«Macché promesse, siamo tutti più poveri» di Paolo Baroni

«Macché promesse, siamo tutti più poveri» «Macché promesse, siamo tutti più poveri» Rutelli: dove sono i prodigi di Berlusconi? Paolo Baroni inviato a CERNCBBI0 «Borsa, salari, pensioni, tasse, commercio, crescita: dov'è il miracolo italiano promesso da Berlusconi? Oggi gli italiani si sentono più poveri e meno sicuri, ecco la realtà». Francesco Rutelli sceglie il palcoscenico mediatico di Cemobbio per controbattere al capo del governo. Pranza con Aznar, Kissinger ed alcuni dei big presenti ieri al workshop Ambrosetti e prima della ripresa del seminario incontra i giornalisti. E attacca: «Berlusconi deve rendersi conto che la campagna elettorale è finita, ora deve farci vedere cosa sa fare. Non si possono accampare scuse: il quadro congiunturale era già chiaro ad aprile. Il governo aveva preso degli impegni, ora deve mantenerli». L'opposizione si prepara al contrattacco: martedì si riunirà il coordinamento del centro sinistra per la messa a punto delle "strategie per l'autunno", verranno costituiti i dipartimenti di lavoro e indicati i vari portavo- ce. «Ci faremo sentire, in Parlamento come nel paese - assicura Rutelli - e la nostra sarà un'opposizione senza sconti». Il leader dell'opposizione parla però anche di tempi lunghi, della necessità di lavorare a fondo per passare da una cultura di governo ad una di opposizione, «che si deve fare anche nella vita della nazione». «Ci dobbiamo organizzare - aggiunge - per un'iniziativa che valga per tutta la legislatura, con l'obiettivo di tornare al governo fra cinque anni». AI centro delle iniziative dei prossimi mesi il referendum sul federalismo («che speriamo gli italiani vogliamo approvare»") ed una serie di proposte per contrastare le decisioni più dannose prese dal governo nei-suoi Drimi mesi di vita. Su tutte la egge Lunardi e, in tema di diritto societario, le nuove norme sul falso in bilancio e le cooperative. Nessun ostruzionismo a priori, comunque. Rutelli assicura che l'Ulivo si asterrà sia dal presentare le mighaia di emendamenti che nella precedente legislatura hanno caratterizzato l'attività parlamentare del centro destra, né tantomeno lamenterà campagne negative nel paese. E poi insiste col «tormentone» del giorno: redditi e sicurezza. «Pessimo inizio per il centrodestra - riparte in quarta l'ex sindaco di Roma - non solo ci sono i crolli di borsa che distruggono i risparmi degli italiani, ma ci sono salari fermi al palo e pensioni che non aumentano e adesso protestano anche i commercianti perché il governo non sostiene i consumi. Ed ora non solo non ci sono risposte sul fronte dell'economia, ma non ci sono nemmeno più in programma quelle riforme che erano state annunciate. Sulla sicurezza vale lo stesso discorso: in campagna elettorale ci fu un gran battage ed ora tutti si lamentano, dagli industriali veneti flagellati dalle rapine al sindaco di Napoli che giustamente chiede di occuparsi delle famiglie oltre che di strade ed opere pubbliche». Il governo in sostanza, è l'accusa che arriva dall'opposizione, «continua a spostare in avanti il bersaglio, sostituendo le promesse con ulteriori promesse». Berlusconi di fronte alle turbolenze di Borsa consiglia di non vendere azioni - chiede un cronista - lei cosa suggerisce? «Se uno vuol fare una brutta figura può dare consigli ai risparmiatori o azionisti - è la risposta. Io posso fame altre, ma questa me la risparmio». Più serio e articolato, invece, il ragionamento su un'altra questione calda del momento: la modifica dello statuto dei lavoratori e le richieste di maggiore flessibilità. Rutelli al proposito non esclude l'adozione di nuovi strumenti, ma solo se concertati. «Il centrosinistra - ha spiegato - non è disponibile a soluzioni che escano da questo solco, cioè non concordate tra aziende e lavoratori; tuttavia, come ha come ha detto anche Prodi, mi pare senz'altro utile che si possano innovare alcuni ambiti della risoluzione dei contratti di lavoro. Si è parlato del possibile ricorso a sistemi arbitrali e anche su questo si può discutere». Veto assoluto, invece, alle richieste di modifica l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. «C'è stato un referendum poco più di un anno fa - taglia corto Rutelli - e la proposta è stata respinta a larga maggioranza». Come dire: capitolo chiuso. llleader dell'Ulivo al seminario Ambrosetti «Il premier deve rendersi conto che la campagna elettorale ormai è finita Aveva preso impegni, ora dimostri di cosa è capace» «La realtà è che oggi c'è meno ricchezza E sulla sicurezza si lamentano tutti, dagli industriali veneti al sindaco di Napoli» Una battuta sulla Borsa: «Non ho consigli da dare come qualcun altro» Il leader dell'Ulivo Francesco Rutelli ieri al seminario Ambrosetti con il premier spagnolo Aznar

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