Gli insegnamenti «dimenticati» dalla Bce

Gli insegnamenti «dimenticati» dalla Bce LA SCHIETTA VERITÀ, ACCOMPAGNATA DA DETERMINAZIONE E AZIONE. FA UN LAVORO ASSAI MIGLIORE DELLA VUOTA PROPAGANDA Gli insegnamenti «dimenticati» dalla Bce Allan Saunderson DOPO gli orrendi avvenimenti della settimana scorsa negli Stati Uniti, i responsabih delle decisioni di pohtica economica hanno un'opportunità unica di aumentare la propria credibfiità e la propria influenza politica, spiegando in modo veritiero la propria azione e conducendola con calma determinazione. Non è questo quello che è successo nella scorsa settimana da parte della Banca centrale europea. Il giorno dopo la tragedia più sconvolgente cui la maggior parte di noi abbia assistito nel corso della nostra vita, gravida di conseguenze ovvie sia economiche sia psicologiche per tutto il mondo, il presidente della Banca centrale europea, Wim Duisenberg, ha offerto una performance decisamente deludente di fronte al Comitato per gli Affari monetari di Bruxelles. Le sue dichiarazioni saranno uno dei motivi per i quali molti di noi - prima di tutto i francesi - si feliciteranno, prima o poi, quando il banchiere olandese abbandonerà la poltrona più importante della pohtica monetaria europea. Per coghere il senso di ciò occorre uno sguardo al quadro più generale. Dopo l'attacco terroristico a Oklahoma City nel 1995 - il peggior attentato fino ad allora commesso sul territorio statunitense - la fiducia dei consumatori americani cadde per due mesi di fila. Dopo il terribile terremoto di Kobe nel gennaio del 1991, la produzione giapponese fu sostenuta solamente dalla spesa pubblica del governo di Tokyo. Tra il '90 e il '91, la guerra del Golfo contribuì certamente alla recessione. Anche in quel caso, dopo l'invasione irakena del Kuwait la fiducia dei consumatori americane cadde in modo brutale. Anche se la successiva ripresa economica in alcuni casi ven¬ ne molto rapidamente, eventi di tali dimensioni e carattere producono sempre un impatto su tutto il mondo. Le conseguenze degli attentati al Pentagono e alle Torri gemelle del World Trade Center potrebbero essere più profonde e più durature. Il Commissario europeo agli Affari monetari, Fedro Solbes, ha dichiarato venerdì scorso che la crescita economica europea probabilmente non raggiungerà il 296 nel 2001. Questa convinzione è condivisa da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, senza contare l'opinione consensuale del 99'K) degli analisti di mercato. Tutti stanno rivedendo al ribasso le stime anche per il 2002. Perché mai allora, in una circostanza segnata da un evento tanto drammatico, non è stato possibile avere una dichiarazione chiara da parte del presidente della Banca centrale europea? «E' troppo presto» ha dichiarato Duisenberg ai parlamentari europei per dire quali saranno le conseguenze dell'attacco all' America. Il vicepresidente, Christian Noyer, ha osservato giovedì che gli eventi di New York non dovrebbero influenzare drammaticamente le preospettive economiche del mondo per questo o per il prossimo anno. Si tratta di un approccio sbagliato. La schietta verità, accompagnata da determinazione e azione, fa un lavoro molto migliore della vuota propaganda nel calmare i nervosismi della pubblica opinione e nel guadagnarsi un'apprezzata credibilità. Essere veritieri non significa essere allarmisti. Duisenberg ha aggiunto di aspettarsi ima crescita nell'area dell'euro al di sotto del suo livello potenziale non inflazionistico, ma ha dichiarato al tempo stesso di non vedere necessità di abbassare i tassi d'interesse per ridurre i costi di finanziamento e venire incontro ad aziende nervose o famighe spaventate. La disoccupazione - ha aggiunto - continuerà a scendere, ma solo più lentamente. Il tasso dei senza lavoro comincerà con un «otto» quest'anno e il prossimo e con un «sette» nel 2003. Come se questo possa essere un andamento soddisfacente per chi è colpito daUa mancanza del posto. Il 30 agosto scorso, Duisenberg ammise che la Bce aveva sottostimato l'impatto del rallentamento americano sull'economia europea. Probabilmente avrebbe dovuto prestare più attenzione al 9007o degli analisti di mercato che invece non aveva affatto commesso lo stesso errore. E tutto ciò era precedente al dramma di martedì. Ora è possibile solo lavorare per ipotesi e immaginare che i tragici avvenimenti di martedì diventeranno la scusa per tagliare ancora i tassi d'interesse dell'area euro nella riunione del Consigho della Bce dell'11 ottobre. A meno che la realtà non cominci a mordere già il 27 settembre.

Persone citate: Allan Saunderson, Christian Noyer, Duisenberg, Solbes, Wim Duisenberg

Luoghi citati: America, Bruxelles, Kuwait, New York, Oklahoma City, Stati Uniti, Tokyo