Da Cernobbio industria ottimista per il 2002

Da Cernobbio industria ottimista per il 2002 Da Cernobbio industria ottimista per il 2002 Becker: svolta a fine anno Mario Sensini Inviato a CERNOBBIO Nella certezza dell'anonimato, gli industriali presenti al forum di Cemobbio non hanno avuto dubbi. «L'SO per cento di loro prevede, per il prossimo anno, un incremento del proprio fatturato tra il 5 ed il 15 per cento. E non mi pare per niente poco» dice il presidente dell'Ili, Piero Gnudi. «Se ci fosse stato un voto palese, per alzata di mano, non so se si sarebbero ottenuti gli stessi risultati, se sarebbe emerso questo ottimismo così netto» aggiunge scherzando. Nonostante la brutta aria che tira in Brsa, le incertezze legate all'introduzione dell'euro e quelle ancora molto ampie sul contenuto della prossima Legge Finanziaria, questo è esattamente quello che pensa oggi l'industria. Al di là dei miracoli, da Cemobbio emerge un cauto ottimismo sulle prospettive dell'economia italiana, la cui stabilizzazione, osserva il presidente della Borsa Italiana, Angelo Tantazzi, potrebbe aiutare anche il mercato azionario a risollevarsi. «Credo che si sia in una fase terminale: c'è stata irrazionalità prima, c'è irrazionalità ora. Nei mercati finanziari in genere dice Tantazzi - ci sono sempre dei momenti in cui ci sono degli eccessi. Non credo che il mercato italiano sia ai primi posti nell'irrazionalità, vedete tutti quello che succede al Nasdaq. In questa fase il conforto ai mercati può veni- re anche dalla stabilizzazione della situazione economica, su cui c'è un vasto consenso». «Una crescita del 3'ì'ó non è un miracolo, anzi sarebbe un risultato mediocre» osserva l'economista francese Jean Paul Fitoussi, presidente dell'osservatorio francese sulla congiuntura e relatore al Workshop di Cemobbio organizzato dallo Studio Ambrosetti. L'Europa e l'Italia, aggiunge, «dovrebbero porsi un obiettivo di crescita del 4l}è. Ciò che sta accadendo è solo la conseguenza di shock transitori, credo che la crescita ci sarà e si attesterà attorno al 30Zo nel 2002 per la zona euro» dice convinto l'economista francese. L'indebolimento della crescita nei mesi scorsi, spiega Fitoussi, è dovuto essenzialmente al cambio dell'amministrazione americana, gestita oggi da uomini che vengono dall'industria e non più, come in passato, dalla' finanza, ma anche alla fase di profondo rinnovamento delle tecnologie, che se ha generato difficoltà e fallimenti, ora offre un contesto di maggior stabilità favorevole alla crescita. Ottimista è anche il premio Nobel americano Gary Becker: «Quella in corso è una recessione moderata, nel senso che c'è un rallentamento della crescita, ma non ha influito più di tanto sull'occupazione e perché l'inflazione è rimasta su livelli bassi». «Non so se abbiamo già raggiunto il punto di svolta, ma credo che almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, il tasso di crescita aumenterà verso la fine di quest'anno e questa fase di recessione moderata potrà concludersi» aggiunge Becker. «Lo spazio per una crescita al 30Zo in Italia ci sarebbe dice l'economista Paolo Savona - ma solo risolvendo una serie di problemi», come l'arrivo dell'euro nelle tasche degli italiani e i rapporti tra maggioranza e opposizione sul programma economico. «L'incognita dell'autunno», aggiunge Savona «si risolverà solo dopo la presentazione della finanziaria». «Dopo il rallentamento dell'economia mondiale siamo in un ciclo di movimento lento, dolce, dal quale dovremmo uscire con un rafforzamento, anche in Italia» spiega Tantazzi. L'ottimismo moderato espresso dagli industriale e dagli economisti a Cemobbio viene confermato anche dall'Isae, l'agenzia pubblica guidata da Fiorella Kostoris Padoa Schioppa che analizza la congiuntura: «Pensiamo che la situazione economica in Italia sia buona e pentìimo che il tasso di crescita quest'anno possa essere superiore al 20Zo e che l'anno prossimo andrà ancora meglio. Si deve guardare ar futuro con cauto ottimismo alla situazione itahana - dice'H presidente dell'Isae - senza ritenere che ci stiamo preparando ad un miracolo economico». L'80% delle imprese prevede un aumento del fatturato tra il 5 e il 15 per cento Il Nobel americano: «Recessione moderata» Savona: «C'è spazio per una crescita del 307o ma bisogna risolvere il problema dell'euro e cambiare il rapporto governo-opposizione» Gli industriali al convegno di Cemobbio