Mobilitate le truppe russe in Tagikistan di Anna Zafesova

Mobilitate le truppe russe in Tagikistan DUSHANBÈ' E' L'UNICA CAPITALE DI UNA REPUPBUCA EX SOVIETICA AD AVERE INVITATO MOSCA ACONSERVARE UNA PRESENZA MILITARE SUL TERRITORIO Mobilitate le truppe russe in Tagikistan Una divisione motorizzata sul confine con l'Afghanistan Anna Zafesova MOSCA La Russia mobilita le sue truppe sul confine con l'Afghanistan. L'ordine è partito ieri da Mosca, dal ministro della Difesa: «Una decisione dettata dalla situazione che si sta creando nella Regione», ha spiegato laconico Serghej Ivanov. Settemila uomini della divisione motorizzata numero 201 dell'esercito russo sono da ieri in stato d'alerta sul confine del Tagikistan con l'Afghanistan. Il generale russo Valentin Orlov, comandante della «201», ha confermato che nelle caserme sono state aumentate le misure di sicurezza, e i congedi per gli ufficiah sono stati aboliti fino a data da definirsi. La divisione motorizzata è l'unico frammento dell'ex Armata Rossa che non è stato invitato dai nuovi poteri indipendenti ad abbandonare i domini ex sovietici. Anzi, i leader di Dushanbè hanno ripe- tutamente chiesto a Mosca di aumentare la propria presenza militare sul fiume di confine Pjanzh, unica barriera contro gli ultra islamici. Il Tagikistan è statò il primo Paese dell'ex Urss a scontrarsi con il fondamentalismo armato. Per cinque anni una sanguinosa guerra tribale e religiosa ha dilaniato la repubblica, fino a una tregua che ha costretto parte degh islamici a collaborare con il governo dell'ex «appa- ratchik» del Pcus Emomali Rakhmonov. Gh irriducibili invece hanno attraversato il Pjanzh e da allora insidiano il territorio tagiko con scorrerie e attentati. Nell'ultimo, appena sabato scorso, ha perso la vita il ministro della Cultura Abdurakhim Rakhimov. E dopo la morte del comandante deh'AUeanza del Nord, Ahmad Shakh Massud, tagiko di sangue, a Dushanbè ritengono che l'ultima difesa contro i taleban sia¬ no i russi. Oltre alla divisione 201 altri 11 mila soldati russi, appartenenti alle guardie di frontiera, sono disposti lungo i 1500 chilometri del confine con l'Afghanistan. Una zona dove negli ultimi giorni l'atmosfera è sempre più nervosa: le autorità di Dushanbè denunciano tentativi di infiltrazione di numerosi taleban sul territorio tagiko. E i militari russi hanno recentemente trovato vicino al confine un nascondiglio con centinaia di missili per bazooka. Un avanposto della possibile guerra santa con l'Afghanistan, dunque, alla quale la Russia ha già dato implicitamente il suo consenso. Mosca in queste ore sta elaborando le possibili forme della sua partecipazione alla crociata degli Usa contro Osama bin Laden. Ieri mattina Vladimir Putin ha convocato nella tenuta di Novo-Ogariovo, alle porte di Mosca, tutti i suoi uomini chiave: il premier Mikjail Kasjanov, il ministro della Difesa Sergej Ivanov, quello dell'Interno Boris Gryzlon, il capo della diplomazia Igor Ivanov, il direttore dei servizi segreti Nikolaj Patrushev, il governatore della Banca centrale Viktor Gherascenko e altri personaggi importanti. Ufficialmente questo appuntamento di domenica mattina è stato spiegato con la necessità di discutere i risultati della visita del presidente russo in Armenia, avvenuta il giomo prima. Ma nell'ordine del giomo della riunione c'era anche «la situazione intemazionale», e pochi dubitano che il vertice russo al completo sia stato convocato dal padrone del Cremlino per discutere dei preparativi alla guerra. Tra le varie ipotesi di partecijazione della Russia c'è anche a concessione a^li americani delle sue due basi militari nel Tagikistan. Ma il Paese dell'Asia Centrale ha ieri dichiarato di non voler aprire il proprio spazio aereo agh Usa. Il motivo sarebbe la paura di un'ondata di profughi che scapperanno dalle bombe facendo esplodere il fragile equilibrio intemo. Più tardi però, probabilmente dopo le consultazioni con Mosca, Dushanbè ha smorzato la propria posizione: «Non siamo ancora pronti a concedere il nostro spazio aereo», ha dichiarato il premier Akil Akilov, «ma prenderemo la nostra decisione ascoltando l'opinione pubblica mondiale e in particolare i dirigenti russi». Ma itagiki non hanno ancora deciso se aprire agli Usa il loro spazio aereo. Ieri Putin ha convocato tutto lo staff dei suoi consiglieri Un gruppo di ragazze Islamiche firmano, all'ambasciata americana di Amman, il libro delle condoglianze per le vittime dell'attentato