Quando l'amico americano mette l'azienda fuori gioco

Quando l'amico americano mette l'azienda fuori gioco Quando l'amico americano mette l'azienda fuori gioco La minaccia di recessione negli Usa frena le imprese che vendono di più oltre oceano Sotto tiro i produttori di occhiali, Autogrill e la moda (vedi Bulgari). L'incognita dei farmaci Gianluigi Raimondi Troppa America, qualche volta, fa male. E' questa una possibile chiave di lettura della turbolenza che ha investito le Borse europee e asiatiche dopo il martedì nero di Manhattan. Anche Piazza Affari non ha fatto eccezione: molti titoli, da Bulgari a Autogrill, hanno pagato in maniera pesante la dipendenza del fatturato dall'economia americana, fino a pochi mesi fa l'unica locomotiva del pianeta ma oggi vissuta dai listini come la più esposta al morbo della recessione. Il tema della dipendenza dai consumi americani sarà uno degli argomenti chiave per le decisioni dei grandi gestori. Dopo l'attentato a Manhattan, infatti, viene data per scontata la caduta della fiducia dei consumatori, degli acquisti e, di riflesso, del pil, sostenuto da mesi solo dagli acquisti delle famiglie mentre gli investimenti latitano. Non solo. Per la prima volta nel dopoguerra, lo scoppio di una grave crisi internazionale non è stato accompagnato da un'impennata del dollaro rispetto alle valute «deboli» ma, al contrario, l'euro ha registralo movimenti al rialzo. Anche questo invita a pensare che, nello scacchiere finanziario del Vecchio Continente, risulteranno più penalizzale le imprese le cui vendite più dipendono dal mercato Nord americano, uno dei più importanti per l'economia italiana visto che, secondo i dati Istat, il volume dell'export negli Siali Uniti ammontava nel 2000 a 51.622 miUardi, il 10,40^ sul totale. Lo slesso ragionamento, ovviamente, vale per le altre economie del Continente. Ma è possibile misurare il grado di integrazione delle società italiane e delle principali aziende quotate nell'indice Dow Jones Eurostoxx 50 (che comprende le imprese europee a maggior capitalizzazione)? Nella tabella a fianco sono stali selezionati i liloli italiani più esposti al ciclo americano e che fanno parte del Mib 30, del Midex, del Bisci (il listino delle imprese a minor capitalizzazione, le cosiddette small capsl e, con lo stesso criterio, quelle europee del Dow Jones Eurostoxx. Tra le blue chips spicca il caso di due aziende esposte nel settore lusso. Bulgari e Hdp, seguile da Pirelli e Finmeccanica (che però opera nel settore difesa, uno dei più apprezzati in questa difficile congiuntura internazionale). Tra i liloli a media capitalizzazione spicca il caso di Autogrill, l'unica azienda italiana che realizza più della metà del fatturalo negli Usa dopo l'acquisto della catena di catering Host Marriott. Di grande rilievo anche il caso di Parmalat e dell'Alitalia. Tra le «small caps», in prima fila figurano i produttori di occhiali, Safilo e Marcolin in testa (Luxottica è società in buona parte «americana»). Da non trascurare, nel largo consumo, anche i casi di Perher, Ratti e Marzotto. Se si guarda all'Europa non sono pochi i casi di grandi aziende di marca che realizzano metà del loro giro d'affari sul mercato americano. E' il caso di colossi farmaceutici (la svizzera Novartis, la britannica Celltech ), dell'industria automobilistica (Daimler-Chrysler) o dell'editoria didattica (l'olandese Wolters Kluwer). Ma se l'impatto nel farmaceutico, consideralo un settore anticiclico, può essere modesto, analoghe considerazioni non valgono per altre aziende che operano in comparti più legati all'andamento dei consumi: la britannica Cadbury Schweppes, uno dei giganti dell'alimentare, la Philips, leader dell'elettronica di consumo o L'Oréal che destina al mercato americano poco meno di un terzo delle sue vendite. Sotto i rifletlori, poi, ci sono alcuni gruppi che hanno dedicato la maggior parte delle loro energie ad accrescere la loro presenza su quello che resta, al di là di crisi congiunturali, il principale mercato del mondo: è il caso della francese Alcatel, tra i titoli più bersagliali nella crisi della tecnologia dei mesi scorsi, o il colosso Vivendi, fresco acquirente dell'americana Universal, acquisizioni strategiche ma che, nel breve, potrebbero dare qualche dispiacere agli azionisti. [borsa&finanzaj BAYER | 40 35 30 G F M A 1 MG LA S gennaio-settembre 2001 PFIZER 46.00 44.00| 42.001 40.00 38.00 36.00 G F M A M G L A S qennajo-settembre 2001 RECORDATI ^ 18.00 k 16.00 . n^jl' I 14.00 | " 12.00 J^i M 10.00 U G F M A M G L .A S LE SOCIETÀ PIÙ ESPOSTE VERSO L'AMERICA INCIDENZA o/o SMALL CAP ITALIANE SAFILO TOTALE VENDITE VIANINI INDUSTRIA SAES GET7ERS ?2,55 PERLIER 24,20 CARRARO MARCOLIN 119,62 IMA BREMBO RATTI MARZOTTO TARGETTI SANKEY GILDEMEISTER CALP CERAMICHE RICCHETTI ESAOTE IDRA PRESSE RECORDATI ARQUATI SIMINT NECCHI RICHARD GINORI LA DORIA LINIFICIO TITOLO DELLO EUROPE STOXX CELLTECH** TOTALE VENDITE .50 DAIMLERCHRYSLER .384,00 NOVARTIS *** 1)5,00 WOLTERS KLUWER *« CADBURY SCHWEPPES 3.654,00 75,00 ROCHE •** 128.672,00 BOC GROUP P.70 BAYER 1,986,00 PHILIPS m.oo L'OREAL ,20 MISYS ** 8,60 IMPERIAL CHEMICAL 6.415,00 SIEMENS i«,00 UNILEVER .582,00 AVENTIS 164,00 BASF Ì5.945,70 ALCATEL B,00 RWE i,00 ROYALDUTCH Ì1,84 SUEZ 17,00 VIVENDI UNIVERSAL 97,60 NOKIA pO.376,00 E.ON S ANOFI-S YNTHEL ABO 15.963,00 TOTAL FINA ELF TITOLI DEL MIDEX AUTOGRILL TOTALE VENDITE PARMALAT ALITALIA SAIPEM SNIA BENETTON 018,11 VENDITE IN AMERICA 10,21 49,44 6,06 90,52 27,40 56,48 75,30 20.76 206,97 11.52 13,27 7.04 27.00 15.61 9.44 20.01 8.52 7.26 2.02 1.14 JliVL 0.18 VENDITE IN AMERICA 129.30 84.503.00 17.761.00 1.717.00 1.826.00 10.636.00 1.196.80 9.978.00 11.889.00 3.903.50 256.30 1.772.00 21.391.00 11.631.00 5.408,00 8.419.00 6.980.00 9.162.00 17.445.93 6.153.20 7.379.20 5.312.00 12.544.00 888.00 10.389.00 VENDITE IN AMERICA 1.734,70 2.417.60 940,94 178.00 155,81 248.22 INCIDENZA "/e. 1=14^, l,870Zo msik 25,0407o P,900Zo j 22,91 "H. |#,1507o 8)5.4354 KBO'H. 12,790Zo i.37% 0,51 "/o ii00«J4 7,200Zo Ì120'K. 7,05 "/o m&u 5,31 "/o 3.570Zo 3,31 Vo li495L 0,76yo mzsvo INCIDENZA "/a INCIDENZA o/o i0407o 32,900Zo WAS'h 12,99 o/o Dati in milioni di euro; ***milioni di sterline; *** milioni di franchi svizzeri

Persone citate: Bulgari, Gianluigi Raimondi, Marzotto, Necchi Richard, Ratti

Luoghi citati: America, Europa, Manhattan, Siali, Usa, Vecchio Continente