Brunetta: un aiuto anche a Berlusconi

Brunetta: un aiuto anche a Berlusconi L'ECONOMISTA: ORA RIDUZIONI PER UN ALTRO 10Zo Brunetta: un aiuto anche a Berlusconi intervista Luigi Grassia PROFESSOR Renato Brunetta, il taglio dello 0,250Zo faciliterà la vita a Berlusconi? L'economista di Forza Italia e consigliere del premier risponde: «Sì, e faciliterà la vita anche a Schroeder, a Fabius, ad Aznar e anche a Blair che è fuori dall'euro ma non può che ricavare benefici da un'Europa che tira di più». Quali i benefìci per l'Italia? «Lo Stato pagherà meno interessi sul debito pubblico. Poi il più facile afflusso di risorse al sistema produttivo tenderà a colmare il gap fra reddito potenziale ed effettivo. Sia chiaro, nessun investitore si decide a investire solo perché il denaro costa uno 0,2507o in meno. Ma lo fa quarfdo le prospettive di profittabilità si fanno più allettanti. Inoltre il calo dei tassi in un'economia in rallentamento che non rischia di surriscaldarsi rafforza la tendenza alla disinflazione. Quindi la mossa della Bce è giusta». Ma pensa che l'entità del taglio sia sufficiente rispetto alla brusca frenata dell'economia europea? «La linea Duisenberg è la linea della Bundesbank. La Bce è nata così, per tenere sotto controllo innanzitutto la massa monetaria e i rischi di inflazione. Fatta questa premessa filosofica, alla luce della stagnazione o recessione in Usa, del calo dei tassi sul dollaro, del rallentamento in Europa e della mancanza di prospettive di una rapida inversione, i mercati si aspettano altri tagli del tasso di riferimento e si chiedono con quali tassi partirà l'euro "reale" a gennaio. Questa è anche una deUe variabili di cui i singoli governi devono tenere conto mentre preparano le rispettive leggi Finanziarie per rilanciare le loro economie. Direi che se arriviamo a dicembre con un ulteriore calo dell' 1 per cento del tasso di riferimento, cioè a un livèllo più vicino al 3 che al 40Zo, si potranno prevedere minori spese per pagare il servizio del debito e più risorse per gli investimenti». Ma non siamo già fuori tempo massimo? Le Finanziarle si fanno adesso. Per ottenere l'effetto che lei dice non ci voleva un taglio più deciso? L' 1 "/o tutto in ima volta? «No, sorgerebbe un problema di liquidità. Ma non è necessario che il taglio sia immediato, basta che la tendenza sia chiara ai politici che fanno le Finanziarie». Questa chiarezza da dove la possono ottenere i politici? La Bce non anticipa le sue mosse al pubblico. «Conoscendo un po' Duisenberg so che non lo farà in modo ufficiale. Però ci sono anche rapporti impliciti, e nella Bce siedono i governatori delle singole banche centrali che possono fare da raccordo con gli Stati. Credo che governi e parlamenti possano stilare le Finanziarie su un'ipotesi d'orientamento di tassi in calo». La Bce è molto criticata, soprattutto dagli americani. Lei come la giudica? «Partendo dalla jnatrice genetica molto particolare di cui parlavo all'inizio, direi che la Bce sta interpretando il suo ruolo molto bene, anzi nell'unica maniera possibile. La Bce funziona fin troppo bene se si considera la sua natura di organo composito, con persone di diversi paesi. Immagini se nel direttivo della Fed americana sedessero un canadese, un messicano, un argentino...». L'allora presidente della Bundesbank Tietmeyer raccontò che ima volta i «Buba watcher», i giornalisti che stazionavano davanti alla sua sede, lo videro uscire accigliato e ne trassero fosche previsioni per l'economia tedesca. In realtà, spiegò poi Tietmeyer, quel giorno gli faceva male un callo. Visto che il mondo va così, un Duisenberg con l'aria svagata, il capello lungo, quel look così poco da banchiere, non dà un messaggio poco rassicurante ai mercati? «Ci sono stati grandissimi banchieri con un look ancora meno bancario di Duisenberg. Il solo problema è che la credibilità di una banca centrale è data dalla sua storia e la Bce non ha ancora una storia. Duisenberg ha avuto il giro più difficile, probabilmente il suo successore avrà vita più facile grazie a un euro moneta "reale" e non più virtuale e a un avvio di politica economica comune in Europa, intendo dire a un coordinamento delle Finanziarie in fase di preparazione e non solo di verifica a cose fatte come avviene ora in sede Ecofin». |jju|| III m Qui a destra Renato Brunetta, economista di Forza Italia e consigliere del premier Berlusconi

Luoghi citati: Europa, Italia, Usa