Shakespeare, sogno porno d'una notte di mezza estate di Mario Baudino

Shakespeare, sogno porno d'una notte di mezza estate LE UNIVERSITÀ ANGLOSASSONI SCOPRONO E NOBILITANO I FILM A LUCI ROSSE TRATTI DAI DRAMMI DEL BARDO Shakespeare, sogno porno d'una notte di mezza estate Mario Baudino SHAKESPEARE? Un eroe del pomo, almeno come l'editore Larry Flint che ha appena offerto un milione di dollari alla figlia di Bush qualora decidesse di spogliarsi per lui. Non è un colpo di sole, complice la calura di agosto, ma una serissima polemica esplosa al di qua e al di là dell'Oceano che ha dato un'enorme, improvvisa visibilità a un anglista dell'Università di Ahmerst, Massachusetts, al lavoro da tempo sugli incroci tra il Bardo di Stratford on Avon e la cultura di massa. Bichard Burt aveva pubblicato nel '98 un un libro dall'inequivocabile titolo Unspeàkable ShaXXXkespeare, dove le tre X si riferiscono alla classificazione hollywoodiana dei film esphcitamente pornografici. Il docente, che ha dovuto «traslocare» il suo sito Internet dall'Università a un server privato per via dell'imbarazzo che i suoi atteggiamenti suscitano nel mondo accademico (ma non ha perso il posto, « si è pure un poco scatenato facendosi fotografare con celebri pomostar), documentò allora l'eccezionale fortuna delle trame di Shakespeare nel cinema pomo, da un celebre Giulietta e Romeo del '93 a un Amleto del '96, senza dimenticare un antico Macbeth di Roman Polanski, prodotto da Playboy, dove le streghe erano in topless e Lady Macbeth girava nuda. A distanza di tre anni, le analisi del «professor porcellino» (si definisce lui stesso «naughtyprofessor» nell'indirizzo web del sito) si sono rivelate lungimiranti. Un super-pomo .tratto dal Sogno di una notte di mezza estate (il titolo è Crema di una notte di mezza estate, ma «cream» andrebbe forse tradotto in modo più indecente) sta trionfando in America, con dieci nommation per gli «Adult Video News Awards» che riguardano sia il film sia la protagonista Nina Hartley. La celebre attrice hard-core, nella parte di Titania, è vittima come da copione shakespeariano del filtro magico di Oberon e si innamora della prima creatura che incontra: il tessitore Bottom, appena trasformato in asino. Il Bardo lascia in sospeso la scena, il regista Stuart Canterbury non ha il minimo dubbio su come realizzarla. Il film ha un enorme successo, in un circuito parallelo a quello ufficiale dove comunque i miliardi si contano a centinaia. E il professor Burt, lungi dallo scandalizzarsi, toma con forza sull'argomento per spiegare come tutto ciò sia molto interessante. La cultura di massa in tutti i suoi aspetti si è appropriata di Shakespeare, lo ha strappato alle elite, spiega. Il suo libro infatti non esaminava solo il settore pomo, ma anche zone meno bollenti del cinema e della televisione, per spiegare quanto profondamente i temi shakespeariani, a differenza di altri classici, fossero diventati patrimonio pubblico e non accademico. Certo lo scrittore rimane nascosto, «sprofondato» nella sua identità e verità, viene usato e anche sfigurato, ma se si accetta il principio che può essere - com'è - dovunque, allora perché stupirsi se trionfa nell'hardcore? Il tema è interessante: potrebbe essere ribaltato in Italia sul Boccaccio del Decamerone, diventato popolarissimo anni fa in una serie di commedie sexy che ora vengono qua e là rivalutate. Da noi però il passaggio fu probabilmente mediato da Pasolini. In America non è accaduto niente di tutto questo: Shakespeare in Love, il film con Gwyneth Paltrow che ha trionfato agli Oscar, è venuto semmai dopo l'ondata pomo. Burt insiste: meglio studiare questa migrazione sul set, che ci può dire molto non certo del Bardo, ma della nostra cultura. E scatena a sua volta un altro temporale d'agosto. Seguire le sue indicazioni vuol dire infatti introdurre la pornografia come materia di studio e d'insegnamento all'Università. Qualcuno scopre che questa non è una prospettiva futuribile, ma sta realizzandosi. L'associazione degli studiosi shakespeariani d'America ha già aperto, nel suo incontro annuale, un seminario su «Shakespeare pornografico», dove una relatrice ha concluso la sua comunicazione sulle donne nelle tragedie simulando uno streap-tease, mentre David Linton, serissimo docente del Marymouth Manhattan College, ha dedicato la sua comunicazione proprio al bollente Crema di una notte di mezza estate e a un suo successivo adattamento in chiave gay. Le riviste di destra e i giornali scandalistici partono all'attacco di università come quella del Massa¬ chusetts dove un professore avrebbe chiesto alle sue classi di analizzare la rivista Hustler (che è poi quella di Larry Flint, esaltato in un celebre film di Milos Forman) e fanno lunghi elenchi di pomo-corsi con celebri star del settore nei campus di New York, dell'Arizona e della California. Oui una docente di cinema. Linda Williams, ribatte che non si può ignorare la pornografia posto che è un fenomeno assolutamente pervasivo nella nostra cultura, e in genere tutti i professori fanno osservare che nessuno si scandalizza più che tanto per i loro corsi. «Lingua Franca», prestigiosa e divertente rivista di vita accademica, dedica nel suo numero di settembre un ampio servizio al casoShakespeare, che trasmigra quasi subito sul britannico Independent e Bichard Burt, ovviamente, gongola. Ci fa anche notare che alla fin fine il Bardo, pur in versione pomo, gode di una illimitato rispetto: tanto che i registi hard-core non hanno mai osato sfidare l'ultimo tabù. Nei loro film il poeta può comparire come personaggio, ma non fa mai nulla. Solo in Shakespeare in love, pellicola «per tutti», il gigante della letteratura inglese interpretato da Joseph Fiennes si dedica finalmente al sesso, anche se in modo non esplicito. La spiegazione? «Ci dev'essere una sorta di legge non scritta. Shakespeare ha qualcosa a che fare col sacro». E i seguaci di Larry Flint, davanti ali ultima, definitiva trasgressione, si arrestano intimoriti. Un serio professore del Massachusetts è stato il primo a studiare il fenomeno: ora ci sono convegni con striptease e infuocate discussioni tra accademici Sopra un'immagine di William Shakespeare (1564-1616). Alato Il manifesto pubblicitario del film liberamente ispirato a Sogno dì una notte di mezza estate. A sinistra una delle interpreti, Nina Hartley, nel molo di litania, regina delle Ninfe