Già raccolte un terzo delle armi in Macedonia

Già raccolte un terzo delle armi in Macedonia Già raccolte un terzo delle armi in Macedonia Soddisfazione alla Nato, che «non esclude» un prolungamento della missione Ingrid Badurina ZAGABRIA Con 1400 armi raccolte nei primi tre giorni si è conclusa ieri la prima fase dell'operazione della Nato «Essential Harvest». La cifra supera l'obiettivo previsto di 1100 pezzi, ovvero un terzo dell'arsenale dell'Uck che le truppe alleate intendevano raggiungere in questa fase iniziale del disarmo dei guerriglieri. «Dopo una settimana siamo a un punto cui pensavamo di arrivare dopo una ventina di giorni», ha dichiarato il portavoce della Nato in Macedonia maggiore Barry Johnson, aggiungendo che «l'inizio della seconda fase dipende dagli sviluppi politici attesi nei prossimi giorni». Un bilancio positivo della prima fase della missione «Essential Harvest» è stato fatto anche dal Consiglio atlantico riunitosi a Bruxelles. «La Nato ha rispettato gli impegni presi, ha lanciato l'operazione nei tempi previsti e ha raccolto un numero più elevato di armi rispetto a quello pattuito. Ora, per poter avanzare nel processo di pace, deve attendere il voto decisivo del Parlamento macedone per dare l'avvio al procedimento di riforme costituzionali e legislative», ha dichiarato un responsabile dell'Alleanza al termine della riunione. «Nel Consiglio non si è parlato di un prolungamento della missione oltre i trenta giorni fissati, tuttavia nessuno può escluderlo in futuro, ma ciò richiederebbe un'ulteriore decisione dei 19 Paesi alleati». La possibilità che le truppe alleate possano rimanere in Macedonia più di trenta giorni era stata ventilata dal ministro degli Esteri britannico Jack Straw in visita a Skopje. Nella capitale macedone sono arrivati ieri i 500 soldati tedeschi che parteciperanno alla missione di disarmo dell'Uck. Insieme con loro a Skopje è giunto il ministro della Difesa Rudolf Scharping. La Nato ha dispiegato sul terreno circa 4500 uomini, mille in più di quanto inizialmente previsto. Anche il numero delle armi che verranno raccolte al termine della missione potrebbe essere superiore alle 3300 stabilite in un primo tempo: il «bottino» finale potrebbe raggiungere i 5000 pezzi. «Tra questi c'è già un numero considerato soddisfacente di armi pesanti», ha dichiarato un portavoce dell'Alleanza, aggiungendo che al quartier generale della Nato viene considerato positivamente anche il passaggio continuo dei guerriglieri dell'Uck dalla Macedonia al Kosovo. «E' un segnale forte che stanno smobilitando». Ma la tensione nel Paese rimane alta. Un'altra bomba. la quinta in tre giorni, è esplosa all'alba di ieri nel quartiere Cair di Skopje, abitato prevalentemente da albanesi. L'ordigno, che è scoppiato di fronte a un bar, non ha fatto vittime, ma i danni sono ingenti. Una violenta esplosione ha fatto saltare in aria una stazione di benzina e un piccolo albergo alla periferia di Tetovo. Sono andati distrutti gli uffici della Ata-Komerc, società di proprietà del vicepresidente del partito della prosperità democratica, una delle due formazioni politiche albanesi che hanno firmato il piano di pace con gli esponenti dei due maggiori partiti macedoni. Per oggi è stata convocata la riunione del Parlamento di Skopje che dovrebbe ratificare l'accordo, approvando un terzo delle riforme a favore della minoranza albanese. Subito dopo la Nato dovrebbe iniziare la seconda fase del disarmo dell'Uck. Quindi, ancora una volta, dovrebbe riunirsi il Parlamento. Infine ci sarà la terza e ultima fase della raccolta delle armi seguita dal voto finale dei deputati. L'opinione pubblica macedone rimane scettica sull'esito della missione alleata, contrastata apertamente dalle frange più nazionaliste. Ieri un piccolo gruppo di profughi organizzati dal Congresso mondiale macedone ha bloccato il passaggio dei soldati della Nato al valico di Tabanovce, tra Macedonia e Serbia. Allo stesso scopo è bloccato già da due settimane il valico di Blace, principale posto di confine con il Kosovo. La notte scorsa quattro riservisti dell'esercito macedone sono rimasti feriti nell'esplosione di una mina nei pressi del villaggio di Lavce, sulle alture a ridosso di Tetovo, controllate dai ribelli dell'Uck. Un gruppo di soldati greci partecipa all'operazione di raccolta delle armi consegnate

Persone citate: Barry Johnson, Jack Straw, Rudolf Scharping