Confini sbarrati a un mare di profughi

Confini sbarrati a un mare di profughi Confini sbarrati a un mare di profughi I Taleban dispiegano ventimila uomini e Scud a ridosso del Pakistan Giovanni Cerniti inviato al KHYBER PASS I soldati pakistani che salgono su camion lenti e polverosi, i profughi afghani che non scendono più. «Chiuso, tutto chiuso. Da qui non passa più nessuno». Solo le capre. Il capitano Bhatti Amid, baffetti neri e scarpe lucide, ha appena portato l'ordine da Islamahad. Chiudere il Khyber Pass. Chiudere il cancello verde della frontiera di Torkam, la città di confine che si vede laggiù, in fondo a dieci chilometri di curve e montagna di pietre. «Anche se non è stata dichiarata può cominciare una guerra - dice il giovane ufficiale - e noi siamo qui per difendere il Pakistan». Dev'essere appena successo qualcosa, giù alla frontiera. Tre ore prima, a Peshawar, nell'ufficio del ministero della Difesa avevano firmato tutte le autorizzazioni. Sull'auto era salito un soldato con kalashnikov, «senza scorta armata non si può andare». E' successo che alle dieci del mattino i mujaheddin della frontiera afghana hanno allontanato a bastonate, come sempre, i profughi ammassati al cancello. Poi, viste un paio di telecamere, hanno cominciato a gridare «via gli americani!, siete tutti americani!». Dalle grida alle sassate, per la loro Intifàda contro le tv. Ma non è questo che ha allarmato il capitano Amid. E' che mentre l'attenzione era al cancello verde di Torkam i Taleban hanno dispiegato almeno ventimila uomini sulla linea della frontiera. «Con armamento pesante», dice il capitano. Razzi e missili Scud puntati sul Pakistan. I profughi sono stati allontanati e ormai di possibihtà ne hanno poche. Almeno dalie frontiere, da ieri tutte chiuse. In tre ore, dall'Afghanistan sono passati solo cinque camion carichi di uva. Dal Pakistan proprio niente. Il Khyber Pass è a 1600 metri. Avrebbe tutto per sembrare un posto da gita scolastica, la terrazza, il plastico delle montagne e dei villaggi, i binocoli, i ragazzini che vendono banconote afghane «per la vostra collezione». E invece è il posto d'osservazione militare, una caserma piena di antenne. Qui finisce la Provincia del NordEst, la regione autonoma governata dalle tribù dei pasthun. Qui è già cominciato l'Afghanistan. Chi vuole scappare dai Taleban, chi vuole andarsene dalla paura, sa che deve tentare di raggiungere il Khyber Pass, la montagna dove in questi vent'anni è passato di tutto, dall'uva alla droga alle armi smontate. Dove da ieri non passa più un afghano in fuga. Sarebbero almeno un milione quelli che stavano provando da mesi. Ora sono di più. Kabul e Kandahar sono città vuote. Solo Taleban. Fuori dall'Afghanistan arrivano solo voci, e magari pure interessate. I camionisti che trasportano l'uva sono pakistani, però sono saliti alla guida a Torkam e nulla sanno di quel che accade oltre il cancello verde. Ma da giorni al Khyber Pass si racconta che anche alcuni capi dei Taleban, dopo aver già messo al sicuro le famiglie in Pakistan, starebbero tentando la fuga da questi confini lunghi 1400 chilometri. Impenetrabili non lo saranno mai. I soldati pakistani hanno avuto l'ordine di respingere chiunque. Più che il profugo, e solo a Peshawar ce ne sono 2 milioni e mezzo, temono l'infiltrato. Faruk Shah, responsabile delle frontiere a Peshawar, ieri ha ordinato la chiusura del campo profughi di Nazerbaker. «La decisione è quella di blindare tutti i campi. Tra tutti i profughi potrebbero nascondersi i terroristi», dice. Il controllo delle frontiere è passato al generale Mehemood Ahmed, il capo del servizio segreto militare che ieri ha guidato la missione diplomatica a Kabul. Anche la decisione di chiudere i campi profughi è sua. Così come quella di rendere immediatamente esecutivo il blocco del rifornimento merci, a partire dal petrolio. Passava tutto dal Khyber Pass, fine. E mentre il milione di profughi vaga spaventato dalle manovre militari, l'Afghanistan in pochi giorni potrebbe ritrovarsi isolato e più affamato di prima. Senza petrolio, senza energia, cibo, medicine. L'assedio. La prima risposta dei Taleban è stata l'immediata chiusura dello spazio aereo afghano e i razzi puntati al cielo. Ieri mattina era previsto un volo dell'Onu: cancellato quando lo staff dei medici di Emergency era già a bordo dell'aereo. Chiuse le frontiere del Pakistan e chiuse anche quelle degli altri quattro paesi confinanti: l'Iran da ormai tre giorni, il Tagikistan, l'Uzbekistan e il Turkmenistan. L'assedio è già cominciato e la Croce Rossa già parla di «catastrofe umanitaria». Solo ventimila, in quest'ultima settimana, sarebbero riusciti a passare clandestinamente la frontiera afghana. Per gli altri poche speranze. «Solo chi ha i contatti giusti come qualche capo dei Taleban riesce ad andarsene», conferma il portavoce Mario Musa. C'è chi tenta di spostarsi a Nord, verso la Valle del Panshir controllata dall'Alleanza del Nord del presidente Burhanuddin Rabbani, ma deve superare la linea del fuoco tra Taleban e gli uomini che erano agli ordini del Comandante Massud. O le mitragliate mentre passano la linea o le bastonate dei Taleban alla frontiera. Poco scampo. Il Khyber Pass non era mai stato così vuoto. Ora arrivano solo i soldati dei reparti speciali mandati da Islamabad. Se parte un razzo Taleban, entrare in Afghanistan sarà un attimo. Per «motivi di sicurezza» da ieri hanno sospeso tutti i permessi. PoJxanno salire solo gli uomini delle tribù, quelli che vivono a Laudi Kotal e nelle capanne di fango e paghe costruiscono perfette imitazioni di qualsiasi tipo di arma. Dal Michni Post, il punto d'osservazione, i soldati del capitano Abid controllano Torkam con i binocoli puntati, cercano i profughi che non ci sono più. «Aspettiamo l'ordine», dice. Se davvero attaccano, se non è soltanto una minaccia, «faranno la fine di chi ha sfidato il Khyber Pass». E con la mano indica la lapide bianca. «1842, sergente Bryden». L'unico soldato inglese che si salvò. I soldati del regime impediscono a un milione di persone in fuga di avvicinarsi alle frontiere Tentano l'espatrio anche alcuni dirigenti Bloccato da Islamabad il traffico delle merci compreso il petrolio L'Afghanistan replica chiudendo lo spazio aereo Un agente della polizia di frontiera pakistana registra i profughi arrivati al valico di Torkham prima della chiusura