sono le furie degli anni Sessanta. La globalizzazione ha omogeneizzato gli stili: ormai il Celtic si muove coprendosi con saggezza tattica quasi italiana, con tre difensori e un centrocampista davanti alla difesa (il nord irlandese Lennon), rinnegando i tempi ruggenti delle folate di Johnstone e Gemmili. I bianconeri sono partiti con un'azione beneaugurante, conclusa da ima folgore di Del Piero, a un metro dal palo ma si è capito in fretta che non sarebbe stata una ripetizione delle prime partite di campionato. La manovra non fluiva. Contavamo fino a quattro traversoni consecutivi verso Trezeguet, pallqnacci che facevano febei là difesa arroccata attorno a Mjallby. La mighor cosa della Juve lippiana, cioè la circolazione di palla, si arenava come se le traiettorie corressero sulla sabbia: il tridente di antica memoria non aveva la ferocia di quello storico con Vialli. Trezeguet si è inzaghizzato, nel senso che attende le palle giocabih come il suo predecessore. C'erano l'attivismo di Salas e il movimento di Del Piero. Non bastavano. Il centrocampo, senza Zambrotta, soffriva ovunque. Ci voleva ima azione di Salas lunga sessanta metri per schiodare il risultato al 41'. Il cileno portava a spasso Valgaeren e metteva la palla sul piede ci Trezeguet che la sbatteva dentro. Era grande il francese nell'azione del 2-0, favorita da un bel numero di Del Piero, sul cui cross Trezeguet colpiva di testa quasi dal dischetto, con una traiettoria chirurgica. Tutto finito? No, cominciava la partita. Prima la punizione di Petrov, deviata da BirindeUi, poi U discusso rigore di Larsson confezionavano U pareggio. Il Celtic, con un uomo in più, fiutava U colpo, lippi cambiava uomini ma era la decisione di Krug, ingannato abilmente da Amoruso, a dare la vittoria a una Juve che, se non altro, non molla mai. I bianconeri hanno dominato il primo tempo poi sono calati concedendo troppo agli avversari nella ripresa Amaro il rientro di Davids, espulso per doppia ammonizione dopo una prova opaca iS ròài (3-4-3) ^ (3-5-2) «fc BUFF0N 7 DOUGLAS 6 THURAM 6 : BALDE 6 M0NTER0 6.5 VALGAEREN ' 5 IULIAN0 6 MJALIBY 6 ZENONI 5.5 AGATHE 6.5 TACCHINARDI 5.5 LAMBERT 6 DAVIDS 5 < LENN0N 6 PESS0TT0 5 THOMPSON 6 (IS'stBirindelli) 6 (12'stPetta) 5.5 SALAS 7 PETROV 6.5 (24'st O'Neill) 5.5 i LARSSON 6 TREZEGUET 6.5 SUTTON 6.5 DELPIERO 6 (43,stAmoruso) 6.5 AII.LIPPI 5.5 | All. O'NEILL 6 Arbitro: KRUG (Germania) 4 Reti pt: 43' Trezeguet; st: 10' Trezeguet 23' Petrov, 41 ' Larsson (rig), 45'Amoruso (rìg). Ammoniti: Thompson, luliano, Davids, BirindeUi, Valgaeren. Espulsi: 30' st Davids, 44' st allenatore 0'Neill. ondi ni ■■, Trezeguet festeggiato dopo il primo gol da Del Piero eTacchinardi

Luoghi citati: Amburgo, Germania, Torino