Assedio dei nazionalisti al Parlamento

Assedio dei nazionalisti al Parlamento ACCOMPAGNATI NELL'AULA DALLE FORZE ANTISOMMOSSAI DEPUTATI CHE DOVEVANO APPROVARE IL PIANO DI PACE Assedio dei nazionalisti al Parlamento A Skopje protesta contro la Nato: aggredisce la Macedonia Ingrid Badurina ZAGABRIA E' potuta iniziare soltanto aUe 5 del pomeriggio la riunione del Parlamento di Skopje che dovrebbe approvare il piano di pace siglato lo scorso 13 agosto dai rappresentanti dei partiti poUtici macedoni albanesi. Le forze speciali deUa poUzia in tenuta antisommossa e reparti deU'esercito hanno dovuto scortare aU'intemo del Parlamento i deputati fermati da alcune centinaia di ultra nazionalisti che hanno assediato il Palazzo fin dalle prime ore del giomo. I dimostranti, che hanno bloccato gU ingressi del Parlamento, hanno inscenato una protesta anti Nato, accusando le truppe aUeate di essere «aggressori deUa Macedonia e non loro amici» e chiedendo loro di lasciare il Paese entro 48 ore. Per la grande parte dell'opinione pubbUca macedone l'accordo di pace che prevede riforme costituzionali in favore della minoranza albanese è infatti un documento «umiUante» che il govemo di Skopje è stato costretto ad accettare sotto la pressione internazionale. «E' un premio per la violenza dei terroristi albanesi» hanno affermato i nazionalisti macedoni che hanno organizzato la manifestazione. E la rabbia contro la Nato si è estesa alle televisioni occidentali le cui équipe sono state bersagliate ieri con lanci di uova. Ma la polizia, che ha chiuso tutte le strade adiacenti al Parlamento, è riuscita a evitare incidenti. E' stato il presidente Boris Trajkovski ad aprire il dibattito parlamentare. «L'accordo di pace non è perfetto, ma è il minore dei mah perché l'alternativa aUa pace sarebbe solo la guerra» ha detto U capo deUo Stato, aggiungendo che si tratta deU'unico modo di «sconfiggere il terrorismo». Trajkovski ha spiegato che le riforme costituzionaU che il piano contiene non minacciano la sovranità e l'integrità deUa Macedonia. Ha poi rivolto un appeUo aUa comunità intemazionale: «Riconosceteci come repubbUca di Macedonia e non fate più riferimento aU'ex repubbUca jugoslava. Chiamateci finalmente con il nostro vero nome». Il Presidente ha soUecitato anche «immediata approvazione di un pacchetto economico di aiuti perché si riconosca infine U contributo dato da questo Paese alla stabilità nei Balcani, dopo dieci anni di collaborazione al mantenimento deUa pace e dell'accoglienza dei profughi». Trajkovski ha chiesto inoltre il ritomo di caschi Blu deU'Onu in Macedonia nel quadro di una missione di prevenzione per il mantenimento deUa pace. AUa seduta erano presenti 82 deputati su 120, il quorum sufficiente per continuare la discussione, ma solo 69 hanno accettato di votare l'apertura della seduta, di cui 56 a favore e gli altri contrari. Dopo U discorso di Trajkovski la seduta è stata sospesa. U Parlamento dovrebbe votare martedì per un terzo deUe riforme costituzionaU previste daU'accordo. Soltanto dopo la Nato inizierà la seconda fase del disarmo deU'Uck. Un alto ufficiala della polizia Macedone ha affermato ieri che il segretario generale deUa Nato George Robertson si è incontrato mercoledì con U leader dei guenigUeri albanesi AU Ahmeti. L'incontro, che doveva rimanere segreto, è durato 40 minuti. Secondo un consigUere di Ahmeti «l'Uck ha ricevuto garanzie da Robertson che la Nato eserciterà suUe autorità macedoni tutte le pressioni per garantire da parte del Parlamento l'approvazione del piano di pace». Una smentita categorica tuttavia è arrivata dal portavoce deU'AUeanza. Il dibattito iniziato con sei orediritardo.il presidente Trajkovski: «L'accordo è stato il minore dei mali» La brigata «Sassari» ieri in azione. Nella foto: un addestramento conia simulazione della difesa da un'autobomba

Persone citate: Ahmeti, Boris Trajkovski, George Robertson, Ingrid Badurina, Robertson, Trajkovski

Luoghi citati: Macedonia, Sassari, Skopje, Zagabria