Fazio sceglie l'ottimismo «Nessun freno economico per la ripresa a fine anno» di Stefano Lepri

Fazio sceglie l'ottimismo «Nessun freno economico per la ripresa a fine anno» Fazio sceglie l'ottimismo «Nessun freno economico per la ripresa a fine anno» Il governatore teme solo eventi di natura «politica o militare» La caduta dei listini «corregge gli eccessi dei mesi precedenti» Rallentano la crescita i minori investimenti più che l'inflazione Stefano Lepri ROMA Nulla di economico impedisce che l'economia riprenda, dice il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, dopo il calo del costo del denaro deciso insieme negh Stati Uniti e nell'area dell'euro. «Nell'ultima parte di quest'anno e pienamente nel 2002» gh effetti si sentiranno. Nulla di economico, beninteso, perché «fatti di tipo politico e mUitare» possono influire diversa-, mente: ecco l'incognita. I guai delle Borse dopo l'attentato di New York, avverte Fazio, vanno inquadrati nella giusta luce; nonostante il ridimensionamento già avvenuto prima le quotazioni rimanevano ancora alte. E i risparmiatori lui li aveva avvertiti, rivendica, più volte, mettendo inusualmente la Borsa ai primi posti nei suoi discorsi. Ciò che vediamo ora è «in gran parte la correzione di eccessi dei mesi precedenti», non una caduta a picco nel timore di una grave recessione. Tuttavia il governatore riconosce di aver commesso un errore: aveva creduto che la crescita sarebbe stata frenata a causa dell'inflazione, non invece fermata da una caduta degli investimenti. Al grande convegno organizzato per passare in rassegna tutto quanto si sta facendo per prepararsi all'euro, le ansie del presente hanno fatto irruzione solo nel breve' intervento finale di Fazio. Tutto è stato fatto, hanno detto gli altri intervenuti, perché monete e banconote non manchino, tutto organizzato perché anche anziani e handicappati non abbiano difficoltà; e l'unico rischio, tecnicamente parlando, è l'eccesso di entusiasmo, ossia che gli italiani spinti dalla curiosità cerchino tutti contemporaneamente di riempirsi le tasche di euro anche senza necessità. Ma fra timori di instabUità finanziaria, di inflazione da petrolio, perfino di guerra, non sarà molto più difficUe fare una cosa che è già difficile, come un cambio della moneta? Fazio, pur mai entusiasta dell'euro, pur memore del più antico studio in materia, quello del vescovo francese del 1300 Nicholas Oresme che consigliava ai sovrani di non cambiare mai la moneta, si dice certo che andrà tutto bene. «1 fatti che stanno avvenendo attorno a noi - dice non dovrebbero influire: siamo in una sfera tecnica che riguarda le attività minute di milioni di cittadini». Sarebbe stato certo meglio che «questa operazione fosse avvenuta in un momento di grande tranquillità»; e può darsi che a fine anno U clima economico sia già nettamente migliorato. Tuttavia, «attenzione, perché se questo cambio tecnico banale non avviene in condizioni di sicurezza. creiamo forse dei problemi più grossi di quelh che possono creare errori di politica monetaria». Per evitare affollamenti e confusione nei primi giorni, una misura allo studio - ha rivelato ieri il vicedirettore generale della Banca d'Italia Antonio Finocchiaro - è di prolungare oltre il 28 febbraio 2002 U periodo in cui le lire contanti potranno essere cambiate dalle banche (presso la Banca d'Italia si potrà comunque continuare a farlo per anni). Il cittadino ideale, si fa capire, è quello che a san Silvestro avrà tenuto in tasca solo poche lire, lasciando tutto il resto in banca, e che non si precipiterà subito ai Bancomat nelle prime ore del 2002 per vedere come sono fatti gli euro. Il 9007o dei Bancomat, spiega il presidente deh'Associazione bancaria Maurizio Sella, passerà all'euro nella prima settimana; dopo U 15 gennaio nessuno di essi erogherà più lire. E i prezzi? Alla grande parata di ieri mattina c'era anche U presidente della Confcommercio, Sergio Bfilé, che promette correttezza da parte di negozianti ed esercenti. Il direttore generale della Banca d'Italia, Vincenzo Desario, assicura che «i timori che si sono diffusi a questo riguardo sono eccessivi» perché «non vi è una relazione automatica fra arrotondamento e rialzo dei prezzi». Nel passare da lire ad euro potranno esserci arrotondamenti all'insù come pure arrotondamenti all'ingiù: «l'equilibrio tra domanda e offerta e la concorrenza sui mercati dovrebbero garantire cÉe un tipo di arrotondamento non prevalga sull'altro». Però Fazio stesso, in una recente audizione parlamentare, ha sinceramente confessato che qualche timore ce l'ha. iiiÀ ■. fi 'COccorrerà far attenzione ai centesimi, e non considerarli irrilevanti; tra l'altro, le monetine vengono coniate in numero sufficiente, «18-20 milioni di pezzi al giorno» dice U presidente del Poligrafico, Michele Tedeschi. Lo spagnolo Eugenio Domingo Solans, della Banca centrale europea, avverte che ci dovremo abituare a un maggior peso in tasca, perché avremo tagli metallici di maggior va¬ lore (1936 e 3873 lire) rispetto a oggi. Ma aggiunge che gh italiani sono fortunati, perché con un rapporto di quasi 2000 tra le due unità è meno difficUe fare i conti che altrove e impossibile confondere le cifre: Cina bolletta della luce per l'importo di «100» è chiaramente di 100 euro, mentre per un tedesco è facile confondere tra 100 marchi e 100 euro che sono soltanto U doppio. Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio

Persone citate: Antonio Fazio, Antonio Finocchiaro, Eugenio Domingo Solans, Maurizio Sella, Michele Tedeschi, Nicholas Oresme, Sergio Bfilé, Vincenzo Desario

Luoghi citati: Cina, New York, Roma, Stati Uniti