«Dall'oblò ho visto il jet passare a un soffio da noi»

«Dall'oblò ho visto il jet passare a un soffio da noi» IL RACCONTO DEGLI ISTANTI DECISIVI «Dall'oblò ho visto il jet passare a un soffio da noi» «Una virata brusca, lo stomaco in subbuglio e neanche il tempo di avere paura» testimonianza Mario Sensini ROMA MA il pilota che cosa sta facendo? L'MDSO della Meridiana vira seccamente a destra, verso sud, e il mio corpo mi dice che stiamo anche perdendo quota velocemente. Mi sento lo stomaco in subbuglio, guardo a destra attraverso i finestrini e vedo solo il mare. Il nostro aereo è molto inclinato. Capisco che qualcosa non va, mi giro di scatto a sinistra e lo vedo sfrecciare dall'oblò. Un aereo blu che passava sopra il nostro apparecchio, in alto, stampato lì nel cielo bianco. Dò una gomitata ad Alberto Gentili, un mio collega del Messaggero, che mi sedeva accanto. «Guarda, Alberto, guarda» gli dico piano. Lo fissiamo mentre si allontana e mentre il nostro aereo si ristabilisce in posizione orizzontale. Tra i passeggeri che siedono vicini a noi, sembra che nessuno si sia accorto di quell'aeroplano blu. «E' un aereo militare» dico, e anche Alberto ha la stessa sensazione. Pensiamo che sia un aereo mihtare forse perchè non lo vediamo tanto grande come dovrebbe essere un aereo civile. Però non si allontana molto velocemente, segue una linea dritta, non compie evoluzioni. Ci guardiamo in faccia e gli dico: «Vuoi vedere che abbiamo sfiorato la collisione con un aereo militare?». Lo guardo ancora, mentre si allontana, e arriviamo alla conclusione: «L'abbiamo sfiorata davvero, non c'è altra spiegazione per quella virata». Non abbiamo avuto affatto paura. L'unica cosa che ho pensato è che se ci fosse stata davvero la collisione saremmo tutti morti subito, senza realizzare cosa era successo. Più che a una tragedia sfiorata, mi rendo conto di essere davanti a una notizia. Ci segnamo l'ora. Sono le 13 e 28, sarà successo neanche un minuto fa. Dalla cabina dei piloti, dagli assistenti di volo, non arriva nessuna comunicazione. La gente a bordo non è affatto agitata. Stefano Marroni di Repubblica, è seduto una fila avanti a noi, ma sul lato opposto al nostro, il destro. Con Alberto e Stefano tornavamo da Porto Rotondo, dopo due giorni passati a fare la posta a Silvio Berlusconi in vacanza. Stefano non si volta, neanche lui si è accorto di nulla. Riprendiamo la rotta, giungiamo sopra il radiofaro di Tarquinia e dopo pochi minuti atterriamo a Fiumicino. Mi avvicino a Stefano per avvertirlo di quello che era successo, ma con tutta quella gente in piedi che scarica i bagagli dalle cappelliere non riesco ad arrivargli abbastanza vicino. Per non parlare a voce alta e spaventare la gente a bordo gli scrivo su un foglietto: «Collisione sfiorata di un pelo». Lo legge e sbarra gli occhi. Lui e Alberto mi fanno domande, qualcuno forse capisce di cosa stiamo parlando. Forse qualcun'altro ha visto quell'aereo blu. Sta di fatto che un attimo dopo anche Gabriella Pistone, deputato dei Comunisti Italiani, comincia a fare domande. «Ho visto un aereo, ora chiediamo al comandante», le dico. Aspettiamo che tutti i passeggeri scendano. Andiamo verso la cabina, chiedo di parlare con il Comandante. L'assistente di volo mi chiede perchè e io, candido, gli dico: «perchè secondo me abbiamo sfiorato la collisione con un altro aereo». L'assistente entra in cabina ed esce subito dopo: «il Comandante non rilascia dichiarazioni. Parlerà la compagnia. Lui sta facendo rapporto». Allora è vero, avevamo capito bene. Non sono un pilota, ma da dieci anni mi diverto a giocare al con il computer al Flight Simulator, che nelle ultime versioni ha raggiunto un realismo straordinario. Sono bravino, riesco a eseguire correttamente tutte le procedure, che sono identiche a quelle reali e (solo da due o tre anni, lo ammetto) anche ad atterrare sano e salvo. Il volo Olbia-Roma è il mio preferito, perchè è breve. Conosco la rotta alla perfezione, so dove stanno i radiofari. E lì, sul mare a venti miglia dal Vor di Tarquinia (frequenza 111,8 se non mi ricordo male), una virata a destra così secca non ha alcun senso. Fatta pure manualmente, per giunta, perchè il pilota automatico non inclina mai l'aereo in quel modo, fa curve molto più ampie per evitarlo. C'è un ostacolo, ho pensato subito prima di voltarmi e vedere quell'aereo blu passarci sopra. Ma era già passato. Se fosse andata peggio, non ci saremmo accorti davvero di nulla. «L'unica cosa che ho pensato è che se ci fosse stato davvero lo scontro saremmo tutti morti all'istante, senza realizzare che cosa era successo Sono le 13 e 28 quando guardo l'orologio e tutto è successo nemmeno un minuto fa» HHL. DECOLLO, ^ ' , z : \ ; V l'aèreo Meridiana Olfaia'Rorna decolla •dall'aeroporto «Costa Smeralda» alle 13,08. Atterrà'à-Roma afle. 13,37. Durante la fase di avvicinamento aìltaeropòrto di Roma Piumino ■c'à l'wayyicinamehto» con il : slivòlp della «British Midland», appena decollato ' i.' e diretto s Londra . W. IL RISCHIÒ COLLISIONE La mancata collisione tra l'aereo italiano e quello britannico ; ; sarebbe awehuta.ad un'altézza di 15 mila piedi (circa 5000 metri) dove volava regoraVmente.l'aereo Meridiana, l'aereo inglese, invece, era autorizzato à salire solo fino a 14 mila (Siedi # L'ATTERRAGGIO Il pilota italiano si accorge dell'aereo inglese alla stessa quota (là distanze tra i due aeromòbili è inferiore a quella minimadi sicureaza) e fa una «manovra di scampo», improvvisa virata e discesa di quota,*;; che evita la collisione

Persone citate: Alberto Gentili, Gabriella Pistone, Mario Sensini, Silvio Berlusconi, Stefano Marroni

Luoghi citati: Londra, Olbia, Roma, Tarquinia