Skopje dissente dalla Nato

Skopje dissente dalla Nato Skopje dissente dalla Nato Robertson: un successo. Il governo: un bluff Ingrid Badurina ZAGABRIA «Di fronte a queste armi stiamo di fronte a un momento di storia». Dopo aver ispezionato ieri mattina il poligono militare di Krivolak, in Macedonia Meridionale, dove è stata trasportata una parte delle armi consegnate dai ribelli albanesi, il Segretario generale della Nato George Robertson si è detto soddisfatto dei primi risultati della missione «Essential Harvest». «I guerriglieri dell'Uck stanno partecipando con impegno e coscienza al disarmo. Non conta soltanto il numero delle armi, ma il fatto che l'Uck le stia consegnando e che stia sciogliendo l'organizzazione», ha detto Robertson dopo aver controllato un quantitativo di fucili, mitragliatrici, lanciarazzi e mortai. Molto meno entusiasmo hanno mostrato i leader macedoni, che ritengono la stima dell'arse¬ nale dei ribelli fatta dalla Nato «irrisoria». «Si tratta oltretutto di pezzi da museo», ha dichiarato il. portavoce del governo Antonio Milososki, ironizzando sul fatto che la missione dell'Alleanza potrebbe chiamarsi «Raccolto da Museo». «Soltanto la Nato può decidere il numero delle armi. E poi una vecchia arma può uccidere come una nuova», ha detto categorico Robertson, aggiungendo di sperare che il Parlamento macedone riconoscerà la prova evidente che l'Uck sta disarmando. «Come mi aspetto che gli insorti consegnino le armi, così mi aspetto che i deputati del Parlamento si assumano le loro responsabilità. Per loro è un obbligo morale approvare il piano di pace», ha detto il Segretario dell'Alleanza. Dopo la consegna di un terzo delle armi, ovvero 1100 pezzi, da parte dei combattenti albanesi, il Parlamento di Skopje dovrebbe ratificare come contropartita un terzo del contenuto dell'accordo, che prevede cambiamenti costituzionali in favore della minoranza albanese. Durante la sua visita a Krivolak George Robertson si è intrattenuto qualche minuto con il comandante di un plotone della Brigata Sassari, alla sua prima uscita ufficiale dopo l'arrivo in Macedonia. «Siete coinvolti in una storica impresa e siamo molto contenti del vostro contributo», ha detto il Segretario al tenente Giuseppe Prete, comandante del plotone controcarri del 152" Reggimento Sassari. «A nome dei miei uomini sono felice di offrire il nostro contributo a questa causa e di portare il nostro apporto alla comunità internazionale», ha risposto il tenente Prete, originario di Taranto. Il portavoce del contingente italiano, capitano Pasquale Orecchioni, ha detto che un plotone di artificeri si è recato in perlustrazione non lontano dal campo base. Al terzo giorno dell'operazione Nato le armi dell'Uck sono state raccolte nel villaggio di Tanuse, a ridosso del confine con l'Albania. «Alle 8 in punto, così come era previsto dai piani, abbiamo consegnato le armi a nostra disposizione e l'operazione si è già conclusa senza alcun problema», ha dichiarato il comandante Forina, uno dei capi locali dell'Uck. «La missione Nato non ci libererà dai banditi»: per il ministro degli Interni macedone, il nazionalista Ljube Boskovski, l'unica soluzione dopo la partenza delle truppe alleate sarà quella di mandare la polizia macedone a riprendere il controllo del terreno. Quello che preoccupa la Nato è l'appoggio dato a Boskovski da alcune formazioni paramilitari macedoni che sarebbero pronte a riprendere la lotta «contro ì terroristi albanesi». Ieri tuttavia il ministro ha promesso a Robertson che non permetterà a gruppi illegali dì operare sul terreno. Ma la situazione resta molto tesa. La notte scorsa una nuova bomba è esplosa a Skopje, in una scuola elementare riservata ai bambini albanesi. Dopo l'uccisione del soldato britannico i militari macedoni hanno cominciato a presidiare i ponti e i cavalcavìa lungo le principali strade del Paese. Paracadutisti tedeschi ascoltano II loro comandante: Il Bundestag ha approvato ieri l'invio di 500 uomini in Macedonia