Doris: «Tenete i nervi saldi, non svendete»

Doris: «Tenete i nervi saldi, non svendete» Doris: «Tenete i nervi saldi, non svendete» «Per chi conserva la ragione ci potranno essere grandissime opportunità» intervista Francesco Manacorda BISOGNA mantenere la testa sulle spalle». Piazza Affari ha perso il 13 per cento in cinque sedute - la settimana più disastrosa da sette anni a questa parte - e l'apertura di oggi a Wall Street vede gli analisti divisi tra pessimisti e catastrofisti. Eppure Ennio Doris, presidente di Mediolanum, il gruppo che gestisce risparmi per quasi 20 miliardi di euro e di cui Doris controlla la maggioranza assieme alla Fininvest del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ostenta sicurezza assoluta. Invita chi è in Borsa a non uscire precipitosamente e chi se n'è tenuto finora alla larga a prendere in considerazione l'idea di entrare, anche se diversificando il più possibile e ragionando sul lungo termine. «Ci sono e ci saranno prezzi interessantissimi...» dice. Tutto questo ottimismo in un momento simile non le sembra eccessivo? «Guardi, qui ci sono due elementi da prendere in considerazione prima di parlare di gestione del risparmio. Il primo è che, nonostante la gravità e la ferocia degli attacchi terroristici agli Stati Uniti, non siamo di fronte alla terza guerra mondiale. Ci sarà una risposta militare, ma, non siamo di certo di fronte à uno scenario come un conflitto tra Usa e Russia». Un dato polìtico, quindi. E l'altro? «L'altro elemento da considerare è che questi avvenimenti terroristici non hanno provocato finora un tracollo del mercato azionario, ma avvengono nell'ambito di una crisi che dura già da diciotto mesi. Una crisi che è la risposta ciclica a un periodo di crescita dell'economia e di rialzo dei mercati azionari eccezionalmente lungo e che naturalmente rappresenta anche la reazione a un eccesso di investimenti nella new economy». Non sarà forse un tracollo ma certo, nella settimana appena conclusa, le Borse europee hanno reagito con perdite elevatissime, fino al IS0/*). E questo senza ancora che ci sia stato alcun segnale dalla piazza finanziaria principale, quella Usa... «I dati dell'Europa senza Wall Street hanno un valore relativo, tanto che io sono tra quelli che avrebbe preferito che le nostre Borse restassero chiuse, almeno per un giorno. Nessuno può sapere quello che succederà a Wall Street, anche se personalmente prevedo che ci sarà un periodo iniziale di ribassi generalizzati. Ma quello che voglio dire è che l'esperienza storica ci insegna che le crisi finanziarie di Wall Street durano in media quattordici mesi, con punte di ventiquattro, come è successo nel '73-'74 ai tempi del primo choc petrolifero». Nel '29 andò peggio... «Certo, la crisi durò ben trentasei mesi, ma allora ci fu l'errore delle autorità monetarie di togliere liquidità al sistema, soffocando l'economia. E nessuno si aspetta che oggi, in una situazione come questa, Alan Greenspan alzi i tassi d'interesse e il presidente Bush aumenti le imposte. Anzi, proprio in seguito agli attacchi terroristici, le autorità monetarie e tutti gli organismi politici e regolatori intemazionali si stanno muovendo per evitare che il mercato si avviti su se stesso». Insomma, lei dice che diciotto mesi di ribasso borsistico sono già abbastanza, che nel giro di qualche mese - secondo le statistiche dell'ultimo secolo - il mercato dovrà ripartire. L'attacco agli Usa non scon¬ volge queste sicurezze? «E' possibile che ci siano ancora dei ribassi, che la crisi finanziaria si prolunghi e si aggravi un po' per effetto di quello che è accaduto. Ma così come nei rally borsistici i prezzi salgono a livelli incredibili prima di crollare, così nel ribasso generalizzato i prezzi scendono a valori implausibili prima di rimbalzare. Insomma, per chi conserva la ragione ci potranno essere grandissime opportunità». A sentir lei, allora, chi oggi ha dei soldi in Borsa farebbe meglio a uscirne anche se è convinto che siamo quasi fuori dalla crisi - per tornare a com- prare fra un mese, due o tre, quando i prezzi saranno ancora più bassi? «Beh, è impossibile sapere se il rialzo che mi aspetto sarà fra un mese o fra tre mesi, o magari fra sei. Per questo motivo il mio consiglio è che chi ha già investito in Borsa, specie se ha ben diversificato per aree geografiche e per settori resti fermo al suo posto invece di rischiare di accodarsi al parco buoi, visto che il rialzo comunque arriverà». Un consiglio difficile da far digerire a chi ha visto già ridursi il proprio capitale, in misura sensibile nell'ultimo anno e mezzo.. «Il problema è proprio il periodo su cui si ragiona. Ai miei clienti io dico sempre di pensare a quando avranno bisogno dei soldi che investono: se li vogliono utilizzare prima di due anni tanto vale che li tengano liquidi, dai due ai sei anni fanno meglio a rivolgersi al reddito fisso, dai sette anni in su - pensando preferibilmente a dieci anni - la Borsa è la scelta giusta. Ma adesso, di fronte a quello che è accaduto negli ultimi diciotto mesi, mi sento anche di consigliare l'investimento azionario a chi ha una prospettiva di cinque o sei anni». E che vantaggi si hanno ragionando sul lungo periodo? «Se vero quello che l'esperienza ci dimostra sulla durata dei ribassi vuol dire che chi ha investito un anno o mezzo fa o nel '72, prima della grande crisi petrolifera, ha magari due anni di calo davanti a sé, ma poi si troverà quattro o cinque anni di recupero perché la durata media dei rialzi è di quarantun mesi con punte di oltre ottanta. Nella crisi del '73-'74, chi aveva investito a Wall Street alla fine del '72 perdeva dopo due anni il 4507o, ma dopo dieci anni aveva guadagnato il 15007o. Chi aveva investito dopo un anno di crisi, nel '73, dopo un anno perdeva il 300Zo, ma dopo dieci anni guadagnava il 31007o. Questo grazie al fatto che aveva comprato meglio. Chi aveva investito nel '74 proprio al culmine della crisi, quando nessuno voleva saperne di titoli azionari, dopo 10 anni aveva guadagnatoli 51007o. Ora sono passati già 18 mesi di ribasso. Io non so se sia il caso di investire adesso, tra un mese o due, ma quello che so che ci sono prezzi molto molto interessanti. Chi usa la testa fa un grande affare». Su quali titoli consiglia di puntare? «Non seguo nessun titolo, nessun settore, nessun Paese. Da risparmiatore mi faccio un pacchetto che rappresenti tutta l'economia mondiale. Naturalmente se sono un piccolo risparmiatore mi affido ai fondi, scegliendoli o su base geografica pesando gli Usa il 5007o, l'Europa il 3507o e l'Estremo Oriente al 1507o, oppure attraverso fondi settoriali, ma sempre in modo da fotografare il più possibile l'economia mondiale. Meno cambiamenti faccio, meglio è». Ma molti risparmiatori hanno già fatto le loro scelte. E specie chi ha investito sui titoli della new economy adesso piange lacrime amare. Anche a loro consiglia sangue freddo? «Sì, dico a tutti di non vendere. Chi ha corso il rischio di prendere titoli speculativi ha già perso molto, è inutile che si muova proprio adesso. Chi ha investito in azioni più solide e tradizionali ha ottime probabilità di assistere al rialzo». Lei indica un portafoglio molto diversificato e alla fine passivo. Non ci sono dei settori, in Europa come Oltreoceano, su cui darebbe consigli? «E' facile pensare che se il prezzo del petrolio dovesse esplodere, i titoli energetici avranno delle possibilità in più rispetto al a media del mercato, è facile presupporre che lo Scudo stellare alla fine si farà e che le industrie della difesa statunitensi potranno trarne vantaggi. Allo stesso modo non è certo un buon momento per le compagnie aeree, per le aziende che operano nel turismo e nei beni di lusso. Ma se la ricerca di un settore è legata alla necessità di proteggere al meglio il proprio investimento lo ripeto: il modo migliore è proprio quello di diversificare il più possibile». Il reddito fisso rappresenta una buona alternativa per chi non ne può più della Borsa? «Certo, se non si riescono a sopportare le oscillazioni che sono l'effetto collaterale dell'investimento in Borsa ci si può rivolgere ai titoli di Stato. Ma bisogna sapere che stanno dando una redditività molto bassa. Se dovessi investire in titoli di Stato cercherei titoli indicizzati e con tassi a breve, che sono quelli che potrebbero scendere di più». E i beni rifugio, come l'oro? 'Guardi, è un settore che conosco molto poco, ma sicuramente non è il tipo di investimento che si addice a un risparmiatore». Chi è fuori dalla Borsa secondo lei, oggi, che deve fare, restarne alla larga? «No, anche in questo caso bisogna prevedere che il rialzo è vicino, anche se non sappiamo quando arriverà. Allora faccio un investimento frazionato, investendo il mio capitale in sei mesi o in un anno, un tanto il mese, in modo da cercare di mantenere il prezzo medio dell'investimento vicino ai prezzi minimi del periodo». Lei è rialzista fino in fondo, insomma. Ma non pensa che con gli attacchi terroristici e quello che seguirà siamo ormai avviati a un'epoca di instabilità politica che condizionerà in modo stabile l'economia e le Borse? «Può esserci instabilità politica, ma l'economia va avanti comunque. Pensi ai cambiamenti che sono arrivati dopo la guerra mondiale. Il passaggio dalla moneta garantita dai depositi auriferi, dai cambi fissi a quelli liberi, la conversione all'economia di pace dopo la seconda guerra mondiale, gli choc petroliferi. I cambiamenti traumatici ci sono stati, ma la crescita dei mercati non si è fermata». Anche i dati sull'economia reale - ultimo quello della fiducia dei consumatori Usa - indicano che ormai si va verso la recessione... «Quando i mercati scendono, in genere scontano già la caduta dell'economia. Come ha detto il governatore Fazio, la Borsa ha previsto sette delle ultime tre crisi, cioè ci sono stati quattro ribassi senza che a questo corrispondesse un calo dell'economia reale. Certo, è possibile che la crisi economica negli Usa duri un po' più del previsto, ma è anche abbastanza naturale visto che l'ultimo periodo di crescita è stato insolitamente lungo. Comunque, neppure nel '29 si è andati oltre i tre anni di ribasso delle quotazioni e Wall Street perse r8507o, più di quanto ha perso adesso il Nasdaq in un anno e mezzo. Sui tempi lunghi non può esserci che fiducia sulle sorti del mercato». Un'ultima domanda: fra tre mesi, a fine 2001, si aspetta che gli indici azionari in Europa e negli Usa siano sopra o sotto il livello che toccheranno oggi? «Sono previsioni che non ho mai fatto e che non farò certo adesso. Posso solo dire che per chi ha liquidità da investire c'è da augurarsi che siano sotto, che il ribasso duri ancora il più possibile, anche se questo metterà a dura prova i nervi dei risparmiatori». «di rialzo è vicino anche se non sappiamo quando arriverà. Per questo bisogna frazionare il capitale da investire in un arco di sei mesi o di un anno Un tanto al mese per cercare di mantenere il prezzo medio vicino ai prezzi minimi del periodo» «La Borsa è la scelta giusta per chi ha un orizzonte temporale dai sette anni in su Ma adesso, di fronte a quello che è accaduto a partire da marzo 2000 mi sento anche di consigliare 'investimento azionario a chi ha una prospettiva di cinque, sei anni» Ennio Doris (qui accanto in un segno di Ettore Viola) presidente di Mediolanum è convinto che nonostante la gravità e la ferocia degli attacchi terroristici agli Stati Uniti non siamo di fronte alla terza guerra mondiale «La Borsa è la scelta giusta per chi ha un orizzonte temporale dai sette anni in su Ma adesso, di fronte a quello che è accaduto a partire da marzo 2000 mi sento anche di consigliare 'investimento azionario a chi ha una prospettiva di cinque, sei anni» cinquché ldi qudi ol'73-'Wallperdma ddagninvenel 'il 30guadgrazpratstitodellavoleri, dgnatgià 1so sadesquelmoltusa affarSupu«Nonsun risppathlapcgu«Sì, re. prengià si mha solime rialLmfid Ennio Doris (qui accanto in un disegno di Ettore Viola) presidente di Mediolanum è convinto che nonostante la gravità e la ferocia degli attacchiterroristici agliStati Uniti non siamo di fronte alla terza guerramondiale

Persone citate: Alan Greenspan, Bush, Ennio Doris, Ettore Viola, Francesco Manacorda, Guardi, Silvio Berlusconi