Gerusalemme fra due fuochi di Aldo Baquis

Gerusalemme fra due fuochi Gerusalemme fra due fuochi L'ex premier Netanyahu: minacciati da terrorismo e denigrazione Aldo Baquis TEL AVIV Israele è attaccata su due fronti altrettanto pericolosi per la sua futura esistenza. Sul terreno, la guerriglia e il terrorismo palestinese da undici mesi non lasciano un giorno di tregua. Ieri la polizia è stata mobilitata al massimo per prevenire attentati in concomitanza con l'inizio dell'anno scolastico e in molte località i bambini sono stati accompagnati con le autoblindo. Sul piano intemazionale, con una manovra a tenaglia, i palestinesi sono impegnati a delegittimare il diritto di Israele a esistere, anche mediante la vistosa offensiva alla Conferenza di Durban. Questo il quadro pessimistico dipinto ieri alla televisione di Stato dall'ex premier Benyamin Netanyahu. Fra le righe, ha lasciato intendere che l'attuale leader Ariel Sharon non è all'altezza della situazione: né nella repressione dell'Intifada («nelle nostre strade non c'è più sicurezza - si è lagnato Netanyahu - non abbiamo ancora utilizzato una minima parte della nostra potenza militare») né nella lotta intemazionale contro le tesi palestinesi. Fra quelle che hanno maggiormente indignato ieri i dirigenti di Gerusalemme c'è quella di Yasser Arafat secondo cui «Israele pratica la discriminazione razziale e rappresenta una minaccia per la pace e la sicurezza» e quella di Karman Ashrawi sulla «pulizia etnica» di cui fra l'altro si sarebbe macchiato lo Stato ebraico nei confronti dei palestinesi. «Ero pronto a partire per Durban, ad ingaggiare battaglia - ha esclamato Netanyahu, battendo un pugno sul tavolo - ma nessuno ha creduto opportuno di utilizzarmi». Netanyahu ha vivamente deprecato la possibilità di un prossimo incontro di Arafat con Shimon Peres. «Ma anche se esso avvenisse - ha aggiunto - bisogna che gli israeliani ne conoscano in anticipo il contenuto. Non dobbiamo infatti elargire premi al terrori- smo». A sentire i dirigenti palestinesi, l'incontro resta ancora in alto mare. In una conferenza stampa a Ramallah il ministro per l'informazione Yasser Abed Rabbo ha lamentato che finora «non sono stati compiuti preparativi seri» e ha rilevato che i palestinesi non sono nemmeno riusciti a compren¬ dere «se gli israeliani siano disposti a rimuovere lo stato di assedio militare, a cessare gli omicidi politici, a congelare gli insediamenti e ad applicare finalmente i punti del rapporto Mitchell», che descrive un passaggio graduale verso un cessate-il-fuoco e la ripresa di negoziati di pace. Abed Rabbo ha constatato con favore il maggiore impegno espresso nelle ultime settimane dalla diplomazia europea: proprio ieri l'Alto commissario Javier Solana ha avviato una nuova spola diplomatica fra israeliani e palestinesi. A rendere perplesso Arafat sulla opportunità o meno di un incontro con Peres si aggiunge la preoccupazione di non compromettere la sua visita a Damasco, in programma per il 12 settembre: una visita preparata con cura da Faruk Kaddumi, Abu Mazen e Nabul Shaath, volta a superare una ruggine fra palestinesi e siriani vecchia di anni. «Di certo - ha chiarito Abed Rabbo - non ci interessa un incontro con Peres che sia solo una "photo opportunity"», ossia un espediente di relazioni pubbliche. Su terreno proseguono gli scontri armati. Due militanti di Tanzim sono stati uccisi ieri a Hebron dal fuoco di una unità di élite israeliana. Duri scontri a fuoco sono stati segnalati anche nel Sud della striscia di Gaza, fra Rafah e Khan Yunes. Restano intanto senza volto gli assassini di Tayassir Hattab, l'ufficiale deir«intelligence» militare palestinese ucciso da una bomba sabato a Gaza. La sua uccisione è stata rivendicata da un gruppo finora sconosciuto - le Brigate di Pillai al-Ghoul - che hanno anche sparso voce che Hattab avesse collusioni con i servizi segreti israeliani. Ma subito alcuni volantini hanno replicato che le Brigate alGhoul (in memoria di un militante di al-Fatah uccisi due settimane fa da un elicottero militare) «sono solo un tentativo di disinformazione dei servizi segreti israeliani». Comincia l'anno scolastico, in alcune zone i bambini devono essere accompagnati con le autoblindo A Hebron l'esercito uccide altri due estremisti arabi Primo giorno di scuola in Israele Molti bambini sono costretti ad andarci con i blindati dell'esercito per timore di attentati

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