Ivano Fossati, un'ostrica solitaria e silenziosa che fa parlare la musica di Nico Orengo

Ivano Fossati, un'ostrica solitaria e silenziosa che fa parlare la musica Ivano Fossati, un'ostrica solitaria e silenziosa che fa parlare la musica RECENSIONE Nico Orengo APPENA sveglio, mentre aspetto che il caffè, un abbondante caffè, venga fuori, mi siedo al pianoforte e inizio a suonare un po', senza impegno e a mente sgombra. Quando sono a casa mia la giornata inizia sempre così». Di sé. Ivano Fossati, in questo colloquio di «Carte da decifrare» con Pietro Cheli, non è disposto a dire tanto di più, se sul pianoforte tiene una fotografia o- una ciottola con teste d'aglio. Fossati se può, e può, fa l'ostrica. Ha un riserbo su di sé e il mondo che gli sta intorno che non è disposto a dare ai suoi lettori, nessuna, anche vaga, indicazione per potercelo immaginare seduto a quel piano o steso sotto i suoi ulivi. Possiamo immaginare la fatica di Pietro Cheli per tirarlo un po' nella realtà del quotidiano, nella dimensione privata e non per voyeurismo, ma per quel tanto di dimensione fisica, extramusicale, che diventa pasta narrativa. No, Fossati non ha la matericità di un Guccini. Fossati è un genovese riservato, che ha imparato a sorridere tardi perché ha i «denti da coniglio». E soprattutto è un antidivo fino all'ossessione. E soprattutto un musicista che pensa la musica come unica dimensione che interessa e che di sé è disposto a svelare. Per lampi scopri che ha tenuto in mano la tromba di Chet Baker o che non ha «capito» la voce di Ramazzotti, che gli piace Lisbona e non ama l'America, che non tornerebbe mai a stare a Genova, che si sente bene a Napoli, che ha imparato che le città, non solo quelle italiane, non sono solo il palcoscenico dove canta, ma hanno piazze, vie, spazi di sospensione nei quali intrufolarsi. Ma il resto è musica e «Carte da decifrare» il lungo, pacato, monologo di un «artigiano» delle note. In realtà di un sapiente,colto, sperimentatore che ha navigato, da «Jesahel» a «Pensiero stupendo», da «La mia banda» a «Pianta del tè», agli album di «Macramè» e «La disciplina della Terra», tra canzonetta e musica, fra grandi successi popolari e raffinatezze compositive, assemblaggi, recupero di strumenti, studio di architetture classiche, fascinazioni etniche. E' in questa passione riflessiva che sta l'assoluta normalità di Fossati, il suo ambito «grigiore». Gli interessa più lo studio che l'esibizione e forse più la musica in una canzone che non le sue parole. E i personaggi di questo ragionare sulla musica si chiamano Steinway, Bosendorfer, Bachmann, Pleyel, il rock anni Cinquanta e Sessanta, la canzone d'autore degli anni Settanta, con De André, De Gregori, Guccini e poi Paolo Conte, di cui, ma solo in privato, canta «Boogie». Ragionando di chitarra elettrica, di incisioni dal vivo, dello strapotere della discografia angloamericana, della duttilità che deve avere un musicista da «sala d'incisione», dell' importanza continua del jazz, della differenza di canzoni scritte per se e di quelle scritte per altri, Ivano Fossati attraversa trent'anni di un universo musicale senza confini, come è nella capacità della musica. E li attraversa mantenendo un suo «silenzio» e una «solitudine» affollala di suoni. E con quel pizzico di civetteria che gli fa dire: «Se guardo davvero in avanti, le canzoni non le vedo più. Prendendo a prestito le parole di Irene Papas, anch'io come lei procedo sulla strada della mia vita lanciando un sasso e poi camminando fin dove il sasso è arrivalo. Per poi lanciarlo ancora e ancora: Non guardo l'orizzonte perché è solo un'illusione degli occhi, guardo dove cade il sasso e ci arrivo». L'AUTOBIOGRAFIA DEL COMPOSITORE GENOVESE, ANTIDIVO FINO ALL'OSSESSIONE, IN DIALOGO CON CHET BAKER, IL ROCK DEGLI ANNI CINQUANTA-SESSANTA, IL BOOGIE DI PAOLO CONTE ivano Fossati presenterà il suo libro a Mantova sabato 8 settembre M ;;r*"( Ivano Fossati Carte da decifrare a cura dì Pietro Cheli, Einaudi, pp. 140 con INTERVISTA Cd, L. 35.000 in libreria dall'11 settembre E CANZONI

Luoghi citati: America, Genova, Lisbona, Mantova, Napoli