Il primo avviso di garanzia a Canterini di Alessandra Pieracci

Il primo avviso di garanzia a Canterini Il primo avviso di garanzia a Canterini I barista indagato: «I carabinieri avevano tentato di ammazzarci» Alessandra Pieracci GENOVA Primi avvisi di garanzia per l'irruzione nella scuola di via Battisti, la notte tra il 21 e il 22 lugUo: a Vincenzo Canterini, capo del reparto mobile di Roma, al suo vice Michelangelo Foumier, indagati per concorso in lesioni gravi e omissione di intervento con l'aggravante della qualifica di pubbhco ufficiale, e ad alcuni capisquadra. Canterini e Fournìer si presenteranno in Procura il 21 settembre, gU altri il 19. Ieri è venuto allo scoperto Massimiliano Mona!, trént'anni, il giovane che, in piazza Alimonda, con una trave ha sfondato il finestrino della camionetta rimasta incastrata neUa piazza, con tre carabinieri. E' accusato di tentato omicidio. Si è fatto avanti dopo oltre un mese di incertezza, voglia di farla fianca, paura di essere riconosciuto per via di quel locale famoso tra i gruppi giovaniU, in San Lorenzo, il «Barfly». Tatuaggio a ragnatela sulla spalla destra, orecchini e barba bionda accennata, corta quanto i capelU. GU ideaU di Massimiliano sono «musica, allegria, stare insieme, farsi una bina e una canna». Si dichiara pacifista. Obiettore di coscienza? «No, sono stato riformato per crisi depressive e stato ansioso». Però rivendica il suo antimihtarismo quando sottoUnea: «Io faccio il barista, lui U carabiniere». «Lui» è il ventenne che ha sparato e ucciso Carlo Giuliani. «Mi dispiace per lui, se è vero che ha vent'anni, perchè i suoi superiori lo hanno mandato in mezzo a una guerra con una pistola in mano». NeUo studio del suo avvocato Gianfranco Pagano, prima di scappare a casa e nel bar per la perquisizione della polizia (ha consegnato agli agenti gli indumenti che indossava quel venerdì), «Massi», come lo conoscono nel sestiere della Maddalena, dove abita, racconta: «Mi sono dife- so, ho anch'io raccolto sassi e U ho tirati, ma siamo stati attaccati in ogni modo, i carabinieri volevano ucciderci». Padre impiegato in una ditta di traslochi, frateUo trentatreenne Lorenzo al Mercato Orientale di via XX Settembre, nonno partigiano rinchiuso a Mauthausen («ma neanche nel campo di concentramento accadevano le cose che ho visto succedere io in via Tolemaide»), MassimiUa- no era a Cavi di Lavagna, quando con U fra te Ilo ha deciso di rientrare a Genova. «Siamo partiti all'una dal Carlini, vicino al carro della musica, con i ragazzi travestiti da alberi e le otto vacche che rappresentavano i Grandi. Non avevo nuUa, non avevo armi. Eravamo gruppi di Genova, Roma, Milano, Torino, tutti abbracciati. Un ragazzo mi ha dato un casco e il passamontagna come protezione». Poi, con il procedere del corteo, U fumo che si levava daUe auto nel quartiere di San Fruttuoso, le carcasse già distrutte in via Tolemaide. «Qualcuno era già passato, ma i carabinieri hanno caricato noi, ci hanno aspettati. Dagli eUcotteri lanciavano i lacrimogeni, le autoblindo passavano su tutto, dagh idranti arrivavano i getti di acqua mischiata a sostanze urticanti. Sparavano pezzi di metaUo ad altezza d'uomo, i bossoU dei lacrimogeni». Il racconto incalza. «Mi hanno colpito mentre soccorrevo una ragazza ca- duta. Dopo le cariche ci calpestavamo l'un l'altro, chi voleva tomare indietro montava sui corpi. I cingolati schiacciavano le carrozzeUe, i cassonetti, le macchine. Volevano ammazzarci. I bidoni della spazzatura saltavano come birilU, era una guerra. Ho 13 anni, e giù botte. Cerco mio figUo, e giù botte. Avevo perso Lorenzo, sono rimasto nel gruppo perchè avevo paura. Ore e ore di cariche: avrebbero dovuto fare l'antidoping ai carabinieri». Su piazza Alimonda cala il sUenzio, perchè quella mezz'ora è secretata. La sera daUa tv la notizia della morte di Giuliani e lo choc. Il giorno dopo? «Sono andato sopra corso Marconi a bermi una birra guardando il corteo, poi ho partecipato alla manifestazione in corso Sardegna, dove ho visto finalmente i black bloc: su 200, la metà erano carabinieri infiltrati e fascisti». Massimo Monai, 30 anni, si difende: sparavano gas urticanti, i blindati avanzavano schiacciando tutto: la loro era guerra A sinistra, il fuoristrada dei carabinieri circondato dai manifestanti in piazza Alimonda, a Genova, durante l'azione in cui è stato ucciso Carlo Giuliani

Luoghi citati: Genova, Lavagna, Mauthausen, Milano, Roma, Torino