lran, pesanti accuse alla regista Milani

lran, pesanti accuse alla regista Milani IL PRESIDENTE DEPLORA ANCHE L'ELOGIO DEI METODI DEI TALEBAN FATTO DA UN ALTO MAGISTRATO lran, pesanti accuse alla regista Milani «Appoggia i nemici deH'Islam». Khatami condanna il suo arresto Gabriella Bianchi TEHERAN Il presidente Mohammad Khatami ha espresso ieri una chiara condanna per l'arresto della famosa regista iraniana Tahmineh Reza'i Milani. La realizzatrice del film «La metà nascosta» era stata convocata per un interrogatorio il 27 agosto dalla Corte rivoluzionaria e poi arrestata con l'accusa di aver «dato sostegno nel suo ultimo film a gruppetti che osteggiano l'Islam», e di aver quindi «appoggiato e promosso gli obbiettivi sinistri di tali gruppi con i quali lei stessa era stata coinvolta». E' il primo caso di detenzione di un esponente del cinema iraniano che ha raccolto anche all'estero importanti riconoscimenti.«L'arresto della Milani non doveva essere fatto. Il suo film era stato autorizzato dal ministero della Cultura, e se c'erano problemi si sarebbe dovuto interpellare il governo o il ministro», ha dichiarato il Presidente. Khatami ha inoltre condannato le recenti dichiarazioni di esponenti dell'ala conservatrice, come il capo della Corte amministrativa Qorbanali Doni Najafabadi, che ha elogiato l'operato dei Taleban, che con le loro misure forti «hanno dato sicurezza alla loro gente». Milani aveva ricevuto numerosi riconoscimenti intemazionah per il suo precedente film «Due donne», che a Taormina nel '99 era stato premiato perla mighore attrice. La sua ultima realizzazione, «La metà nascosta», presentata al festival Fajr intemational nel febbraio scorso, e' una storia d'amore tratta da un romanzo iraniano contemporaneo che racconta la vicenda di una donna sposata a un giudice che ricorda una relazione avuta alla fine degli Anni Settanta, nel primo periodo della rivoluzione, con un intellettuale. Dopo la proiezione la regista aveva spiegato a La Stampa che i tre personnaggi femminei descritti nel film rappresentavano i tre momenti nella storia recente dell' Iran, nel '58 con Mossadegh, nel '79 durante la rivoluzione e ora con Khatami, durante i quali è stato possibile alla gente esprimersi. Nel film la protagonista si raccomandata al marito: «Stai attento quando giudichi, ascolta le parole dell'imputato, tutte le sue parole». Nonostante i timori della Milani, tuttavia, il film aveva ottenuto il vaglio della censura e da oltre un mese era approdato nelle sale cinematografiche della capitale. Poi dopo un'intervista apparsa sul quotidiano Hambasteghi, la regista quarantunenne era stata arrestata. Nell'intervista spiegava: «Ho realizzato questo film con molta angoscia, mentre la gente mi consi- ghava di tacere, di pensare ai figli, a mio fratello malato. La verità doveva essere raccontata, dobbiamo essere critici nei confronti del nostro passato prima che magari ci sia negato di esprimerci nuovamente. Sono contenta di aver sondato fino a che punto oggi è possibile manifestare critiche». Questo nuovo arresto si inseri¬ sce in un clima generale di repressione che ha colpito quest'estate la crescente liberalizzazione dei costumi, soprattutto nella capitale. Nell'ultimo mese solo a Teheran sono state più di 200 le fustigazioni nella pubblica piazza, oltre a numerose impiccagioni. Il capo della Corte suprema, ayatollah Mohammad Mahammadi Gilani, ha dichiarato: «Non facciamo compromessi con gli ordini divini. Li frustiamo fino a quando la frusta rompe la pelle ed espone la carne. Va bene anche rompere le ossa, e se il condannato muore non ha diritto al risarcimento». Le donne della capitale, che sempre più spesso oltrepassavano i limiti dell'abbigliamento islamico, si sono rapidamente ricomposte. Il presidente Khatami ha detto ieri che «non si può rimuovere la corruzione sociale con punizioni dure». Tuttavia, sono parecchi coloro che, avendo rinnovato il suo mandato quattro mesi fa, ora dichiarano di avere commesso uno sbagho. La vicenda si inserisce nel giro di vite che ha caratterizzato questa estate a Teheran La realizzatrice di «Due donne» (premiato a Taormina ner99) e «La metà nascosta» è la prima esponente del cinema detenuta nella Repubblica islamica La regista Tahmineh Milani è stata arrestata con accuse molto gravi nella Repubblica islamica. Ieri In sua difesa è intervenuto il presidente Mohammad Khataml (a destra)

Luoghi citati: Iran, Taormina, Teheran